Emergenza sisma in Siria: ad Aleppo 100mila senza casa, gli aiuti di Coopi

Sono circa 100mila le persone rimaste senza una casa ad Aleppo, in Siria, a causa del devastante terremoto che la mattina del 6 febbraio ha colpito il nord del Paese in guerra e la vicina Turchia. A stimare il numero è l’organizzazione umanitaria COOPI – Cooperazione Internazionale, operativa a sostegno della popolazione nell’area, dove è presente da 5 anni.

La situazione è emergenziale in ampie zone, mentre il bilancio globale dei morti ha superato quota 37mila, di cui oltre 31mila in Turchia e più di 5.700 in Siria.

COOPI ha prestato i primi soccorsi a 4.500 uomini, donne, bambini e anziani, che hanno trovato riparo in 10 rifugi come scuole, chiese e moschee nelle aree di Kallaseh, Saif Aldauleh, Alneil Street, Jamilie, Sulayman Alhalabi, Bouston Alqasser, Qadi Askar. Mentre gli interventi proseguono, ha inoltre fornito sinora 500 coperte, 400 kit igienici (uno per famiglia), 800 lampade solari, 400 presidi medicali tra cui sedie a rotelle e stampelle, supporto psicologico a circa 1.500 persone. Ma il bisogno è altissimo.

Le persone sono fortemente traumatizzate e disperate, chiedono cibo e soldi per comprare le cose di cui hanno più bisogno, insieme a materassi e coperte”, dice Matteo Crosetti, coordinatore regionale COOPI in Medio Oriente, che prosegue: “Il nostro staff ad Aleppo riferisce che la tensione è molto alta. La gente è arrabbiata, perché gli aiuti stentano ad arrivare”. Da damasco sarà in diretta dalla Siria sull’account Instagram di Alley Oop il 22 febrbaio alle 15.00 ore italiane Andrea Piccinnu, amministratore COOPI per la Siria, per raccontare la situazione nel Paese e gli aiuti necessari alla popolazione.

Secondo i dati rilasciati dal ministero della Salute siriano, al 13 febbraio le persone colpite dal terremoto erano ormai 7,2 milioni, di cui oltre 2 milioni nel governatorato di Aleppo. Qui 56 edifici sono crollati completamente, mentre un numero imprecisato di costruzioni è danneggiato o in procinto di collassare. Nella città di Aleppo, si stima che 18.500 famiglie abbiano trovato ricovero nei rifugi messi a disposizione dalle autorità locali e religiose.

L’organizzazione umanitaria italiana ha attinto al proprio fondo di prima emergenza per far fronte alle necessità immediate e organizzare nuove distribuzioni, ma è necessario fare di più, perciò rilancia un appello di raccolta fondi per sostenere le sue azioni di intervento umanitario a favore della popolazione.

COOPI in Siria:

COOPI ha iniziato a lavorare in Siria nel 2016, occupandosi prima di tutto di fornire i mezzi di sussistenza alle famiglie più colpite dalla crisi e residenti nell’area di Damasco rurale. Nel 2018, ha aperto il programma di sostegno psicosociale ad Aleppo, puntando sui centri comunitari in grado di raggiungere nel tempo oltre 40.000 persone, attraverso terapie specializzate e campagne informative sulla salute mentale, la prevenzione della violenza e degli abusi sulle donne e sui bambini. A ciò, nel 2021, ha aggiunto il programma di sicurezza alimentare, che attraverso il sostegno dell’orticoltura, del piccolo allevamento o l’uso del sistema del cash for work o del cash transfer ha permesso a migliaia di famiglie di sopravvivere.

Chi è COOPI:

L’organizzazione interviene in 33 Paesi del mondo per rompere il ciclo delle povertà e per accompagnare le popolazioni colpite da guerre, crisi socioeconomiche o calamità naturali, verso la ripresa e lo sviluppo durato. Dal 1965 ad oggi, COOPI ha aiutato 110 milioni di persone realizzando 2.519 progetti in 73 Paesi, avvalendosi di 5.000 espatriati e 65.000 operatori locali.

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