Viviamo costantemente con la paura della solitudine e in una società in cui si evita ad ogni costo di ritrovarsi soli ,ecco che una pandemia scoppia all’improvviso e lascia tutti chiusi dentro quattro mura in compagnia di se stessi e del proprio Io.
In questi giorni ho osservato, attraverso i social network, il comportamento dell’essere umano di fronte ad una condizione di solitudine forzata e analizzando attentamente non posso che arrivare ad una sola conclusione:”L’incontro del proprio sé spaventa la maggior parte degli individui.”
Nella prima settimana di reclusione in molti si sono affannati alla ricerca di un impegno, di uno svago, come se la solitudine fosse, citando il registra Bernardo Bertolucci, “una tremenda condanna,anziché una meravigliosa conquista”. Tutto questo darsi da fare ha un solo significato, l’uomo cerca di correre più veloce della propria anima.
Il sociologo e filoso polacco Zygmunt Bauman diceva che “l’introspezione è un’attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria vita, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri ,controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno, da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro”.
Oggi più che mai queste parole esprimono la condizione umana poiché questo “riempire” conferma che l’uomo non riesce a stare per più di due ore con se stesso in una stanza senza avere contatti con l’esterno e che ha un disperato bisogno di qualcuno per non sentirsi solo, un qualcuno che molto spesso, serve solamente ad aumentare il proprio ego. Un ego che viene alimentato da persone, situazioni, interessi e che separa l’uomo da ciò che è realmente perché totalmente preso dall’apparire e dal mostrarsi.
L’essere umano cerca di fuggire dal proprio Io anziché ricercarlo e questo continuo fuggire non fa altro che allontanarlo dalla vita reale, dal valore delle piccole cose e soprattutto da se stesso.
Nella società liquida nella quale viviamo, in cui tutto scorre velocemente, forse noi dovremmo imparare a fermarci per ripartire. E allora lasciamo che la nostra anima ci parli, perché non serve a niente bloccare i mostri che ci portiamo dentro se non li lasciamo mai uscire. Questa solitudine è un opportunità. Facciamoci questo regalo.
Beatrice Cerroni