Creazioni di alta pelletteria al femminile per rinascere dalla violenza

Un progetto nato per aiutare le donne a uscire dalla violenza che cresce e diventa impresa. La.b è un laboratorio di pelletteria artigianale nato a Latina nel 2019 da un percorso di inclusione lavorativa rivolto alle donne vittime di violenza di genere, grazie al Centro donna Lilith e alla collaborazione con il Comune di Latina e la Regione Lazio. Dopo tre anni, con una pandemia in mezzo e tanta strada fatta, il progetto è cresciuto e punta a camminare sulle sue gambe.

Come è nato il progetto

Tutto è iniziato quando il Centro donna Lilith, che da più di trentanni opera nel territorio di Latina e provincia e gestisce due centri antiviolenza, uno a Latina e uno ad Aprilia, e dal 2003 una casa rifugio, ha partecipato a un bando che prevedeva un percorso di formazione e lavoro. Perché per uscire dalle situazioni di violenza è fondamentale l’autonomia finanziaria, tanto quanto il lavoro: non solo per il lato economico, ma per quanto di sé può restituire alle donne, in termini di capacità di fare, di autostima e di competenze.

Grazie all’incontro fortunato con imprenditrici del territorio che hanno creduto nell’idea e hanno proposto una formazione artigianale in pelletteria sono state formate inizialmente cinque donne, che non si conoscevano tra di loro e che sono diventate una squadra, affiancate da professioniste esperte. La formazione è stata completa, dalla parte tecnica a quella sul lavoro di gruppo, dallo studio dei materiali a come si arriva a realizzare un progetto, fino all’utilizzo delle attrezzature e delle macchine.

Un laboratorio artigianale

La scelta, forte e simbolica, è stata quella di utilizzare nelle creazioni di La.b le pelli delle bufale, animali tipicamente e storicamente allevati nel territorio pontino. Ma si è trattato di una scelta non solo legata alla prossimità degli allevamenti: la bufala ha una pelle imperfetta, poco utilizzata in pelletteria perché considerata poco pregiata, più rugosa. Le bufale passano molto tempo in acqua, portano sulla loro pelle molti segni perché sono animali che stanno molto vicini tra loro e si segnano con le corna.

Il progetto prevede il recupero della pelle al naturale, valorizzando tutti i segni e le cicatrici e le imperfezioni. Perché, come per le donne, proprio dalle cicatrici, proprio dalle fragilità si può ricreare la bellezza. Così la pelle di bufala è diventata un simbolo, quei segni sono quelli – visibili e non – che ogni donna che ha subìto violenza porterà per sempre nel suo percorso di crescita ed emancipazione.

Il progetto man mano è cresciuto, è diventato sempre più autonomo e, dopo tre anni, la.b da associazione si è costituita in una società, anche perché il valore delle creazioni non è solo simbolico ma quello di prodotti artigianale di fascia alta. La.b ha aperto un negozio sul territorio, collabora con altri negozi a Roma che espongono e vendono i prodotti di pelletteria e punta a una crescita graduale. Intanto, ha attivato una partnership con un importante brand nazionale nei complementi d’arredo, per cui ha prodotto una serie di svuotatasche e ha ottenuto un’altra importante commessa per realizzare le sedute per un’azienda toscana, oltre a proporre anche corsi professionali di lavorazione della pelle.

Appuntamento il 20 dicembre

Il 20 dicembre 2022  nella cornice della KOU Gallery di via della Barchetta 13 a Roma si è tenuta l’esposizione “I’mperfect – saper essere per saper fare”, dedicata al progetto e alla stua storia. Per valorizzare la consapevolezza del saper fare per passare dall’esperimento al progetto, dal concept al brand, dall’idea al design. Una storia fatta di racconti umani, personali e corali in cui la narrazione diventa l’anima del prodotto. L’esposizione è accompagnata dalla narrazione fotografica di Marcello Scopelliti (che firma anche la foto di questo articolo), fotografo ufficiale del brand, e dal racconto mediante la proiezione di un video-documentario di MaGa Production, casa di produzione di Docu-Film.

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