La doppia violenza in scena al Festival Vicino/Lontano

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Viola, Patrizia e Samira: tre donne, vittime di volenza, che non sono state ascoltate e che hanno subito nuova violenza da parte del contesto sociale e istituzionale. Nei convegni e sui libri si parla tanto del fenomeno della vittimizzazione secondaria che si verifica quando una donna diventa nuovamente vittima per mano dei media, dei magistrati, degli avvocati, dei consulenti tecnici e degli assistenti sociali poco formati e non adeguatamente preparati. Ma vedere drammatizzata la storia di queste donne, come fa lo spettacolo “Secondo atto” ha un impatto molto più immediato e scioccante: riesce a tenere col fiato sospeso la platea fino all’ultimo secondo, grazie anche alla bravura degli attori Silvia Vallerani, David Mastinu e Martina Zuccarello. Lo spettacolo, ideato e realizzato dall’associazione teatrale M.a.s.c., è stato realizzato nell’ambito del progetto Never Again, finanziato dal programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza dell’Ue, a cui partecipano anche la società di europrogettazione Prodos Consulting, Maschile Plurale, D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, il Sole 24 Ore e l’Università Vanvitelli di Napoli che è capofila.

Uno spettacolo in 12 città, gli spettatori chiamati a riscrivere la storia

Lo spettacolo Secondo atto è andato in scena venerdì 13 maggio a Udine, in occasione del festival Vicino Lontano, ed è previsto in tutto in 12 città, sparse in tutta Italia, da Nord a Sud, da Udine fino a Napoli e Cosenza. “I partecipanti e le partecipanti ai workshop in presenza – racconta Giulia Corradi, la registra che ha anche scritto la sceneggiatura – assistono alla messa in scena di storie di vittimizzazione secondaria e in un secondo momento vengono invitati a riscrivere le scene pensando a come dovrebbero andare se il sistema fosse veramente libero da stereotipi e pregiudizi di genere. Nelle città dove lo abbiamo già rappresentato la sfida è stata accolta con grande serietà dai professionisti e dalle professioniste del settore e questo ci fa ben sperare. Purtroppo, emerge ancora una forte e diffusa tendenza a far passare per normali parole e pensieri che invece vanno a nutrire quotidianamente il fenomeno della vittimizzazione secondaria”.

Le colpe della doppia violenza da rintracciare nel contesto sociale e culturale

Tornando allo spettacolo, attraverso le storie di Viola, Patrizia e Samira, si ripercorrono i casi più eclatanti di vittimizzazione secondaria: una ragazza che denuncia lo stupro ma non viene ascoltata nella maniera corretta dalle forze delle ordine; una donna che ha denunciato il partner violento e diventa lei la madre alienante per i servizi sociali che la seguono negli incontri protetti tra la figlia e il padre violento; una giovane che ha cercato aiuto nel contesto sociale perché aveva paura delle ritorsioni dell’ex ed è stata poi uccisa con 26 coltellate da lui. Tre storie forti che ci dimostrano come la colpa di queste storie di violenza e doppia violenza sia da rintracciare anche nel contesto sociale e culturale. Filo rosso di queste tre vicende, emblematiche di storie che viviamo e di cui leggiamo tutti i giorni, è il coro che entra ed esce dai panni dei personaggi e accusa in maniera provocatoria i presenti e la società per quel pensiero all’apparenza innocuo che continua a produrre vittime anche quando lo sono già, scaricando su di loro la responsabilità e la colpa di ciò che non avevano scelto ma solo subito.

La regista: “La voce delle donne manca da sempre in tutti i campi”

Sull’importanza del lavoro da fare a livello culturale, per estirpare secoli di cultura patriarcale che è terreno fertile della violenza, si sono confrontate, nell’ambito del dibattito dopo lo spettacolo,  Sergia Adamo, che insegna letterature comparate e teoria della letteratura all’università di Trieste, e Giulia Morello, autrice, scrittrice e regista, presidente di Dire Fare Cambiare, moderate da Maddalena Bosio, avvocata del foro di Udine ed esperta di diritti della persona, violenza di genere e diritti della famiglia. “Ci manca la capacità – ha sottolineato Adamo – di riconoscere la violenza, ci sono tante forme di violenza che iniziano prima che la violenza si scateni. Nello spettacolo abbiamo visto tre storie di donne, tre donne che non sono state ascoltate”. Morello ha rimarcato il ruolo che può giocare il mondo della cultura nel cambiare la mentalità: “Possiamo cambiare l’immaginario, abbiamo una grande responsabilità. La voce delle donne manca da sempre in tutti i campi”.

Annunciati i finalisti del Video Contest di Never Again

Nell’occasione del Festival alla Chiesa San Francesco di Udine sono anche stati annunciati i finalisti del video contest Never Again: sono 4 e si tratta di Unheard-riflessione intersezionale, Four in One; Da non pubblicare, Silenzio. Sono video di impatto realizzati da giovani registe e attrici che hanno risposto con entusiasmo al bando lanciato. Il vincitore sarà annunciato al festival Alice nella città di ottobre prossimo. Fino al 2 giugno chiunque vorrà  potrà votare il vincitore utilizzando questo google form.

Sempre in occasione di Vicino Lontano, è stato presentato l’e-book “Ho detto no. Quando la donna è vittima due volte” di Alley Oop – Il Sole 24 Ore, pubblicato l’8 marzo scorso dedicato alla vittimizzazione secondaria e realizzato nell’ambito di Never Again, disponibile gratuitamente sul sito del Sole 24 ore.

SILENZIO di Karin Maltempo

UNHEARD – RIFLESSIONE INTERSEZIONALE di Francesca Giunta

FOUR IN ONE di Sara Mangialardi

DA NON PUBBLICARE – VIDEO 31 di Elisa Pessa; Chezia Zanardini

Il Video Contest sulla vittimizzazione secondaria, realizzato nell’ambito del progetto europeo Never again, si è rivolto a giovani tra i 18 e i 39 anni, intende sensibilizzare alla conoscenza e al superamento della vittimizzazione secondaria premiando produzioni video capaci di raccontare il fenomeno in modo efficace. La cerimonia di premiazione avverrà in presenza a ottobre 2022, durante il Festival Alice nella Città – Festa del Cinema di Roma.

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Il Sole 24 Ore, con Alley Oop, è partner del progetto Never again, che ha come obiettivo quello di contrastare e combattere la vittimizzazione secondaria delle donne colpite dalla violenza.

NEVER AGAIN  è un progetto co-finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione europea (2014-2020), GA n. 101005539. I contenuti di questo articolo sono di esclusiva responsabilità degli Autori e non riflettono il punto di vista della Commissione europea.

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  • Simona Raffaella Spampinato |

    Grazie, è importante sentirsi ascoltati! 🙂

  • Monica D'Ascenzo |

    Ci scusiamo per l’errore che correggiamo prontamente. Grazie per il controllo, purtroppo possiamo essere tutt* vittime di stereotipi o di abitudini. Se ci aiutiamo a vicenda è più facile il cambiamento.

  • Simona Raffaella Spampinato |

    Buonasera,
    cito testualmente il vostro articolo: “sono anche stati annunciati I FINALISTI del video contest Never Again: sono 4 e si tratta di Unheard-riflessione intersezionale, Four in One; Da non pubblicare, Silenzio. Sono video di impatto realizzati da giovani REGISTI e ATTORI…”.
    Onestamente, in questo contesto, mi sarei aspettata una sensibilità maggiore… sono tutte DONNE le finaliste! In questo caso il maschile sovra esteso, risulta persino scorretto grammaticalmente…
    Grazie per l’attenzione
    Simona Raffaella Spampinato

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