Alle prese con un futuro insicuro e prospettive di vita viste in peggioramento rispetto alle generazioni precedenti, soprattutto quando si parla di lavoro. Ma anche disincantati dalla politica, ansiosi e più vulnerabili nei confronti delle dipendenze (da sostanze, come alcool, droghe e farmaci, ma anche da device digitali). Sono gli adolescenti di oggi visti attraverso la lente dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, un progetto nato su iniziativa della Fondazione Unipolis, in collaborazione con Demos & Pi, che analizza l’andamento nel tempo delle fonti di insicurezza dei cittadini europei e che, nell’ultima edizione, ha fatto un focus specifico sulle insicurezze legate all’adolescenza.
I problemi dell’adolescenza
Gli adolescenti studiati in questo lavoro sono tratteggiati a partire dalla prospettiva degli adulti.
In generale, un piano sul quale gli intervistati sono negativi in maniera unanime è quello delle prospettive dei giovani, in termini di posizione sociale ed economica. Appena il 14% dei cittadini europei ritiene che il loro futuro sarà migliore rispetto a quello dei genitori. Solo in Finlandia c’è una maggioranza – relativa, il 43% – che delinea un quadro di stabilità, e prevede condizioni “più o meno uguali” rispetto alla generazione precedente. Nel complesso, il 51% pensa che lo status socioeconomico sia destinato a peggiorare. Maglia nera di pessimismo all’Italia dove quasi i due terzi del campione (65%) ritiene che i giovani avranno un futuro “peggiore rispetto a quello dei genitori”, mentre solo per il 6% sarà “migliore”.
L’Europa, e l’Italia soprattutto, non sono visti come Paesi per giovani. “Ma se i giovani sono il futuro, il rischio è che il nostro tempo abbia oscurato, se non abolito, il futuro. Disegnando un tempo senza tempo, senza orizzonte” scrive Ilvo Diamanti nella presentazione del rapporto, aggiungendo “Questo è il tempo della paura fluida. Attraversato e segnato da paure che cambiano e si riproducono, senza soluzione di continuità”.
L’incertezza sulle prospettive lavorative
L’Italia emerge come il più insoddisfatto tra i Paesi sul tema delle prospettive lavorative e, sebbene il problema sia segnalato al quinto posto fra le questioni che destano maggiore preoccupazione in generale, in Italia c’è una punta del 27% di intervistati che lo vede come di prioritario rilievo. Negli altri Paesi, l’incertezza lavorativa viene collocata fra i primi tre problemi per i più giovani, dal 12% del campione in Germania, dal 9% in Finlandia e dal 13% in Francia, per una media del 16%.
Le visioni a tinte fosche per i giovani italiani fanno eco alla preoccupazione per i temi economici che contraddistingue gli intervistati e le loro insicurezze, affrontati nella prima parte della ricerca. Disoccupazione, lavoro e inflazione sono i temi economici che dominano l’ideale agenda di governo suggerita dai cittadini europei. In particolare, il rapporto rileva che, in Italia, il numero di persone che segnala un tema economico come prima emergenza è il 39%. Solo il 30% è soddisfatto dell’attuale andamento economico generale e il 34% esprime soddisfazione per le opportunità di lavoro.
Anche il peso specifico che il benessere economico riveste nelle vite degli adolescenti cresce. La ricerca del successo e della ricchezza sono aspetti che, nell’opinione degli intervistati, contrassegnano la prospettiva di vita degli adolescenti, oggi, più di quanto avvenisse in passato, soprattutto in Italia.
Debutto in società
Per quanto riguarda il coinvolgimento politico dei giovani, il contesto italiano si contraddistingue per un forte disincanto. Secondo la generazione degli adulti, il ricambio generazionale sta portando con sé un indebolimento della politica come elemento identitario e di partecipazione, almeno nelle sue forme tradizionali e istituzionalizzate. Sei rispondenti su dieci (61% vs 43% della media) ritengono infatti che gli adolescenti di oggi pensino che la politica non li riguardi.
Un indebolimento dell’impegno volontario e politico rispetto alle precedenti generazioni non corrisponde però a un totale disinteresse. Sebbene distaccati, ci sono alcuni aspetti della sfera socio-politica che sono visti come rilevanti per le nuove generazioni: la sensibilità ambientale, la lotta alle discriminazioni e la spinta pacifista, ad esempio. Oltre al fatto che gli adolescenti di oggi sembrano caratterizzati da un atteggiamento di tolleranza e apertura verso l’immigrazione, questione rilevante socialmente e politicamente.
Le maggiori preoccupazioni
Tra gli 8 problemi più seri che, nell’opinione dei cittadini europei, caratterizzano oggi la fase adolescenziale, il primo in assoluto riguarda l’uso di sostanze, quali alcol, droghe o farmaci. Il Paese nel quale il livello d’allarme è più forte è peraltro l’Italia, dove la preoccupazione è condivisa dal 40% del campione. Segue la “dipendenza” dai device digitali, smartphone in primis, vista la pervasività di questi strumenti nella dimensione quotidiana degli adolescenti. In Italia il problema è però meno sentito rispetto ad altrove; mentre dove si teme maggiormente l’influenza delle nuove tecnologie sono Germania e Finlandia.
Infine c’è la questione del benessere psicologico, che rimanda a sua volta all’uso/ abuso di sostanze come alcool, droga e farmaci. Con la “pressione” della società e del mondo intorno ai ragazzi che si fa sempre più forte, il 18% degli intervistati indica il tema dell’ansia e della depressione un rischio al quale i ragazzi di oggi sono maggiormente esposti rispetto alle precedenti generazioni. Il 76% del campione italiano è convito che, rispetto al passato, gli adolescenti di oggi abbiano infatti un maggiore rischio di soffrire d’ansia o di depressione.
Il rapporto
A partire dal 2007, Fondazione Unipolis, fondazione d’impresa del Gruppo Unipol e del Gruppo UnipolSai, ha affidato a Demos & Pi, sotto la direzione scientifica di Ilvo Diamanti, la conduzione di un’indagine annuale sulla percezione sociale della sicurezza in Italia e nei principali Paesi europei.
La sicurezza viene indagata con un’accezione ampia, non solo come problema di incolumità personale, ma come percezione dei rischi presenti e futuri e della domanda di protezione che da essa deriva.
Quest’anno il campione ha interessato oltre 4.000 cittadine e cittadini con una parallela rilevazione europea su Italia, Germania, Francia e Finlandia.
Il risultato delle analisi è stato raccolto e raccontato in un rapporto – presentato con un evento in live streaming – intitolato Il tempo della paura fluida, con l’intento di far emergere i diversi aspetti e significati che il tema assume, anche in relazione alle evoluzioni sociali della società contemporanea.
La seconda parte del rapporto è dedicata in particolare all’adolescenza, una fase della vita caratterizzata da una particolare vulnerabilità all’insicurezza, che viene tratteggiata a partire dalla prospettiva degli adulti e analizzata su cinque diverse dimensioni: individuale, relazionale, scolastica e lavorativa, sociopolitica e mediale.
Come ha spiegato Maria Luisa Parmigiani, direttrice generale della Fondazione Unipolis: “questo XV Osservatorio dedicato agli adolescenti ben si colloca nel Piano Triennale della Fondazione che ha individuato proprio nei giovanissimi il target principale d’intervento. Ne esce un dipinto a tinte forti che oggi abbiamo voluto decodificare e commentare con esperti proprio per andare oltre il semplice dato, di cui comunque il Rapporto è ricco. Questi approfondimenti infatti ci servono a sensibilizzare chi segue le nostre attività ma anche e soprattutto ad indirizzare meglio proprio ciò che noi facciamo per accrescerne l’impatto sociale”.
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