Addio a Angela Romanin, una vita al fianco delle donne colpite da violenza maschile

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Angela Romanin è mancata la notte scorsa, improvvisamente. Socia storica della Casa delle donne di Bologna e presidente del Coordinamento dei Centri anti violenza dell’Emilia-Romagna, ha dedicato gli ultimi 30 anni a combattere la violenza maschile contro le donne. Per noi di Alley Oop, Angela è stata un punto di riferimento importante da quando abbiamo iniziato a lavorare in maniera sistematica su questo tema: sempre presente e disponibile nonostante i mille impegni (nella settimana del 25 novembre, scherzando, diceva che per il 2021 avrebbe preso ferie a ridosso della Giornata contro la violenza sulle donne, visto il tour de force di iniziative per le quali stava lavorando), era una certezza per la sua cultura, per la sua profonda conoscenza del fenomeno, per la sua riflessione costante.

Lavorare con Angela, che si è occupata anche dei rapporti con la stampa della Casa, significava avere sicuramente un aiuto prezioso a districarsi tra dati, numeri e fenomeni, un confronto schietto e diretto, sempre pacato e sorridente. Da ogni chiacchierata con Angela sono uscita arricchita, incuriosita, con nuovi spunti di riflessione. Con una lettura diversa della realtà. Perché il lavoro a cui si è più dedicata, oltre a quello dell’accoglienza delle donne, è stato quello della formazione ad ogni livello, a partire dalle operatrici fino alle scuole e alle forze dell’ordine, convinta che il cambiamento dovesse essere prima di tutto culturale, nel combattere stereotipi e pregiudizi. “Non basta però trasmettere le informazioni – ci ha detto Angela – serve mettersi in gioco. I numeri e le conoscenze sono interessanti, ci servono, ma quello che bisogna fare è riflettere su se stessi, sui propri pregiudizi“. E questo vale per le donne come per gli uomini, per chi si sente vittima e per chi non sa di esserlo, per ci agisce dei comportamenti violenti senza neanche rendersene conto.

L’altra parte, il lavoro diretto con le donne nella Casa e con le operatrici, parte dal presupposto di togliere la donna dal ruolo di vittima: le donne non hanno bisogno di qualcuno che, ancora una volta, dica loro cosa fare o non fare, come denunciare o no il marito o il compagno violento. Hanno bisogno di ascolto, riconoscimento, autostima, informazioni corrette, dignità di poter scegliere il meglio per sé. Tornando protagoniste.

Un lavoro che prosegue e proseguirà, ogni giorno, nella Casa di Bologna e nei centri antiviolenza. Ora, anche, nel ricordo di Angela.

Qui la diretta Instagram con Angela Romanin, del 23 novembre 2020 in occasione della Giornata Internazionale della lotta alla violenza contro le donne, il 25 novembre