Che piaccia o no, gli uffici stanno tornando

Dove lavoreremo nel 2024? Gli uffici stanno prepotentemente recuperando terreno rispetto allo smart working. Secondo quanto rilevato da LinkedIN, le offerte di lavoro completamente da remoto sono passate dal picco del 22% nell’aprile 2022 al misero 8% del dicembre 2023. E questo, nonostante l’interesse dei dipendenti ad accettare lavori con un alto tasso di flessibilità rimanga elevato, pari al 46% delle domande.

Del resto, più studi in questi anni hanno dimostrato come il lavoro smart possa portare numerosi vantaggi, tra cui un aumento dell’innovazione e un calo del rischio di burnout. Eppure, le aziende di tutto il mondo stanno rimettendo in discussione le decisioni prese durante il periodo pandemico. Da Disney a Starbucks, la nuova tendenza è tornare in ufficio almeno 3 o 4 giorni a settimana.

L’opinione degli esperti

Il tema è stato al centro anche di un’interessante discussione al World Economic Forum di Davos e può dirsi tutt’altro che risolto. Secondo Lieve Mostrey, chief executive officer della società belga di servizi finanziari Euroclear, il lavoro ibrido è un vantaggio senza pari per vincere la “battaglia dei talenti”, nonchè un efficace esperimento sociale che può far bene anche all’azienda, purché si tengano in conto tre fattori: la centralità del cliente, l’efficienza del team e le preferenze dei singoli lavoratori.

Secondo Manny Maceda, amministratore delegato di Bain & Company Inc, invece, è il punto è capire qual è la città di riferimento. Se parliamo di metropoli in cui gli spazi abitativi sono molto piccoli, allora va da sé che il richiamo in ufficio può essere molto attrattivo. Insomma, non c’è una soluzione unica per tutti. Ma una cosa è certa, le persone dovranno avere un motivo sostanziale per tornare in ufficio e gli stessi uffici dovranno cambiare.

In ufficio come in hotel

Come testimoniato da Allen Blue, vice president of product management e cofondatore di LinkedIn, gli uffici del futuro somiglieranno sempre più ad hotel, con hot-desking e hoteling, ovvero scrivanie prenotabili e spazi versatili a seconda delle necessità. Addio postazioni fisse, quindi, benvenuti spazi confortevoli ed ergonomici, orientati alla collaborazione, con tecnologie pensate per facilitare sessioni di brainstorming e riunioni di team.

Del resto, una delle motivazioni che dovrebbe spingere i lavoratori ad abbandonare le proprie abitazioni o i confortevoli caffè da cui hanno lavorato negli ultimi anni, è proprio la possibilità di lavorare molto più spesso (e molto più efficacemente) braccio a braccio con il resto dei colleghi. L’intera progettazione degli spazi, inoltre, dovrà essere orientata al benessere con illuminazione naturale, spazi verdi e aree silenzio.

Perché dovremmo tornare in ufficio?

Secondo il portale di ricerca lavoro ResumeBuilder, lavorare come in epoca pre-Covid dall’ufficio, migliora la produttività, aumenta le entrate e rafforza la cultura aziendale. Le prestazioni e finanche l’energia di ogni persona sarebbero influenzate positivamente dal lavoro in presenza. Di conseguenza, la rinnovata motivazione potrebbe far bene alla carriera. Infine, fuggendo dall’isolamento del remote working, potrebbe migliorare anche la salute mentale.

Nonostante questi (presunti) benefici, diverse aziende stanno mettendo in campo benefit di altra natura per incentivare le persone al rientro: dall’offerta del catering per le pause pranzo al babysitting per i bambini dei lavoratori e ai benefit per i pendolari. Salesforce ha finanche fatto una donazione a enti di beneficienza locali in base al numero di giorni in cui i suoi dipendenti hanno trascorso in ufficio.

Basterà tutto questo a convincere le persone a tornare (come minimo) al 2019? Il punto è nella dose di libertà (e responsabilità) che il capitale umano dell’organizzazione era riuscita a conquistare. Se parliamo di remote working, con luoghi e orari di lavoro stabiliti rigidamente dall’azienda, la scelta di abbandonare la propria scrivania nel nome dell’ufficio potrebbe essere più indolore. Viceversa, per chi è riuscito a sperimentare il vero smart working con luoghi e orari di lavoro scelti liberamente, tornare indietro avrà un costo di uscita decisamente più alto.

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  • Gloria |

    Il cambism3nto fa paura.i motivi economici sov4astano il bene delle persone.Oggi la maggior parte degli ambienti di lavoro sono delle carneficina con le loro pessime dinamiche interpersonali,mobbing, invidia,raccomandazioni ecc di cui nessuno si fa carico e di preferisce tenere gli occhi chiusi.lavorare da casa porta a superare questi aspetti aberranti e contribuisce a notevoli vantaggi a vari livelli.A livello economico non c’è più bisogno di pagate esosi affitti, anche l’inquininamento diminuisce non usando le auto per andare a lavoro,la maggior flessibilità di poter lavorare da qualsiasi luogo arreca benefici sulla salute mentale.Certo ci sono dei lavori in cui la presenza è d” obbligo ma non ricerchiamo le orme del passato avendo e potendo scegliere il buono dal futuro

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