La percentuale di donne che si iscrivono alla facoltà di medicina in Europa è in aumento, eppure sono ancora poche le professioniste che occupano posizioni apicali una volta entrate nel mondo del lavoro. L’Italia naturalmente non fa eccezione: i dati elaborati dal Ced della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, mostrano come su un totale di 329.263 medici con meno di 69 anni, quindi potenzialmente in attività nel Servizio sanitario nazionale, il 52% è donna. Se poi si prende la fascia sotto i 55 anni le donne sono la netta maggioranza e tra i 40 e i 44 anni sono quasi il doppio dei colleghi uomini (mentre fra gli over 60 la maggioranza è nettamente maschile). Fra i primari, però, le donne sono solo il 14% (ancora)
Questione di stereotipi
In questo contesto sono proprio le società nazionali e internazionali di categoria a fare la differenza nell’affrontare la disparità di genere. Nell’Ue, per esempio, la Società Europea dei Chirurghi e delle Chirurghe Toracici (Ests) e l’Associazione Europea per la Chirurgia Cardio – Toracica (Eacts) hanno messo a punto un questionario per valutare i dati demografici e l’impatto dei pregiudizi di genere sulla carriera chirurgica.
I dati emersi dallo studio rivelano che le donne che si occupano di chirurgia cardiotoracica sono più giovani degli uomini, con un’età compresa tra i 30 e i 39 anni. Tuttavia, dei 1181 intervistati, il 22% degli uomini ricopre il ruolo di professore ordinario a differenza del solo 6% delle donne. Il 43% ha dichiarato poi di essere capo dipartimento rispetto alle donne. Un numero maggiore di partecipanti di sesso maschile inoltre ha avuto esperienze di lavoro al di fuori del proprio Paese rispetto alle donne (69% vs 53%).
Chirurghe, ma senza figli
Altre considerazioni interessanti dal rapporto Europeo emergono dalla sezione dell’indagine riservata alla vita personale dei partecipanti: la maggior parte delle donne ha dichiarato di essere sposata o in unione civile (47%), mentre il 37% ha dichiarato di essere single, rispetto all’84% degli uomini che riferiscono di essere sposati. Il 66% delle donne non ha figli, rispetto al 19% degli uomini.
Sono certamente dati che pesano nella scelta del percorso professionale delle neolaureate, che spesso finiscono per scartare la carriera chirurgica a favore di scelte professionali che ammettono un equilibrio maggiore con la vita privata. L’impegno delle associazioni e delle società scientifiche risulta allora fondamentale per dare voce alle donne che vogliono investire in questo settore, a dispetto della strada ancora da percorrere per renderlo più inclusivo.
Le specializzazioni in Italia
Tra le specialità mediche a netta prevalenza femminile troviamo ancora le “tradizionali” ginecologia e pediatria. Ma c’è anche qualche “sorpresa”: nella fascia tra i 30 e i 50 anni, ad esempio, le anestesiste rianimatrici sono 2.667, a fronte di 1.720 colleghi uomini. Le chirurghe pediatriche, nella stessa fascia, sono il doppio dei colleghi (120 contro 62); in crescita anche, tra le generazioni più giovani, le chirurghe generali, 919 verso 1238 uomini, plastiche, toraciche, vascolari, anche se gli uomini sono sempre la maggioranza.
Sempre nella stessa fascia 30-50, le cardiochirurghe sono 136 contro 261 uomini; il rapporto si inverte se guardiamo alla cardiologia, specialità ‘al femminile’ con 1.622 professioniste e 1.431 dottori. Una vera e propria carica è quella delle giovani geriatre, 1.029 a fronte di 331 colleghi coetanei, delle fisiatre under 50, 898 contro 484 uomini, delle interniste, 1.690 verso 938, delle neuropsichiatre infantili, 777 a 113, delle reumatologhe, 414 verso 160.
Anche le oncologhe, sempre tra i 30 e i 50 anni, doppiano i colleghi maschi, essendo rispettivamente 769 e 312, e così le infettivologhe, 364 e 155. Specialità a prevalenza maschile, anche tra i più giovani, restano ortopedia, urologia, neurochirurgia.
Women in Surgery
Dal 2015 in Italia, grazie all’attività dell’associazione Women in Surgery fondata dalle chirurghe Gaya Spolverato e Isabella Frigerio, si guarda con attenzione a certi temi e si prova a essere parte del cambiamento. “L’idea della squadra WiS nasce proprio in sala operatoria, durante una giornata al lavoro insieme alla mia collega Isabella Frigerio su un intervento di chirurgia maggiore”, racconta ad Alley Oop Gaya Spolverato, che prosegue: “L’équipe composta interamente da donne ci ha fatto comprendere che i tempi erano maturi per rendere il nostro ambiente meno anacronistico e capace di ascoltare davvero le nostre esigenze. Da quel momento abbiamo iniziato a occuparci delle donne chirurghe, a confrontarci con le istituzioni, tenendo sempre al centro delle priorità la formazione delle giovani studentesse e delle specializzande”.
Il programma di mentorship dell’associazione Women in Surgery è uno dei progetti a cui il gruppo tiene di più, perché permette l’incontro tra professioniste che possono così condividere esperienze e pezzi di strada insieme.
Women in General Thoracic Surgery & Women in Cardiothoracic Surgery
Le stesse prerogative, con l’obiettivo di trasmettere alla nuove generazione di chirurghe storie di successo, che ammettono tuttavia l’utilità del fallimento, ha messo in moto anche l’attività del Comitato Ests Women in General Thoracic Surgery e il Comitato Eacts Women in Cardiothoracic Surgery, di recente costituzione, pronte a ispirare e a sostenere le donne nel realizzare le proprie ambizioni.
Il prossimo 4 giugno, per esempio, si terrà a Milano la 31sima edizione del Congresso della European Society of Thoracic Surgeons (Ests), un’occasione di incontro e confronto per le chirurghe e i chirurghi toracici di tutta Europa. E non solo. In questa edizione, che terminerà il 6 giugno, è stata introdotta una novità proprio grazie al Comitato Ests Women in General Thoracic Surgery. Per tutti i giorni dell’evento sarà allestita, grazie al supporto di Medela, un’area di assistenza all’infanzia per tutte le mamme professioniste.
“Le donne che vogliono intraprendere una carriera in chirurgia spesso vivono il conflitto di dover fare una scelta tra vita lavorativa e sfera privata”, commenta Cecilia Pompili, chirurga toracica e membro del comitato. “Avere la possibilità di non sacrificare il tempo da trascorrere con i propri figli durante i convegni, che spesso si tengono nei fine settimana, è un primo passo per supportare le famiglie in cui spesso entrambi i genitori lavorano full-time”.
Il Comitato Ests Women in General Thoracic Surgery con questa iniziativa ha cercato di rispondere alle richieste emerse durante la compilazione del questionario di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo. “Da tutta Europa è stata unanime la richiesta di maggior supporto in termini di iniziative childcare – conclude Cecilia Pompili –. Inoltre la maggior parte degli intervistati ha chiaramente evidenziato la mancanza di opportunità per favorire la leadership e la formazione delle donne in chirurgia toracica: è proprio su questo che vogliamo investire”.
L’iniziativa è stata accolta con soddisfazione anche dalla presidente dell’Ests, Isabelle Opitz, che l’ha definita un importante traguardo per l’intera società chirurgica, al punto da essere anche d’esempio per occasioni congressuali di altri settori. “Siamo grati alla dottoressa Pompili per aver organizzato questo evento per la prima volta a Milano: si tratta di un’opportunità vantaggiosa per i nostri soci e le loro famiglie”.
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