Genitorialità condivisa: 8 settimane di congedo per i dipendenti Henkel

Dove non arrivano le leggi e l’iniziativa pubblica, ci provano le imprese. È il caso del congedo di paternità obbligatorio che oggi nel nostro Paese prevede solo 10 giorni retribuiti al 100%. Troppo pochi per essere davvero presenti e partecipi nei primi delicati e difficili mesi di vita di un neonato.

Dieci giorni trascorrono infatti in un soffio e dopo questa breve parentesi, in genere, le madri si trovano a dover vivere e gestire da sole tutte le incombenze e i problemi (non solo pratici ma anche emotivi) della nuova organizzazione della vita che inizia dopo la nascita di un figlio. Una situazione considerata normale fino a pochi anni fa e che ha contribuito a lasciare le donne un passo indietro sul lavoro, ostacolando quindi la parità di genere su tutti i fronti.

8 settimane per tutti

È da qui quindi che bisogna ripartire: dalla genitorialità condivisa, vera chiave per una società più equa e inclusiva. Ne è convinta Henkel, multinazionale attiva nel settore industriale e del largo consumo, con circa 800 dipendenti in Italia e 48mila a livello mondiale. La società ha infatti recentemente introdotto a livello globale il congedo parentale di 8 settimane retribuite al 100% per tutti i genitori – sia uomini che donne quindi – di bambine e bambini nati o adottati dopo il primo gennaio 2024. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di dare a tutti i genitori, indipendentemente dal genere e dallo stato familiare, l’opportunità di partecipare attivamente alla cura e all’accudimento dei figli così da creare le migliori condizioni perché si possa realizzare un’effettiva genitorialità condivisa.

Nel nostro Paese ad oggi la legge prevede, come abbiamo visto, per i papà – oltre al congedo parentale utilizzabile da entrambi i genitori ma retribuito parzialmente – solo 10 giorni di congedo di paternità. Grazie a questo congedo invece tutti i neopapà dipendenti dell’azienda potranno usufruire di 8 settimane di congedo retribuito al 100% da utilizzare entro il primo anno dalla nascita o dall’adozione del figlio.

Parità di genere nel recruitment

L’iniziativa si unisce a una serie di misure già adottate da Henkel per promuovere la parità di genere e anche per dare un aiuto concreto ai dipendenti con figli nella conciliazione tra lavoro e vita privata. Sul fronte della conciliazione Henkel ha messo a disposizione dei dipendenti la possibilità di lavorare in modo flessibile e il ‘MasterGenitori’: una piattaforma di formazione e supporto per aiutare le mamme e i papà ad affrontare le varie fasi di crescita dei figli.

Al raggiungimento di un’effettiva parità puntano invece le regole che l’azienda si è data in fase di recruiting: per ogni nuova posizione vengono esaminate metà candidate donne e metà uomini così da assicurare pari opportunità nella fase iniziale della selezione tanto che se non c’è un adeguato bilanciamento, la selezione viene rallentata proprio per rispondere al criterio dell’equa rappresentanza di genere. Attraverso questa strada Henkel punta infatti a raggiungere entro il 2025 l’obiettivo del 50% di manager donne (oggi sono circa il 39,5%). Va nella stessa direzione la Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro (Italian diversity charter) che l’azienda ha sottoscritto nel 2009 e che punta a realizzare un ambiente di lavoro inclusivo e politiche delle risorse umane libere da ogni forma di discriminazione.

Infine contro la discriminazione e gli stereotipi di genere nella rappresentazione culturale dal 2022 l’azienda ha promosso l’Osservatorio ‘Genere e Stereotipi’ in collaborazione con Eumetra con l’obiettivo di studiare il ruolo e l’evoluzione degli stereotipi legati al genere nelle scelte personali e familiari.

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