Doreen Toutikian: “Vi presento Omgyno, la startup femtech per la salute delle donne”

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Il successo del futuro digitale dipende dalla partecipazione delle donne nelle carriere Stem. Eppure in Europa solo il 15% delle start-up sono fondate da donne, che rimangono significativamente sottorappresentate nel settore tecnologico dove il gender gap inizia proprio durante i primi anni di studio. Secondo il Digital Economy and Society Index (Desi) del 2021, che ogni anno valuta il raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale fissati dalla Commissione europea e attuati dalla DG Connect, solo in Bulgaria, Grecia e Romania le donne costituiscono più del 25% della forza lavoro informatica. Così lo scorso luglio, nell’ambito del programma Horizon Europe, la Commissione ha lanciato il progetto Women TechEu per supportare con circa 75 mila euro le imprese deep tech guidate da donne.

Tra le realtà più interessanti del panorama digitale europeo c’è Omgyno, un progetto definito dalla sua fondatrice Doreen Toutikian “femtech”. Alley Oop le ha chiesto di raccontare questa idea imprenditoriale nata ad Atene che fornisce un servizio sanitario per le donne e per coloro che si identificano come tali. Attraverso la telemedicina e le consulenze online, vengono realizzati kit di test domestici personalizzati per l’individuazione di malattie ginecologiche. La ceo Doreen Toutikian è una produttrice culturale e imprenditrice con un background in progettazione e comunicazione di servizi incentrati sull’uomo, come ama definirli. Tra le altre cose, Doreen è la fondatrice della Beirut Design Week ed è stata la coordinatrice della comunicazione di Mophradat , un’istituzione artistica che sostiene gli artisti arabi. Tra le sue più profonde convinzioni vi è quella di credere che la collaborazione multidisciplinare e la costruzione di comunità siano essenziali per il successo di tutti i progetti culturali. 

Qual è il tuo background?
Sono una human centered designer con un background in comunicazione. Il design per me è un processo che inizia con l’identificazione di un problema, lo sviluppo di intuizioni attraverso la ricerca dell’utente e la determinazione di soluzioni che si concentrano principalmente sull’esperienza umana.

Come hai iniziato il progetto Omgyno?
Ho iniziato il progetto durante la pandemia, quando la maggior parte degli eventi culturali in cui ero coinvolta sono stati cancellati. Nel corso degli anni, come femminista cresciuta in Medio Oriente (Beirut, ndr), mi sono resa conto che viviamo la nostra salute intima con difficoltà e imbarazzo. Così sono entrata in un incubatore per stratup e ho presentato l’idea. Subito dopo ho trovato un partner commerciale e un investitore per avviare l’azienda.

Qual è l’obiettivo di Omgyno e come funziona?
I tabù culturali che circondano la salute mestruale e sessuale impediscono a molte donne di consultare un ginecologo. E questo porta a disinformazione, insoddisfazione e la sensazione di non avere il controllo sul proprio corpo. In risposta a queste sfide, Omgyno sta costruendo una piattaforma healthtech guidata da donne per ridisegnare l’esperienza ginecologica con un design centrato sull’utente. I nostri servizi includono visite in telemedicina con medici progressisti, test domestici prodotti da laboratori certificati in piena privacy, un eshop per prodotti eco-friendly e femtech, e una ricca selezione di contenuti sul benessere. 

Come intendete sviluppare questo progetto in futuro?
Stiamo costruendo una comunità internazionale con questi valori. Attualmente ci stiamo espandendo con partner locali in Portogallo, Italia, Spagna, Libano, Cipro e negli Emirati Arabi. Stiamo anche lavorando a un’app che sarà più intuitiva e facile da usare.

Come ti senti a fare la tua parte in un settore prevalentemente maschile? Sappiamo tutti che nel mondo tech esiste una sproporzione evidente in termini di parità di genere. Le startup guidate da donne inoltre difficilmente ottengono finanziamenti. Sta alle donne come noi cambiare le cose, prendendoci il nostro posto. Si tratta di una sfida e io sono pronta ad affrontarla.

Hai incontrato ostacoli durante la progettazione della tua startup?
I primi mesi sono stati solo ostacoli! Chiunque ti dirà che avviare un’azienda in Grecia è di per sé una prova molto impegnativa. Stiamo anche facendo qualcosa che è altamente innovativo e politico a modo suo, perché siamo attivi in regioni dominate da sistemi patriarcali e conservatori. Ma abbiamo continuato a spingere e negli ultimi mesi abbiamo iniziato a vedere i risultati di una comunità che si riunisce intorno ai nostri valori. 

Peerché sono ancora troppo poche le ragazze che hanno voglia di iniziare una carriera Stem?
Penso che molte ragazze dubitino di quanto siano brillanti e capaci. A volte ho la sensazione che tutte noi sperimentiamo la sindrome dell’impostore a qualche livello, e questo è un problema sociologico. Ci sono così tante barriere da superare, prima fra tutte quella di un mondo dominato dagli uomini con atteggiamenti maschili, che spesso sfociano nella violenza. Abbiamo bisogno di progetti che incoraggiano le donne a riunirsi, imparando l’una dall’altra. 

Oggi sei un modello per altre ragazze, ne avverti la responsabilità?
Lo sono? Se è così, allora sento che c’è molto di più da realizzare e non sono nemmeno a metà strada!

Cosa vuoi dire alle giovani ragazze con un’idea di startup?
Voglio dire: siate testarde, non lasciate che quello che dicono gli altri vi disturbi, credete in voi stesse e nel vostro valore, create il vostro percorso e non abbiate paura di fare domande o chiedere aiuto agli altri.

E i tuoi progetti per il futuro?
Ho il desiderio di rendere l’assistenza sanitaria più giusta e inclusiva per le donne, le persone non binarie e transgender. Intendo creare una piattaforma globale dove tutti i loro bisogni siano ascoltati e soddisfatti.

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  • Gloria |

    Una bella iniziativa. Molto interessante e funzionale.Soprattutto in questo periodo di pandemia e oer alcune zone d’Italia in cui c’è ancora soggezione e disagio del ginecoligo questa è una iniziativa innovativa

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