Venditti-De Gregori ripartono (insieme) dallo Stadio Olimpico

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Un sogno coltivato e inseguito per tanti anni. Chiacchierato, messo da parte e poi ripreso tra appunti di note, pranzi, sigarette e pensieri. Un desiderio di due amici – Antonello Venditti e Francesco De Gregori – che oggi, per una serie di sincronicità, ha preso forma e sostanza di un tour estivo che, a breve, li vedrà protagonisti per la prima volta insieme sul palco. Accompagnati da un’unica band composta da elementi con cui collaborano da anni. E che promettono di dare vita a sonorità uniche. La data zero è fissata in calendario per il prossimo 18 giugno allo Stadio Olimpico di Roma. Città dove tutto ebbe inizio e cuore pulsante della loro storia personale e musicale.

Nati sotto il segno di Roma

Venditti e De Gregori condividono lo stesso big bang professionale, quello del 1972. L’album di debutto Tehorius Campus, infatti, fu la prima e unica collaborazione che li vide artisticamente insieme prima che le loro carriere prendessero ufficialmente il via. Seguendo ognuna la sua strada ma rimanendo, in un certo senso, parallelamente a contatto.

Theorius Campus nacque dalla voglia di sperimentare un nuovo modo di fare musica. Era la Roma dei primi anni ’70, e presentarsi sul mercato con un disco inciso per metà da un artista e per metà da un altro, rappresentava un qualcosa di totalmente innovativo per l’epoca. Era il periodo d’oro del Folkstudio, un incubatore per giovani cantanti nato da una cantina in zona Trastevere nel 1960. E divenuto poi studio di registrazione e luogo di incontro di artisti di ogni genere, dove le contaminazioni umane e musicali davano linfa all’energia creativa.

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“In quegli anni frequentavo il Piper e il Titan – racconta Venditti in occasione della presentazione dell’iniziativa – due luoghi storici a Roma. Il primo era più pop, il secondo più rock. Il mio sogno, però, rimaneva il Folkstudio. Perché lì abitava la mia cultura musicale. Avevo già scritto Sora Rosa e Roma capoccia che custodivo per me, ma che da li a poco, avrei inserito nel nostro primo e unico disco insieme. Ricordo che la sera andavo da Corso Trieste a Trastevere per frequentare il Folk. E fu in una di quelle sere che incontrai per la prima volta De Gregori. Suonava canzoni sue e traduzioni meravigliose di Bob Dylan e De André. Rimasi affascinato dal suo modo di cantare”.

Anche “il principe” ricorda bene quell’incontro: “Antonello suonava il pianoforte, assoluta novità per un Folkstudio ritrovo di chitarristi e strumenti a corda. Fu uno spiazzamento in positivo di tutta la sonorità assorbita al Folk fino a quel momento. Così – racconta De Gregori anche grazie al nostro discografico di allora, tentammo l’esperimento di Theorius Campus per battezzare questa unione artistica e farci conoscereAbbiamo conservato un bel ricordo di quella collaborazione. E adesso, dopo tanti anni, finalmente bissiamo. Con tanta storia da raccontare. Sarà un bellissimo viaggio”.

Un 45 giri da collezione 

E a proposito di “viaggio”, durante le prove di qualche mese fa è stato registrato il 45 giri da collezione che contiene i brani simbolo dei due cantautori, Generale e Ricordati di Me (già fruibili sulle piattaforme streaming e in digital download), reinterpretati in una nuova veste. Il 45 giri, nato per sigillare l’inizio della collaborazione, vuole essere anche un viaggio nel tempo e un omaggio a tutti gli amanti del vinile.

E per restare in tema di ricordi, il 45 giri è uscito ufficialmente su Amazon venerdì 4 marzo, anniversario dei dieci anni dalla morte di Lucio Dalla, al quale Antonello Venditti e Francesco De Gregori sono stati legati da una profonda amicizia maturata con modalità diverse. Così come diversi sono i ricordi legati al cantautore bolognese, ma ugualmente intimi e preziosi: “Ho avuto la fortuna di lavorare con Lucio per ben due volteha detto De Gregorima non riesco molto a palare del lavoro che ho fatto con lui e della nostra amicizia. O dei suoi atteggiamenti, a volte spiritosi a volte tragici, seri o scherzosi. L’aspetto giustamente celebrativo di quello che ha rappresentato per tutti noi Lucio Dalla, sinceramente mi sfugge. Perché non riesco a farlo mio. Ci ho lavorato da vivo e così me lo ricordo. Lucio era una persona molto seria. Certo, alle volte faceva anche ridere, ma faccio ridere addirittura io.”

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Il ricordo di Venditti, invece, tocca le corde della romanità di Dalla a molti sconosciuta: “Lucio mi ha salvato. Fu lui a trovarmi casa a Roma, la prima dopo la mia separazione negli anni ’80. Abitavamo a cinquanta metri di distanza, in zona Trastevere. Fu un periodo molto intenso che vide la nascita di tante canzoni. Lucio raramente aveva torto e valeva sempre la pena starlo a sentire, anche molto attentamente. Nel bene e nel male. Parlare con lui era un’esperienza unica continua Venditti perché prima di molti altri grandi è stato il primo a capire che l’arte è unica. Che la musica è fatta di tante musiche. Il teatro di tanti teatri. Da quando non c’è più preferisco ricordare la vita piuttosto che celebrare la morte. Mi sono battuto per far mettere la targa sulla casa dove ha vissuto a Roma fino al 1986. Perché Dalla è stato anche romano, ma appartiene a tutti”.

Il concerto all’Olimpico e altre 11 date

Mancano meno di tre mesi al debutto del tour estivo Venditti & De Gregori, ma già di delineano i connotati di uno show imperdibile in cui i due cantautori, “figli della stessa lupa”, ripercorreranno la loro carriera artistica reinterpretando un incredibile repertorio fatto di brani che sono entrati nel cuore della gente. E che, in molti casi, hanno accompagnato le storie più diverse, diventando nel tempo colonne sonore di intere generazioni.

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Ma non chiamatela reunion, perché presuppone una rivalità che, di fatto, non c’è mai stata: “Siamo stati visti per tanto tempo come due antagonisti – racconta Vendittialla Coppi e Bartali. Si è voluta montare una rivalità che non c’è mai stata. Poteva essere al massimo antagonismo artistico. Perché quando ascoltavo una bella canzone di Francesco ero contento come se l’avessi scritta io. E credo sia la stessa cosa per lui. Roma capoccia, per esempio, è un must che ci accomuna. Il fatto vero, quello che più ci lega, è che avevamo molta voglia di fare un disco insieme”.

E’ curioso che di De Gregori si dica che sia un po’ spigoloso, mentre Venditti più alla mano. Ma sono state più le collaborazioni realizzate dal principe rispetto a quelle di Venditti che, ironicamente, risponde sorridendo: “Basto a me stesso, sono ingombrante. Per cui posso rinunciare a una parte di me solo per Francesco”. Da questo piccolo scambio di battute condite con sana ironia, si capisce in fretta come il rapporto di amicizia tra i due sia profondo. E come le loro personalità, differenti ma affini, conservino ognuna la sua poetica cristallina.

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Dopo Roma, sarà la volta di Ferrara (7 luglio), Lucca (10 luglio), Palmanova (Udine, 12 luglio), Marostica (Vicenza, 14 luglio), Cattolica (16 luglio), Treviso (18 luglio), Fasano (Brindisi, 19 agosto), Lecce (21 agosto), Roccella Jonica (Reggio Calabria, 23 agosto) e Taormina (27 e 28 agosto).

Pensando alla partenza del tour, Venditti ricorda un altro aneddoto per spiegare come tante volte l’idea di suonare insieme fosse molto più che un pensiero last minute: “Ogni tanto c’è stata qualche piccola scintilla di fare qualcosa insieme, come nel 2003 per esempio. Era un ghiribizzo che ci prendeva sul momento. Non era mai qualcosa di strutturale ma ERA. Come se avessimo una voce interiore che ci ricordava che prima o poi l’avremmo fatto. Questa volta, però, è stato diverso. Il richiamo è stato più forteconclude Vendittie ci diceva che dovevamo farlo. Guardando indietro è una fortuna che le nostre storie si siano divise subito. Perché ognuno di noi ha fatto il suo percorso. E oggi è bellissimo ripartire insieme in un momento storico importante”.

Due curiosità da segnalare. La prima riguarda la band, che i due cantautori definiscono flessibile. Nella formazione iniziale non ci sono donne, ma è stato già deciso di inserire anche elementi femminili. Perché, come ha precisato Venditti, “nei miei concerti, da sempre, ho voluto avere con me tante bravissime professioniste”. La seconda, invece, riguarda il titolo del tour. In particolare l’ordine da assegnare ai cognomi. L’idea è stata di De Gregori, che lanciando in aria una moneta ha lasciato al destino la scelta. E forse è bello anche cosi.

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