Incontriamo Beatrice Rana e Antonia Valente nel caldo di luglio in Puglia. Alley Oop ha intrapreso un viaggio alla scoperta dei festival di musica da camera diretti da queste pianiste internazionali che, dopo qualche giro intorno al mondo, tornano ogni anno a casa per lavorare a due rassegne ormai punto di riferimento dell’estate pugliese. Parliamo infatti di Classiche Forme e Ritratti Festival, gli appuntamenti curati da Beatrice Rana e Antonia Valente che abbiamo raggiunto a Lecce e a Monopoli.
Il Parco Belloluogo, nel Salento, è stato il posto scelto per inaugurare l’oasi di Classiche Forme, un’area verde in cui di edizione in edizione verranno piantati alberi nel nome del festival. Si tratta di un’idea che fa comprendere il legame della rassegna con il territorio in termini di tutela ambientale e di esplorazione. “Con Classiche Forme provo a coniugare due dei miei grandi amori: l’amore per la musica classica e l’amore per il Salento, che è una terra che si sta scoprendo sempre di più dal punto di vista turistico. – racconta Rana – Portare concerti di musica classica in luoghi poco convenzionali e identitari del barocco leccese, in masseria o in campi aperti permette di vivere la musica in una maniera completamente diversa”.
Ne è convinto anche Pablo Ferrández, violoncellista e amico del festival. Per questo musicista, tra i più promettenti della scena, Classiche Forme è un progetto vincente perché riesce a rendere la musica da camera davvero vicina alle nuove generazioni. Al punto da passare persino nelle storie Instagram dove ogni giorno racconta i concerti e le sue tappe mondiali. Tra i punti di forza del festival, inoltre, vi è la scelta di rinunciare durante alcuni concerti al palcoscenico. In questo modo musicisti e pubblico sono vicini e non c’è spazio per l’inibizione che spesso frena chi partecipa a un evento di musica da camera.
Classiche Forme si è imposto sin dalla prima edizione come un evento di grande prestigio: ha ricevuto la medaglia dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come riconoscimento dell’alto valore sia culturale che dell’impatto sul territorio. Gli è stato assegnato anche il riconoscimento Effe Label, il marchio di qualità europeo riservato a importanti festival d’arte da parte dell’European Festivals Association, supportata dalla Commissione e dal Parlamento Europeo.
“Voglio che la gente conosca il Salento non soltanto come luogo, ma come tradizione popolare. D’altronde è questo l’aspetto che più apprezzo della mia terra. Portiamo in scena le luminarie tipiche delle feste patronali, ad esempio, e serviamo il nostro iconico caffè in ghiaccio con il latte di mandorla durante le sessioni di ascolto”. Quando chiediamo a Beatrice Rana il motivo che la spinge a investire ogni anno in un progetto tanto ambizioso, la risposta è chiara: “Si tratta soprattutto di una scommessa sui giovani, sui miei coetanei. In Italia il pubblico della musica classica è composto nella maggior parte da adulti, perché i ragazzi si sentono inibiti da questo mondo. Non sanno come vestirsi, quando applaudire, come comportarsi durante le esibizioni”.
E la paura di cui parla la direttrice artistica di Classiche Forme genera distanza, che inizia sin dalla scuola dove non esistono ancora programmi di storia della musica capaci di mettere tutti nelle condizioni di apprezzare questo genere musicale, a cui approcciarsi con libertà. Per Beatrice Rana i concerti sono momenti di democrazia e ne fa una vera e propria questione di inclusione. “Il mese scorso ho suonato il concerto di Clara Schumann, artista vissuta circa cento anni fa, che si è vista negare diverse possibilità per il fatto di essere una donna. Intraprendere oggi questa carriera è di sicuro più favorevole, ma c’è ancora molta strada da fare. Questo festival è la mia piccola rivoluzione personale: attraverso la sua storia voglio dimostrare alle ragazze che non ci sono ruoli che non ci appartengono”.
La pensa allo stesso modo la pianista Antonia Valente, direttrice artistica del Festival Ritratti e docente alla Scuola superiore di musica Reina Sofia di Madrid. “Occorrono passi in avanti soprattutto nel settore manageriale del nostro lavoro: mi auguro di vedere sempre più spesso donne direttrici artistiche di grandi eventi, nonché donne con ruoli di rilievo nel mondo della cultura” dice Valente, mentre ci racconta che la rassegna da lei ideata è nata come un’opportunità per suonare insieme ai suoi musicisti preferiti.
Dopo diciotto anni di festival, oggi la stessa occasione viene assicurata ai giovani che partecipano a Ritratti, perché possono partecipare ai concerti e al tempo stesso essere protagonisti di esibizioni e workshop. La formazione dopotutto è una delle cifre stilistiche di questo progetto che ogni anno richiama in Puglia un pubblico internazionale. “Ritratti mi permette di comprendere a che punto sono i talenti pugliesi, offrendo loro un momento di confronto dal vivo con i fruitori del genere, uscendo dai Conservatori”.
Beatrice Rana e Antonia Valente partecipano a quello che può essere ormai considerato il turismo culturale della Puglia, una regione che negli anni ha migliorato la sua proposta per i viaggiatori coniugando la valorizzazione dei luoghi, delle tradizioni alla promozione di eventi di intrattenimento capaci di richiamare artisti da ogni parte del mondo.
E visto che siamo in estate, Alley Oop vi lascia due suggerimenti per le vostre vacanze seguendo i luoghi dei festival Classiche Forme e Ritratti. Monopoli, conosciuta come città delle cento contrade che rievocano i nomi dei casali ormai scomparsi, conserva l’assetto alto-medievale del suo centro storico fortificato. Ogni contrada è caratterizzata dalla presenza di masserie fortificate, ville patrizie neoclassiche, chiese e trulli. Il paese vecchio si sviluppa dal Borgo, com’è denominata la centrale tra le più grandi piazze d’Italia, con vie piene di botteghe, negozi e locali che si diramano fino alla costa bagnata dal mare adriatico.
Lecce, invece, si esprime attraverso il linguaggio del Barocco di cui la città è simbolo per eccellenza. Ci si lascia conquistare dalla bellezza delle decorazioni delle chiese e dei palazzi, scoprendo poi la sua anima romana attraverso i maggiori monumenti, nonché le influenze normanne, bizantine e spagnole. Lecce non finisce di stupire con i suoi riti e il suo folklore, che permettono al passato di rivivere nel presente. La città offre al visitatore itinerari di notevole interesse artistico, che culminano con il complesso monumentale del Duomo. Una volta qui non dimenticate di visitare il suo Campanile, aperto al pubblico solo qualche settimana fa, che permette di salire fino in cima. Si arriva fino a 43 metri e dalle quattro balconate si guarda dall’alto la città: la vista si può spingere fino ai monti dell’Albania.
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