Boomer, una generazione che non passa il testimone

scritto da il 13 Aprile 2022

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I Boomer li riconosci subito, sono la generazione della casa di proprietà, del posto fisso, delle pensioni. Sono quelli che ci hanno insegnato che prima studi, poi compri casa, ti sposi e fai un figlio. Che ci hanno ripetuto da sempre che se salti uno solo di questi passaggi, hai fallito. Ci hanno illuso dicendoci che avremmo semplicemente dovuto fare quello che avevano fatto loro, senza pensare che il mondo che viviamo oggi è anche un mondo di guerre, pandemie e crisi climatiche.

Nati tra il 1946 e il 1964 oggi sono ancora tutti li, immobili, in un surreale stato di congelamento generazionale che sembra non voler finire mai. Basta accendere la televisione o leggere i nomi della politica per accorgersi che quella è una generazione che non è disposta a lasciare spazio a chi oggi ha 30, 40 e 50 anni e sta ancora aspettando il proprio turno.

Ma è davvero tutto qui? Purtroppo no. Il vero fardello delle generazioni successive è cercare di portare dei nuovi valori in un mondo in cui, chi può davvero fare la differenza oggi è la stessa generazione che 30 anni fa, aveva creato i modelli in base ai quali abbiamo vissuto. Pensiamo per un istante, ad esempio, al ruolo delle donne nella società, a quello degli uomini nella genitorialità: le nuove generazioni faticano, non poco, a cambiare quei modelli. Sono le generazioni che vivono un perenne stato di attesa, quasi di rassegnazione e che da tutta la vita subiscono nel bene e nel male le conseguenze delle scelte di chi alla loro età era, giustamente, la generazione protagonista. Oggi, però, quella generazione boomer non può più rappresentare il nuovo mondo in cui viviamo. Un mondo che avrebbe tanto bisogno delle decisioni di chi ora sta affrontando la vita in una fase di costruzione.

Ma chi sono quelli che aspettano? Prima di tutti la “Generazione X”: nati tra il 1965 e il 1979 hanno subito più direttamente il passaggio di quel testimone che non arrivava mai, una generazione ignorata, fagocitata, che spera di avere tempo per poter dare quello che ha da dare, dire quello che non gli hanno fatto dire e che sente già la pressione della generazione successiva; “I Millenials”, nati tra il 1980 e il 1994, che con fatica cercano di spiegare ai genitori che il loro lavoro è un vero lavoro anche se vent’anni fa non esisteva, che i padri possono cambiare i pannolini senza trasformarsi in donne quando c’è la luna piena e che alla frase che inizia con: “io alla tua età ero già sposato con tua madre” vorrebbero aggiungere un paio di precisazioni sulla situazione socio economica di quegli anni.

E la domanda sorge spontanea, “quanto dovremo ancora aspettare?” Non poco, i Boomer sono ancora ai vertici del mondo, basti pensare che tra di loro ci sono nomi della politica nazionale e internazionale come Vladimir Putin (1952), Mario Draghi (1947), Boris Johnson (1964), Xi Jinping (1953) e Recep Tayyip Erdoğan (1954), per dirne solo alcuni. Il processo sarà lungo considerando che, il nuovo eletto presidente degli Stati Uniti Joe Biden, classe 1942, appartiene alla generazione che addirittura precede i così detti “Boomer” e che viene definita “Silent Generation”.

Parlare di nomi così importanti ci fa riflettere anche su un’altra questione, è facile scivolare nella generalizzazione parlando di generazioni finendo a discutere di chi sia meglio di chi, quando invece il centro del discorso è “passa il testimone” perché hai fatto il tuo pezzo e magari lo hai fatto bene, ma ora tocca a noi.

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Ultimi commenti (48)
  • Anto Petra |

    Rispondendo alla signóra Tedeschi, Io credo che se lei a 19-20 anni avesse avuto le possibilità che ha un giovane d’oggi sarebbe diventata esattamente quello che è ora: una persona che lamentosa che vive di: ah ma se io avessi allora sarei. Viva di quello che ha perché la sua generazione ha avuto tutto e di più, se non è riuscita a realizzarsi la colpa non è della sua epoca ma della sua mancata applicazione!

  • Ferruccio castagnazzo |

    Tra poco ci penserà,a non farti aspettare la intelligenza artificiale attraverso gli algoritmi che leggeranno la nostra corteccia neuronale e avremo un nuovo technosapiens

  • sofia |

    Questo è proprio un articolo scritto da un lamentoso Millenial ahahah

  • frank |

    Nei commenti sono comici i boomer risentiti…

  • Francesca Tedeschi |

    Le generalizzazioni soprattutto se basate su classificazioni statistiche lasciano il tempo che trovano. Anzi sono sempre perniciose. Ciò che posso dire è che se avessi avuto io a 19-20 anni tutte le stupende possibilità che ha un giovane oggi chissà cosa sarei diventata! Con Internet, i blog, le chat, i video che si fanno facilmente e anche i podcast che ho imparato anche io a fare facilmente. E poi la possibilità di viaggiare con treni veloci ecc. Io mi godo i video di ragazzi che fanno viaggi in tutto il mondo e sono certa che negli anni ’70 – ’80 non avrei mai potuto fare lo stesso anche se ho viaggiato moltissimo. Oggi posso leggere e consultare da Internet centinaia di libri che ai miei tempi non trovavo nemmeno nelle biblioteche. Insomma queste nuove generazioni hanno così tanti strumenti per fare cose bellissime tipo l’autrice che pubblica addirittura con Mondadori le sue storielle. Lamentarsi di questo e dare la colpa a noi Boomers è una una stupidità infinita. Temo che ci vogliano odiare solo perché oltre agli strumenti non hanno tanta voglia di sacrificarsi e di farlo per buone intenzioni. La fatica piace sempre meno. E vale sempre meno. Attenzione però che anche voi invecchiate e molto più in fretta di noi se continuate su questa strada di lamenti francamente ridicoli.

  • Nello |

    Boomer, rileggetevi anche qui, nei vostri commenti. Perchè continuate a parlare di voi come un riferimento continuando a non smentirvi e dimostrando che probabilmente avete letto l’articolo ma neanche l’avete capito “il succo”.

  • Ivano |

    A 20 anni manifestavano per la guerra nel Vietnam per i contratti di lavoro per la sanità pubblica . adesso i giovani che ideali hanno?

  • Vanda Russo |

    La nuova generazione che ha alle spalle famiglia che li aiuta, deve imparare a camminare da sola e fare sacrifici perché nulla é dovuto senza impegno

  • Marta |

    Si diano una mossa queste nuove generazioni come ho fatto io nata nel 1956 quando negli anni 70 inizi anni 80 ho lottato per avere riconosciuto diritti sul lavoro con manifestazioni in piazza, davanti a prefettura ecc.ecc. Nessuno ti regala niente!!!