Da Desio a Tokyo: il volo delle farfalle della ritmica verso i Giochi2020

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La loro meta, come per quella Madame Butterfly esaltata dal canto dell’immensa Maria Callas, è il Giappone. Le chiamano infatti le farfalle per la leggiadria dei loro movimenti; ma i loro sono gli occhi delle tigri, per la determinazione e la fame di vittoria che puoi leggerci dentro. Sono le ragazze della nazionale azzurra di ginnastica ritmica, che anche a Tokyo andranno a caccia del podio olimpico.

whatsapp-image-2020-02-20-at-19-40-565 atlete, due esercizi, uno con 5 palle, l’altro con 3 cerchi e 4 clavette, cinque minuti in tutto, in gioco i sacrifici di un’intera carriera. In testa ritmo, tempi d’esecuzione, posizioni da rispettare, coreografie; sul viso stampato un sorriso che deve essere più forte di qualsiasi fatica e qualsiasi emozione. questa è l’Olimpiade per le nostre farfalle, che a Tokyo inseguono quell’oro sfiorato ad Atene 2004 (argento), e a Londra 2012 (bronzo). A Rio2016 arrivò invece un amaro quarto posto.

whatsapp-image-2020-02-20-at-19-40-56-1Alessia Maurelli, 23 anni, piemontese di Rivoli, era in pedana in Brasile, e ci sarà anche in Giappone, ma con un ruolo ancor più decisivo: «Stavolta sono la capitana – dice con sorriso carico al tempo stesso di fiducia e responsabilità – mentre a Rio, malgrado i tre anni già allora maturati di esperienza in azzurro, ero tra le più piccole della squadra. Cambia molto, quindi, è in Giappone arriviamo ora con una squadra nuova, ma che ha già conquistato titoli e medaglie mondiali. Sappiamo cosa vogliamo e cosa dobbiamo fare per averlo, in un’Olimpiade che si preannuncia avvincente e agguerrita».

Sulla scia della capitana, anche un’altra ‘reduce’ del Brasile, Martina Centofanti, è pronta a fare da guida alle compagne che saranno invece alla prima esperienza olimpica: «A Rio ero molto giovane, e oggi sono una donna e un’atleta molto più matura. Siamo un gruppo molto unito, sia dentro che fuori dalla pedana, e questo aiuta moltissimo» Figlia d’arte, Martina (21enne di Roma), visto che il papà è proprio ‘quel’ Centofanti che è stato calciatore professionista vestendo in serie A le maglie dell’Ancona e, soprattutto, dell’Inter: «Papà ne sapeva ben poco di ritmica – confessa Martina sorridente – ma ora è diventato il nostro primo tifoso, e spesso mi confronto con lui, perché sensazioni ed emozioni fra atleti professionisti sono comuni».

whatsapp-image-2020-02-20-at-19-40-57-3Dura la vita nell’accademia di Desio, la casa delle farfalle che sognano Tokyo. Disciplina e sacrificio quotidiani sono alla base di quel sogno, spiega ancora Martina: «Ci alleniamo di solito 8-9 ore al giorno, dalle 8 alle 13 al mattino, dedicato alla preparazione fisica, alla danza classica e al primo esercizio del programma; poi una breve pausa per il pranzo e il nuovo allenamento pomeridiano, fino alle 18, dedicato al secondo esercizio; poi fisioterapia e la scuola, per chi tra noi studia ancora. Il giorno dopo? Si ricomincia. Ed è un onore poterlo fare, perché in tante vorrebbero essere qui al nostro posto, a rappresentare l’Italia».

Sacrifici che iniziano presto, come racconta Agnese Duranti, classe 2000, da Spoleto, Umbria:«A 13 anni ho lasciato casa per la squadra nazionale junior, e l’anno dopo mi sono trasferita qui a Desio, in Accademia». Quattro anni fa Agnese aveva vissuto i Giochi attraverso gli occhi delle sue compagne; stavolta toccherà a lei essere protagonista in pedana: «A Rio ero la più piccola del gruppo, e vedevo le altre, tra cui Alessia e Martina, che si preparavano per i Giochi, e io ero nella pedana a fianco, quella delle riserve, e sognavo il mio e il loro sogno, esserci e vincere. Stavolta tocca a me,e a loro insieme a me, in una gara unica, che non ha nulla di comparabile con nessun’altra».

whatsapp-image-2020-02-20-at-19-40-57-2Niente meno della perfezione è concesso per poter legittimamente aspirare a un oro olimpico. E allora ogni dettaglio diventa fondamentale. Anche il trucco, per mascherare fatica e sofferenza, ed esaltare invece eleganza e fascino. Simona Nappi, make-up artist di Bionike, ci svela qualche segreto mentre trucca la capitana Maurelli: «Di certo ci vuole un trucco long-lasting, perché altrimenti tra tensione e sudore le ragazze rischiano di ‘sciogliersi’! E poi dobbiamo esaltare, senza perdere misura ed eleganza, le labbra, perché la giuria è a una certa distanza dalla pedana, e il sorriso e lo sguardo delle azzurre racconteranno meglio di ogni altra cosa le loro fatiche e le loro emozioni al pubblico e agli stessi giudici». Suggerimenti che Alessia accoglie ben volentieri: «La mattina della gara ci trucchiamo da sole, e ben vengano questi consigli, perché, come si dice, ‘anche l’occhio vuole la sua parte!», e il sorriso che ci regala conferma che il maquillage sarà a prova di brivido olimpico.

Dettagli che faranno la differenza, insieme a quella creatività tutta italiana che è il marchio di fabbrica della squadra e del gruppo di lavoro guidato da Emanuela Maccarani, che ha messo a punto coreografie ed esercizi sulle note di Ninjia di Maxim Rodriguez e Tree of life-Suite di Roberto Cacciapaglia, congiunzione ideale proprio tra Italia e Giappone: «Sono temi musicali e coreografie che credo possano esaltare le caratteristiche tecniche e fisiche delle ragazze – sottolinea Maccarani -; questo è un gruppo unito, forte, con cui si può osare sotto il profilo tecnico e creativo. Sono molto fiduciosa che si possa fare una bella Olimpiade».

whatsapp-image-2020-02-20-at-19-40-57-1Alessia Maurelli ancora non ha messo a punto il discorso che farà alle compagne di squadra prima di mettere piede su quella pedana magica: «Se chiudo gli occhi e penso a Tokyo sento solo emozione e brividi – confessa – ma so bene che in quel momento ci sarà anche la giusta freddezza per trasformare queste sensazioni in energia positiva. Il discorso? Devo ancora pensarci, ma di certo ricorderò alle ragazze che dovremo dare il meglio di noi stesse, per prenderci quello che sappiamo di meritare».

Anche Agnese lo sogna a occhi aperti, quel giorno. Di più. Di sogno ne ha anche un altro, senza alcuna pretesa di originalità, il più banale e ingenuo che un atleta possa immaginare di fronte a quella bandiera a cinque cerchi:«Sì, è proprio quello, e allora perché dirlo? – sorride tra pudore e scaramanzia – Per ora continuiamo a lavorare, sempre di più e sempre meglio: poi vedremo cosa accadrà…»

E allora, librate il vostro volo, farfalle azzurre: Tokyo vi aspetta!


2200223    Reportage Destinazione Tokyo2020

“Le farfalle della ritmica volano verso il Giappone”

di Dario Ricci – regia di Valeria Bernardi

In onda domenica 23 febbraio ore 8.15 su Radio24-IlSole24Ore