Guardiamo al futuro, occupiamoci di loro (e di noi)

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Ragazze e ragazzi in crisi, genitori sul piede di guerra, scuole riaperte ma non del tutto, i segnali di disagio che spaventano e aumentano. Se i bambini e soprattutto gli adolescenti sono stati i grandi dimenticati della prima ondata del Covid, tornano sotto i riflettori per gli allarmi lanciati nelle ultime settimane. Da quelli psicologici, con l’aumento di ansia e depressione, ai conflitti con i genitori, che si sono fatti ancor più difficili da gestire.

Benzina sul fuoco, quella della pandemia, su una fragilità che è quella dell’adolescenza, che c’era già e che gli effetti del lockdown hanno solo fatto deflagrare nelle sue forme più pesanti. In questo, è fondamentale il ritorno in aula, con la riapertura delle scuole anche perché, va detto, i dati ci mostrano che la chiusura ha lasciato indietro proprio i più fragili, oltre che le bambine e le ragazze.

Un dato, questo, da non sottovalutare se pensiamo a quanti passi dobbiamo fare avanti per la parità di genere in tutti i campo e se guardiamo al punto in cui siamo: i dati dell’occupazione diffusi la scorsa settimana dall’Istat hanno mostrato un quadro in cui, ancora una volta, ad essere penalizzate sono soprattutto le donne. Anche se i segnali, in positivo, ci sono e il cammino è iniziato. E proprio per questo è sempre più importante puntare sul cambiamento culturale e sostenere in questo anche, e soprattutto, le nuove generazioni.

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