Festa del Papà: il piacere di essere genitori (im)perfetti!

Portrait of questioned good-looking european father sitting at table with bored and upset sons, shrugging with raised palms, being clueless how to raise boys alone, sitting confused over grey wall.

Ma quando e come si impara a fare i genitori? Si è sempre fatto nello stesso modo? I modelli che abbiamo avuto possono ancora essere i nostri esempi? Quali sono le caratteristiche su cui puntare per sentirsi a proprio agio in un ruolo che sembra essersi “ribaltato” negli ultimi decenni? Queste le domande che mi accompagnano nell’essere papà di Matteo, Filippo, Pietro e Tommaso.

Sono cresciuto negli anni in cui, in Italia così come in moltissimi altri Paesi, la cura dei figli era culturalmente e tradizionalmente affidata alla donna, in maniera quasi esclusiva. Non ancora trentenne mi sono ritrovato ad affrontare la paternità con la voglia di costruire con i miei figli un rapporto diverso da quello, sicuramente bellissimo ma poco attuale, che avevo con mio padre. E come me buona parte dei genitori che conosco.

Il cambiamento è fotografato anche dai dati ISTAT relativi all’uso del tempo della vita quotidiana nelle coppie in cui entrambi i partner lavorano: dai primi anni 2000 in avanti, il tempo, che i padri dedicano alla cura dei bambini tra 0 e 17 anni, è aumentato significativamente. Se nel 2002 le donne dedicavano a questa attività un tempo 2,5 volte maggiore rispetto agli uomini, in tempi più recenti questo rapporto, certamente ancora non ideale, risulta essere inferiore al doppio. Per quanto la strada per arrivare ad una equa distribuzione del tempo dedicato alla cura tra uomo e donna sia ancora lunga, sembra che i papà stiano vivendo un reale cambio di vita, che progressivamente li allontana da un modello genitoriale che li vedeva poco coinvolti nella vita dei propri figli.

A quali risorse potremmo attingere per affrontare un ruolo, già di per sé complesso, in cui la maggior parte di noi non si sente propriamente esperto? Per cominciare possiamo prendere spunto da una serie di episodi di vita vissuta, in cui le difficoltà che accompagnano questa crescita nel ruolo ci guidano in una mappatura delle capacità che i papà possono allenare per diventare veri e propri “care giver” per i loro figli.

medium-shot-father-pouring-milk-his-daughterPartiamo dal momento della colazione per Martina e Claudio, 6 anni la prima e 6 mesi il secondo. Il papà, dopo aver analizzato il contesto e le risorse a disposizione, giunge alla conclusione che per preparare la colazione della figlia più grande va benissimo il latte materno lasciato in frigo dalla mamma. Poco da eccepire per quanto riguarda l’ottimizzazione delle risorse, ma ancora qualcosa da affinare in tema di attenzione alla qualità e agli standard attesi. Nulla da dire invece sull’abilità comunicativa che il papà mette in campo, riuscendo a persuadere Martina che il sapore un po’ strano del latte sia legato all’aver dimenticato di lavare i denti la sera prima: ottima capacità di convincimento!

Baby girl chooses dress at closet

Passiamo al tema abbigliamento. Più mamme hanno segnalato quanto siano fondamentali la capacità decisionale e l’autorevolezza nella scelta mattutina dei vestiti per l’asilo. Altrettanto numerose sono le testimonianze di padri che hanno scelto di portare i figli a scuola direttamente in pigiama, di altri che a gennaio hanno pensato non ci fosse alcuna differenza tra la cuffia da piscina e il berretto di lana o al contrario di chi, sinceramente preoccupato per il freddo alle mani, in assenza dei guanti ha scelto di usare i calzini antiscivolo. Non si può dire che manchino problem solving e creatività!

Non sono da meno in ambito genitoriale le capacità di negoziazione e gestione dei conflitti. E allora complimenti a tutti quei ragazzi e ragazze che riescono a convincere il proprio padre a mandarli a scuola a febbraio con i pantaloncini corti o senza giacca, negoziando senza troppa fatica un paterno “poi lo spieghi tu alla mamma…” che detto così sa veramente di resa consapevole. Forse un eccesso di mediazione? In questi casi è raccomandabile un maggior bilanciamento di flessibilità e orientamento alla relazione.

Caucasian dad holding son on legs and lying on carpet. Happy cute boy flying in living room with help of father. Cute kids playing together near bowl and pans. Childhood and weekend concept

Sviluppare una visione d’insieme e pianificare in anticipo sono capacità altrettanto importanti nell’organizzazione delle attività dei figli, soprattutto per quelle a più lungo termine. Lo sa bene il compagno di una collega che, dopo aver tergiversato per mesi sulla scelta della location per festeggiare la comunione della figlia, è riuscito a prenotare un ristorante ebraico. Rivedibili le capacità organizzative, ma chapeaux per la contaminazione di pensiero e l’innovazione!

Nella gestione dei team fa la differenza il papà di Marco e Marzia che, avendo delegato la pulizia del balcone ai due eredi, non ha pensato di specificare che “dar fuoco alle piante secche nei vasi” non fosse una modalità da prendere in considerazione. La sua delega era inoltre talmente basata sulla fiducia che, mentre i due eseguivano il lavoro, ha scelto di andare a riposare. Per fortuna il rientro a casa della mamma ha anticipato la chiamata dei pompieri da parte del vicino di casa. Da un punto di vista manageriale possiamo apprezzare la spinta alla motivazione dei collaboratori, ma una comunicazione più accurata ed un processo di delega progressiva sarebbero probabilmente risultate più efficaci!

happy-upside-down-child-playingA complessità crescente appare ovviamente la gestione di due gemelle: la capacità organizzativa appare molto sollecitata e anche l’utilizzo di un passeggino doppio può rappresentare una sfida. Inserire il “mezzo di trasporto” nel vano ascensore ipotizzando di incastrarlo senza far scendere gli ospiti richiede quantomeno la capacità anticipatoria di legare le figlie prima di alzare il passeggino. Qualcuno invece è riuscito a farle rotolare per le scale…ed ecco perché accanto al multitasking non può mancare la capacità di analisi del rischio!

Young man with joystick playing video game on background of his son

Chiudiamo con un grande classico: la corretta scelta della mamma di concedersi un’uscita con le amiche che prevede la gestione autonoma (e non condivisa) del papà della routine serale. Alzi la mano chi non ha mai rimediato la cena in pizzeria e, beato sul divano con i pargoli davanti alla TV, non ha sforato l’orario previsto per accompagnarli a letto. Del resto, si sa, è un attimo passare dal “dai, papà ancora 5 minuti” alla mezzanotte inoltrata. In questi casi possono tornare utili time management e leadership!

Una carrellata di episodi che, ironizzando sulle imperfezioni di molti papà, vuole in realtà mettere in luce gli aspetti caratterizzanti dell’essere genitore. Un ruolo complesso in cui la complicità e l’affiatamento di mamma e papà diventano l’ingrediente di base per affrontare le piccole e grandi sfide quotidiane, per ridere insieme degli scivoloni con la voglia di imparare ogni giorno un po’ di più e di crescere insieme ai propri figli e alle proprie figlie.

E per fortuna ci sono proprio loro, giovani persone che a noi si affidano ma alle quali anche noi ci affidiamo, a bilanciare le nostre insicurezze e le nostre fragilità e a infonderci un po’ di fiducia guardandoci come dei supereroi!

Auguri a tutti i papà… e, molto in anticipo, anche alle mamme!

Powerful dad gives piggy back to child, demonstrates courage, makes flying gesture, wears helmet, red mask, cape, have fun together, stand against blue wall with empty space, brave help someone else

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