Violentata in Sudan, Sabrina Prioli dopo 6 anni ottiene un risarcimento

img_9039

Cinque volte violentata, torturata, percossa. Una storia di stupri e violenze che ha segnato Sabrina Prioli, cooperante sociologa aquilana che nel 2016 si trovava in Sud Sudan per un progetto di pacificazione quando ha subito lo stupro da parte dei soldati dell’esercito nel bel mezzo di una guerra civile. Una storia di soprusi che oggi ha una conclusione positiva: Sabrina, dopo una dura battaglia ha vinto, e, come annuncia ad Alley Oop – Il Sole 24 Ore, ha ottenuto un risarcimento dallo Stato del Sud Sudan sulla base di un accordo transattivo, i cui termini sono confidenziali.

“Ho rifiutato un primo risarcimento, offensivo, di 4mila dollari”

L’iter giudiziario è stato lungo, e durante la battaglia, durante la quale la donna ha sofferto di solitudine e non si è affatto sentita spalleggiata, almeno nei primi tempi, dalle istituzioni italiane, è anche ritornata in Sudan a testimoniare come vittima. Nel 2018 la donna si vede accordare dalle corti del Sud Sudan un risarcimento di 4mila dollari nell’ambito del procedimento penale a carico dei suoi aguzzini: “Non ho accettato quei soldi, che ritenevo offensivi per quello che avevo subito. Inoltre, il file del procedimento era stato eliminato dal governo e non era quindi possibile fare appello alla locale Corte Suprema”.

Sabrina, però, non si è arresa. “Dal 2019 sono andata avanti per trovare il modo di avere un risarcimento. Mi sono mossa sola, poi sono stata affiancata da un avvocato pro bono di una organizzazione non governativa, di Singapore. È iniziata la negoziazione che è andata avanti fino al 2019. Ho dovuto combattere da sola, non ho avuto appoggi dalle istituzioni italiane. Ma alla fine questo negoziato non ha portato ad alcun risultato perché il Governo del Sud Sudan si è rifiutato di dare seguito all’accordo. L’anno scorso, dopo che i giornalisti hanno iniziato a parlare di me, dopo che è uscito il mio primo libro ed è stata fatta l’interrogazione parlamentare di Stefania Pezzopane, il ministero per gli Affari esteri, che ringrazio, ha cominciato ad aiutarmi intervenendo ripetutamente presso le autorità del Sud Sudan affinché fosse raggiunta una definizione della vicenda.  In quel periodo mi sono affidata all’avvocato Andrea Saccucci, esperto di diritti umani, che ha iniziato ad aiutarmi per quanto riguarda rapporti diplomatici con gli Affari esteri e con il Governo del Sud Sudan. Nel 2021 quindi è iniziata un’altra negoziazione e fortunatamente con l’aiuto del Mae e del mio avvocato sono riuscita ad arrivare al settlement e, soprattutto, ad ottenerne l’esecuzione. L’importo è stato ridotto dal Governo del Sud Sudan ma l’ho accettato perché stremata dalla battaglia solitaria contro l’indifferenza e contro il silenzio”.

img_1170_facetune_05-12-2021-23-05-11Importante che le donne si battano fino alla fine

Sebbene tale indennizzo non sia sufficiente a riparare i gravissimi traumi psico-fisici che hanno indelebilmente segnato la vita di Sabrina, esso rappresenta comunque un risultato estremamente positivo dal punto di vista della tutela degli interessi delle vittime di gravi violazioni dei diritti umani e di crimini internazionali. Non sempre, infatti, la via delle azioni giudiziali è quella più adeguata alla soddisfazione effettiva di tali interessi, considerando non soltanto le incertezze ed i tempi lunghi che caratterizzano tale genere di contenzioso, ma anche le difficoltà che inevitabilmente si pongono nella fase dell’esecuzione di eventuali sentenze favorevoli rese nei confronti di uno Stato straniero.

Ora Sabrina è felice di questa vittoria e sprona le donne nella sua situazione a non abbattersi.  “Anche se non ho ottenuto quello che volevo in termini di risarcimento, si tratta di una vittoria. È importante che le donne si battano per i propri diritti fino alla fine, rompano il silenzio dell’indifferenza, anche in riferimento a violenza come crimine di guerra”. Sabrina ha portato avanti la battaglia non solo per lei, ma “per far capire che le violenze sessuali in guerra esistono e sono usate come arma. Le donne, purtroppo,  nella maggior parte dei Paesi del mondo non possono fare quello che ho fatto io, perché minacciate di morte, emarginate. Io in questo senso sono stata privilegiata”.

Sabrina si è sentita ri-vittimizzata

Nulla potrà cancellare per Sabrina quello che ha vissuto. “È stata dura, soffro ancora di stress post traumatico, sono stata criticata, e quindi ri-vittimizzata, mi hanno detto di lasciar stare. Ma perché devo lasciar stare se è stato fatto un crimine su di me? Ho dovuto combattere, esporre ogni volta anche sui giornali e in tv la mia storia per avere l’attenzione che meritavo”. Il fenomeno della ri-vittimizzazione delle donne già vittime di violenza, per cui Alley Oop il Sole 24 Ore ha vinto un bando europeo in partenariato con Università Vanvitelli di Napoli, D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, Maschile Plurale, Prodos Consulting e Masc, si verifica quando le donne, dopo aver subito violenza, si sentono sole e non aiutate adeguatamente dalle istituzioni, dalla magistratura, dagli avvocati, dalle associazioni. In poche parole, ritornano a essere, nuovamente, vittime.

Ora faccio la coach e aiuto le donne che hanno subito violenza

Dopo la vicenda dello stupro, Sabrina si è dovuta anche reinventare come donna. “Avevo un problema economico perché avevo perso il lavoro, ho dovuto rimettermi in sesto, ho fatto del coaching per me, ho visto che funzionava, e ora mi sono reinventata come coach.  Nell’ambito della mia nuova professione offro anche ore pro bono per le donne che non possono permettersi un coach e hanno problemi di violenze sessuali, abusi. Il messaggio che voglio trasmettere è che le donne si devono battere, devono continuare a far sentire la propria voce anche quando si pensa che nessuno le ascolti, rompere questo silenzio questo muro”.

***
La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com

  Post Precedente
Post Successivo