Uccise due volte, così le vittime di violenza diventano colpevoli

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Uccisa a sassate mentre prende il sole in una giornata di ottobre, poi crocifissa sui media. Vittima che diventa, suo malgrado, colpevole. Rivittimizzata, schiacciata e divorata da un sistema che trita, mescola e sparge pubblicamente intimità e debolezze, passioni e inciampi. E un telefono, quello della donna uccisa, che si trasforma in grimaldello capace di scardinare la cassaforte in cui si conserva la sua quotidianità, quella di cui il suo assassino la ha brutalmente privata. Per sempre.

Si intitola “Non è lei” il romanzo di Maria Francesca Chiappe edito da Castelvecchi, che ruota attorno all’omicidio di Eleonora, giudice civile del tribunale di Cagliari. Romanzo d’esordio in cui Chiappe, quindici anni di esperienza nella cronaca giudiziaria, premio Cronista d’Italia nel 2008, autrice di saggi, si misura con il linguaggio narrativo, forte della sua competenza e dell’esperienza nel mondo dell’informazione e dei social.

Il libro è un viaggio alla ricerca della verità in cui emergono con forza il coraggio e la tenacia di Annalisa, una giornalista televisiva (“Che non sono io”, chiarisce l’autrice), che si batte perché si faccia luce sul caso. C’è la fantasia, ci sono i paesaggi incantati di Cagliari, di Villasimius e Carloforte, ma c’è anche una riflessione che parte dall’esercizio di una professione che mette a confronto tutti i giorni con l’umanità, i suoi pregi e difetti, le sue forze e debolezze. “Un giorno avevo temuto di perdere il mio telefono, e poi ho pensato: ‘Chissà cosa c’è dentro'”, racconta l’autrice. “Perché tutto quello che c’è  dentro può essere travisato”. Ed è proprio il telefono della vittima di un brutale omicidio l’elemento da cui partono le indagini. Come spesso accade, purtroppo, nella realtà, quando per chiarire i contorni di un delitto si apre la “cassaforte” di una vita quotidiana in cui tutto, dalle foto ai messaggi, “può essere travisato e messo in piazza”.

Nel libro c’è un’analisi senza sconti sul ruolo dell’informazione. “Noi giornalisti abbiamo una responsabilità – dice l’autrice – perché non è che se ci viene data un’informazione la si deve scrivere. Il rischio che si corre è quello di essere usati”. I social, ai quali la vittima si stava affacciando, possono aggravare e amplificare. Un’arma a doppio taglio: utili se usati bene, ma devastanti se utilizzati in maniera impropria.

Maria Francesca Chiappe nel suo romanzo dà una spallata al luogo comune che accompagna sempre le vicende in cui si mette in piazza la vita privata di una vittima. Scatenando quella vocina che ripete “se l’è cercata”, la morbosità, i commenti scandalistici, le insinuazioni. “Anche quanto viene ucciso qualcuno c’è sempre chi si concentra sulla vittima. Ma la vittima non è colpevole. È vittima”. 

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Titolo: “Non è lei”
Autrice: Maria Francesca Chiappe
Editore: Castelvecchi
Prezzo: 18,50 euro

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