Le registe che vedremo al cinema nel 2022

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Nonostante le imprevedibilità dell’ultimo biennio, che hanno colpito pesantemente anche il mondo del cinema, le registe continuano a fare grandi passi avanti, a conquistare spazio, vincendo premi nella maggior parte dei festival. Ricordiamo l’Oscar alla regia assegnato a Chloé Zhao per “Nomadland”, e il recente Golden Globe come miglior film a Jane Campion per “Il potere del cane”. Abbiamo visto nell’ultimo anno anche il trionfo di Julia Ducournau a Cannes con “Titane” e di Audrey Diwan a Venezia con “L’événement”, il film tratto da un’opera di Annie Ernaux.

Al Sundance Film Festival sono state poi premiate Sian Heder e Blerta Basholli, ma vanno citati anche i successi di botteghino non premiati come  “Birds of Prey”, diretto da Cathy Yan, “Black Widow” di Cate Shortland e “Eternals” ancora di Chloé Zhao. Senza contare i talenti femminili operativi anche nelle professioni attorno alla macchina da presa, nella sceneggiatura, ad esempio: Emerald Fennell ha conquistato l’ultimo Oscar per la migliore sceneggiatura originale con “Una donna promettente”. Oppure nel montaggio: pochi ricordano che Thelma Schoonmaker, storica montatrice statunitense, già nel 2014 è stata insignita del Leone d’oro alla carriera alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia,assieme al regista Frederick Wiseman, primo caso nella storia della Mostra in cui il riconoscimento è stato assegnato alla professione dei montatori.

Secondo l’ultimo studio del Celluloid Ceiling sull’occupazione femminile nel cinema per quanto riguarda gli Usa, nel 2020 le registe sono complessivamente aumentate. A causa della pandemia, lo studio non ha tracciato nuovi numeri per il 2021, ma si osserva che le registe hanno raggiunto il 18% tra coloro che hanno realizzato i 250 migliori lungometraggi, il massimo storico rispetto alle percentuali degli anni precedenti.

Gli studios sono ancora il luogo dove nascono i successi di botteghino, dove circolano i maggiori produttori e le migliori opportunità, che continuano a sfuggire alla stragrande maggioranza delle cineaste. E mentre le discussioni sulla necessità di inclusione e diversità, sia davanti che dietro la telecamera, sono state notevolmente intensificate negli ultimi anni, ci sono ancora molti altri cambiamenti ed evoluzioni che devono mettere radici nella grande industria cinema.

Avere la possibilità di dirigere un film in studio non è, ovviamente, il solo traguardo a cui tende un’artista, ma è indubbiamente una conferma e un punto d’arrivo importante, anche per la legittimazione professionale. Va quindi annotato che nei prossimi due anni tutti i principali studi hanno in arrivo almeno due lungometraggi diretti da donne. Ancora più interessante, il dispiegamento professionale si articola in una gamma quantomai varia, dai film di supereroi all’animazione, agli adattamenti di romanzi, oltre a titoli specifici per genere sia nel mondo dell’horror che in quello delle commedie romantiche.

È quello che emerge dando un’occhiata all’elenco dei prossimi lungometraggi diretti da donne, suddivisi per studio. Al momento della stesura di questo articolo, sono in programma 25 film diretti o co-diretti da registe, in distribuzione nel 2022 negli Usa.

Sony Pictures lancerà tra gli altri il thriller “The bride” diretto da Jessica M. Thompson, il docu-film “Who We Are: A Chronicle of Racism in America,” diretto da Emily Kunstler, il biopic su Whithney Houston “I Wanna Dance with Somebody,” diretto da Kasi Lemmons.

Twentieth Century Studios annuncia il debutto di Eva Longoria alla regia con “Flamin’ Hot”, biopic su Richard Montanez, ideatore di un prodotto junk food, mentre per la Universal Picture Kat Coiro dirigerà Jennifer Lopez e Owen Wilson nel musical “Marry Me”. “She Said”, diretto da Maria Schrader, racconterà invece l’inchiesta su Harvey Weinstein che diede l’avvio al movimento #metoo.

hocus-pocus2Disney sta lavorando al sequel “Hocus Pocus 2” diretto da Anne Fletcher e a “The Marvels” regia di Nia DaCosta, mentre per quanto riguarda l’animazione, si segnala tra gli altri che Paramount Pictures lancerà “Luck,” diretto da Peggy Holmes, “Spellbound,” diretto da Vicky Jenson, entrambi sulla piattaforma Apple TV+.

E in Italia?

Anche se ancora nessun premio prestigioso, come il David di Donatello, è mai stato assegnato a una regista, ci sono diversi esempi di sensibilità e competenza che dovremmo conoscere, anche se spesso sono stati penalizzati da una comunicazione poco valorizzante o da inspiegabili assenze nelle nomination ai David. tito-e-gli-alieniCome nel caso di Paola Randi, che con “Tito e gli alieni”, nel 2019 ha attirato l’interesse di Netflix, che le ha affidato la co-regia della terza serie italiana, “Luna nera”, accanto a Francesca Comencini e Susanna Nicchiarelli, quest’ultima candidata al David nel 2021 con il film “Miss Marx”. E che dire di Alice Rohrwacher, il cui film “Lazzaro felice” è stato inserito dal Guardian al terzo posto tra i 50 titoli del 2019, dopo “The Irishman” e “Storia di un matrimonio”. Curioso come il film che secondo il premio Oscar  Bong Joon-Ho sarebbe «un incredibile miracolo cinematografico», abbia incassato al botteghino italiano solo 489 mila euro, adombrato dalla quasi contemporanea uscita di “Dogman” di Matteo Garrone.

Tra i nomi da conoscere e ricordare, quello di Letizia Lamartire, firma di alcuni episodi della serie “Baby” e del biopic dedicato a Roberto Baggio, “Il divin codino”, o quello di Elisa Amoruso, che con il racconto di formazione “Maledetta primavera” ha diretto la sempre intensa Micaela Ramazzotti.

Nel 2022 sono diversi i film in uscita di registe italiane, tra cui segnaliamo: “Il Colibrì” di Francesca Archibugi, il documentario “Federica pellegrini – Underwater” di Sara Ristori, “Vanoni – Senza fine” di Elisa Fuksas, “Shotgun” di Marta Savina, “La chimera” di Alice Rhorwacher, “Settembre” opera prima di Giulia Steigerwalt e “Marcel!” debutto alla regia di Jasmine Trinca. Nel frattempo Francesca Comencini è alla regia di una serie Sky Original, “Django”, con cast internazionale e la promessa di rivisitare il genere western.

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