Carceri: il 62% dei suicidi avvengono nei primi sei mesi in cella

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È del 14 novembre la notizia di due nuovi suicidi ad Ariano Irpino e Lecce. Nel 2022 sono decedute 188 persone ristrette in carcere, tra esse 79 per suicidio (il numero più alto degli ultimi 10 anni) e 27 per cause da accertare. In questo contesto il Garante nazionale delle persone private della libertà ritiene essenziale proseguire con ancor maggior puntualità nel proprio impegno di verifica e analisi delle condizioni detentive negli istituti del nostro Paese. Sempre quest’anno si sono contati 4 suidici anche fra gli operatori di polizia penitenziaria.

Analisi dei suicidi

Il primo periodo in carcere è il più complesso e delicato da affrontare. Il 62% dei suicidi in carcere avvengono nei primi sei mesi di detenzione. È il dato 2022 – 49 persone che si sono tolte la vita nella fase ‘inziale’ della detenzione su 79 in totale (74 uomini e 5 donne) nei primi 11 mesi dell’anno – che emerge dalle anticipazioni di uno studio sui suicidi in carcere negli ultimi 10 anni condotto dal Garante nazionale delle persone private della libertà. Di questi, 21 detenuti si sono tolti la vita nei primi tre mesi dall’ingresso in Istituto e 15 nei primi 10 giorni, 9 dei quali addirittura entro le prime 24 ore dall’ingresso. Significa circa un suicidio su 5 si verifica nei primi 10 giorni dall’ingresso nel carcere

Inoltre, fra le 79 persone suicidatesi 5 avrebbero completato la pena entro l’anno in corso, 39 avevano una pena residua inferiore a 3 anni; solo 4 avevano una pena residua superiore ai 3 anni e una soltanto aveva una pena residua superiore ai 10 anni. Un picco si è registrato nel mese di agosto, quando in carcere gran parte delle attività si fermano, con ben 17 casi.

Numeri che “a dispetto di quanto ci si potrebbe aspettare“, commenta il Garante nazionale dei detenuti, dimostrano come “le condizioni della vita detentiva o la durata della pena ancora da scontare o della carcerazione preventiva spesso non sembrano risultare determinanti nella scelta di una persona detenuta di togliersi la vita”. “In questi casi – prosegue – sembra piuttosto che lo stigma percepito dell’essere approdati in carcere costituisca l’elemento cruciale che spinga al gesto estremo“.

Dei 79 casi di suicidio registrati 33 riguardano persone riconosciute con fragilità personali o sociali (senza fissa dimora, persone con disagio psichico, ecc.).

Dal 2012 un totale di 583 suicidi

79, si tratta del più alto di suicidi mai registrato negli ultimi dieci anni. Tale dato risulta ancora più allarmante se lo si rapporta al totale della popolazione detenuta nei diversi anni: infatti, nel 2022 si registra una popolazione detenuta media visibilmente inferiore a quella del 2012 – ben 11.687 persone detenute in meno – ma con 23 suicidi in più rispetto a quelli verificatisi in quell’anno. Negli ultimi dieci anni, negli Istituti penitenziari nazionali, si sono verificati 583 suicidi, di persone di età compresa tra i 18 anni e gli 83 anni, quasi la metà delle persone era in attesa di una sentenza definitiva (tasso simile alle persone che si sono suicidate nel 2022).

Tale quadro complessivo non può non preoccupare e interrogare una Autorità di garanzia che ha il compito di vigilare sul rispetto dei diritti delle persone private della libertà, a cominciare dal diritto alla vita e alla dignità, pur con la consapevolezza che la decisione di porre fine alla propria vita si fonda su un insieme di cause e di ragioni intimamente personali” si legge nella nota del Garante.

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