Nel 2017, dopo una carriera sportiva all’apice, decidemmo di dare ancora più forma alle parole Amore e Famiglia. Una scelta decisamente azzardata, ma con un forte senso di responsabilità e convinzione.
Noi, chiamati e conosciuti come “La Coppia Dei Sogni”, volevamo fortemente un figlio. Già, perché anche due persone con disabilità possono amarsi, avere figli ed avere una famiglia.
Lo sport per noi è stato lo stimolo che ci ha permesso di affrontare la nostra disabilità con ancora più determinazione e di non fermarci davanti alle difficoltà, è stato anche il viatico della nostra storia d’amore che ancora oggi ci rende complici.
Ecco che proprio a Natale dello stesso anno il test di gravidanza diede esito positivo e la lieta notizia ci inondò di emozioni. Le sensazioni anche durante il periodo di gravidanza erano molto positive e quindi siamo riusciti ad allenarci ancora insieme, così come abbiamo sempre fatto da quando ci siamo conosciuti i nel marzo 2013 ad Ancona. Proprio in quello stesso luogo, dove la mamma Arjola decise di fare l’ultima gara prima di ritirarsi dalle competizioni, mantenendo comunque l’attività intrauterina monitorata con l’andamento dello sviluppo di quella vita che cresceva dentro di lei. I cuori di entrambi palpitavano all’unisono sempre più forte in attesa del lieto evento.
Nel frattempo Emanuele doveva partecipare agli europei di Para atletica e ad agosto è partito per Berlino con la nazionale. Il pensiero era sempre fisso per noi: oltre all’ansia delle gare si aggiungeva anche quella del parto. Per fortuna il nostro bimbo ha rispettato il termine e così il 14 settembre alle 11.25, ancora insieme mano per la mano, abbiamo vissuto anche questa splendida emozione, la più grande della vita, la nascita del nostro piccolo Leonardo.
Che vita quella da neogenitori, inizialmente piena di paure, di timori, ma con la gioia e l’amore che nostro figlio aveva riempito i nostri cuori e le nostre vite.
Tra poppate e pannolini dopo un mese abbiamo rimesso in carreggiata la nostra attività. Ci siamo dovuti riorganizzare in tutto: una giornata tipo che già di per sé era abbastanza fitta prima, ora lo era ancora di più, proprio perché cerchiamo di portare avanti al meglio e in parallelo due importanti ruoli, quello da genitori e quella da atleti professionisti.
Da atleti paralimpici, anche se di livello internazionale, non percepiamo uno stipendio per questo ruolo, viviamo di supporti da parte delle aziende e di chi crede nelle nostre imprese. Arjola lavora anche part-time in Allianz partners, azienda che peraltro ci aiuta fortemente sin dalla nostra prima Paralimpiade di Rio De Janeiro. Emanuele è preso dagli studi per portare a termine la laurea in giurisprudenza. Insomma, vite non facili, ma noi non demordiamo ed inseguiamo i nostri sogni.
Abbiamo portato Leo subito con noi ovunque fin quando era possibile ed era diventato la mascotte di tutti, dalla struttura Enjoy di Cernusco sul Naviglio dove ci alleniamo, alla nostra federazione e sui campi di gara.
La ripresa di mamma Arjola non è stata facile per il suo fisico sottoposto comunque ad uno stress molto intenso dal parto, ma la sua forza di determinazione e la nostra forte collaborazione come coppia ci hanno portato alla buona riuscita dei nostri impegni professionali, anche da neogenitori.
Viviamo in una piccola casa e quando ci spostiamo sembriamo dei “FANTOZZI”, sommersi di bagagli, per fortuna utilizziamo una macchina Fiat Autonomy che ci permette di muoverci in tutta serenità.
Durante gli allenamenti nei primi mesi la navicella con il nostro bimbo era sempre con noi al campo ed in palestra mentre in piscina dovevamo alternarci e uno dei due aspettava fuori con il bimbo. Cercavamo di rispettare ed incrociare così i suoi bisogni e soprattutto cercavamo di non fargli mai mancare la nostra presenza e il nostro calore.
Cullarlo, fargli il bagnetto, allattarlo, cambiarlo ed osservare sempre quell’energia magica che il nostro bimbo sprigionava per la nostra vita era magia pura.
In tutte queste operazioni siamo sempre stati molto presenti entrambi, insieme supportandoci dai primi approcci fino ad oggi in tutte le sue fasi di crescita. Come si sa, ogni quadriennio c’è un’Olimpiade ed una Paralimpiade e noi, atleti di Para Atletica, stiamo facendo tutto il possibile per cercare di partecipare al nostro secondo sogno, Tokyo 2020.
Fatica, sudore, a volte perché no, anche scoraggiamento, ma ora ci siamo quasi, il countdown è partito e mancano pochi mesi al grande evento dove il nostro bimbo sarà il nostro primo e più grande tifoso e al quale dedichiamo e dedicheremo sempre tutti i nostri sforzi.