Figli strappati alle madri, la violenza che si somma alla violenza

pexels-pixabay-236215Nelle storie di violenza c’è sempre un momento chiave: quando si fa la telefonata per chiedere aiuto, quando ci si affida al centro antiviolenza, quando si denuncia. Quando si trova un lavoro. Quando i bambini rimasti orfani e le loro famiglie cercano di rimettere insieme i pezzi. Ed è la persona che si incontra a fare la differenza: le forze dell’ordine, il giudice, l’avvocato, l’assistente sociale, lo psicologo, le istituzioni decidono il destino della donna, dei suoi figli, delle famiglie. Ma se una donna su 3 nel corso della vita subisce violenza, se una ogni 72 ore muore – nella maggior parte dei casi per mano del compagno o ex -, se 2000 orfani con le famiglie si scontrano con burocrazia e solitudine, se alle donne ancora non si crede e, per di più, vengono loro tolti i figli in separazioni che non riconoscono la violenza subita… che cosa non funziona?

Ginevra ha una figlia di 12 anni, in 10 anni l’ha vista una sola volta: tolta e affidata al padre violento quando aveva 18 mesi. Lucia da 4 anni vede il suo bimbo – ormai 14 enne – poche ore al mese davanti agli assistenti sociali. Si è separata da un compagno denunciato per violenza. Sono solo alcune delle storie che ascoltiamo ogni giorno: donne ritenute poco credibili che da vittime passano a imputate, con figli obbligati ad avere contatti col padre maltrattante, dati in affido condiviso o allontanati da madri definite “non idonee”, perché la violenza nella quasi totalità dei casi di affido non viene presa in considerazione. Un fenomeno certificato da giudici, avvocati, centri antiviolenza, dalla Commissione di inchiesta sul femminicidio e che vogliamo raccontare anche nella settimana del 25 novembre – Giornata contro la violenza sulle donne.

A questo link potete ascoltare le storie e il reportage completo “Figli strappati”, su Radio24.

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  • atieffe |

    È successo anche me… quale violenza più dolorosa? Questa non lascia segni visibili . I figli sono le prime vittime poi ci siamo noi mamme, ma è come urlare senza essere visti né ascoltati. Una cosa bruttissima una cosa disumana

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