“L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo sta impattando in modo sostanziale su tutti gli ambiti della nostra vita e ha già cambiato le nostre abitudini radicalmente. Proprio per questo motivo, sono convinta che sia stato assolutamente corretto decidere di fermare anche lo sport, senza nessuna distinzione”. Graziella Bragaglio, imprenditrice attiva nel bresciano e presidente della Basket Brescia Leonessa, sa bene cosa sta affrontando la sua città e l’intero Paese dal momento che opera proprio in ambito sanitario ed è amministratore unico del Poliambulatorio Oberdan. “Non dobbiamo fuggire dal problema, ma piuttosto fermarci per affrontarlo con progettualità e senso di responsabilità, al fine di tutelare la salute nostra e del nostro vicino di posto. Solo così, insieme, potremo combattere questa sfida e porre le giuste basi per superarla” sottolinea Bragaglio con forte senso di responsabilità e aggiunge: “Spero che la data del 3 aprile possa essere un appuntamento reale, per l’Italia, per gli italiani e per le attività sportive, la cui assenza – sia dal punto di vista dello sport giocato che guardato – ha sicuramente creato un vuoto enorme dentro ognuno di noi”.
Un vuoto che per gli appassionati si aggiunge a una situazione già complessa. “Sport significa non solo emozione, ma anche socialità e fare azienda. Una volta sconfitto il Covid-19, dovremo avere la forza di guardare dentro di noi per ripartire, facendo tesoro dell’esperienza affrontata e dando sempre più peso alle attività di prevenzione che – come dimostrato da questa situazione – rivestono un’importanza fondamentale” spiega la presidente, che con energia e convinzione guarda avanti e costruisce una visione per il futuro, andando oltre le notizie che nel quotidiano minano le nostre certezze.
D’altra parte che sia donna di visione e di progetti realizzati lo dimostra la sua storia. “Ho una laurea in scienze radiologiche e ho lavorato vent’anni per il gruppo ospedaliero San Donato. Poi ho costruito un mondo radiologico fuori dall’ospedale e oggi guido un poliambulatorio di radiologia e di diagnostica per immagini che impiega 10 dipendenti oltre agli esperti e professionisti in collaborazione. “Abbiamo attivato le consulenze online e la telefonia in smart working. Resta aperta l’amministrazione e per i pazienti solo per urgenze, gestiamo le terapie mediche con consulenze a distanza” specifica Bragaglio. E in parallelo l’impegno nel basket, nato anche perché il marito, Matteo Bonetti medico neuroradiologo (con cui è sposata da 27 anni), ha giocato da giovane in Serie B e poi ha allenato. “Nel 2000 mio marito ha fondato una squadra giovanile a Cremona, che era forte e vinceva il campionato. Erano i Cremona Warriors, ma due squadre in una cittadina come Cremona era troppa abbondanza. Nel 2009 il sindaco di Brescia ha deciso di portare il basket in città, così è nata la squadra attuale” ricorda la presidente.
Era il 2 luglio 2009 e,grazie al trasferimento del titolo sportivo della Cremona Warriors, Basket Brescia Leonessa venne iscritta al campionato di Serie A Dilettanti, (già Serie B1). “Brescia era senza basket da 19 anni e sei mesi quando abbiamo fondato la Bbasket Brescia Leonessa. Io decisi di fare il presidente visto che eravamo a Brescia,che era la mia città, e c’era bisogno di una gestione imprenditoriale. Da lì nella struttura polifunzionale del comune partimmo con il progetto. Nella prima partita sugli spalti avevamo 600-700 persone. Ma mancavano il settore giovanile e i dirigenti” racconta Bragaglio, che è stata anche presidente delal Lega Nazionale Pallacanestro tra il 2012 e il 2013 per 18 mesi. Un periodo intenso e complesso in un ruolo che ha anche una valenza politica e che l’ha portata spesso ad essere l’unica donna seduta attorno al tavolo.
Intanto la sua squadra è cresciuta negli anni e ha conquistato sempre nuovi traguardi. Nella stagione 2011-2012 la suadra sale in Lega2, dove gioca per 2 anni, e poinel 2013-2014 è nel primo Campionato Nazionale Dilettanti Gold 2013-2014, nato successivamente al declassamento del campionato di Legadue da professionistico a dilettantistico. Nella stagione 2015-2016 arriva la promozione in Serie A. Nella stagione di esordio in Serie A, i biancoblu concludono con un decimo posto finale in classifica, arrivando fino in semifinale di Coppa Italia. L’anno successivo arriva in semifinale contro l’Olimpia Milano.
Nel 2018-2019 per la prima volta prende parte all’EuroCup e guadagna il pass per la competizione europea anche l’anno successivo. “Ho portato la squadra in serie A ed in Europa. Quando si investe nella pallacanestro lo si fa per il territorio, la città e le relazioni. Ad ogni partita abbiamo 5000 persone che ci vengono a vedere e che hanno creato un movimento sociale. I tifosi creano gruppo e integrazione nel basket. Quando si guarda una partita da tifosi, tutti si trasformano e diventano uguali dal sindaco al magistrato al prefetto all’insegnante al giovane. La nostra tifoseria, poi, è caratterizzata da famiglie bambini e donne” spiega Bragaglio, aggiungendo: “Nel 2016 abbiamo vinto il campionato per salire in Serie A e ci siamo dovuti trasferire a Montichiari, che aveva un palazzetto da 3500 posti numero minimo per partecipare. Avevamo sold out a tutte le domeniche”. Giocare, poi, in Europa “ci ha dato la possibilità di vedere come viene organizzato all’estero il basket: si investe prima delle strutture poi le squadre”. Così per l’inizio della stagione 2018-2019 è arrivato anche il nuovo palazzetto a Brescia.
“Se all’inizio delal nostra avventura c’era solo l’aspetto ludico, ora che siamo a un altro livello non è più così rilassante. Per gli sponsor lavoriamo su un territorio molto ricco ma ci sono anche tante discipline sportive rappresentate ad alto livello: la pallanuoto maschile in Serie A, la palla mano femminile in Serie A, la squadra di calcio e il motociclismo” ragiona Bragaglio, aggiungendo: “Il bilancio alla fine dell’anno deve quadrare perché è una S.p.A. È un’azienda di 50 persone che produce emozioni e che speri si trasformi in un in un bene sociale. I nostri sponsor sono Germani, Fap, A2A, Centrale del Latte, Minini, In blu, Ambrosi.Abbiamo circa un’ottantina di aziende sponsor”. Rapporti da tenere e mantenere nel tempo per dare alla squadra le risorse per poter giocare sempre ad alti livelli, ma anche per finanziare i tanti progetti tra sociale, culturale, educativo. “Abbiamo progetti di sport e arte per preparare un ebook per quando arriveranno i tifosi dall’estero. Abbiamo poi un progetto sport e salute con un blog, un progetto sport e cibo con Zanardelli che si occupa del catering durante la partita e un progetto con Ubi Banca per sport e finanza. Inoltre abbiamo diversi rapporti con le università per avere stagisti che portino nuove idee” racconta la presidente.
La squadra, poi, ha un’attenzione particolare agli atleti, fin dalle giovanili. “I ragazzi si perdono per strada verso i 13-14 anni quando c’è la selezione perché inizia la fatica e gli impegni scolastici seri. Abbiamo una foresteria che ospita otto ragazzi, tra senegalesi, serbi e italiani” spiega Bragaglio, che ha 3 figli: Riccardo (26 anni), Camilla (25 anni) e Francesco (17 anni). “Riccardo è un agonista nato e gioca a basket in promozione a Milano oltre ad essere laureato in economia commercio, Camilla è un’artista diplomata allo IED e Francesco è al terzo anno del liceo internazionale” dice il cuore di mamma.
Certo l’esperienza da presidente non è sempre stata rose e fiori. In una partita a Bologna contro la Fortitudo, Gabriella Bragaglio è stata oggetto di cori pesanti e insulti da parte della tifoseria avversaria, tanto che è stata costretta a lasciare il palazzetto e la procura federale ha aperto un’indagine. E proprio sua è l’idea di schierare la propria squadra in rosa in occasione del 25 novembre, giornata internazioneale della lotta alla violenza contro le donne. Perché il sessismo resti fuori dalla pallacanestro. Anche in Italia.