Piccole Donne, la GenZ si specchia in un romanzo dell’800

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Chi non ha mai avuto un amico del cuore con cui pattinare sul laghetto ghiacciato da ragazza, combinarne di tutti i colori, ridere a crepapelle, condividere quello sguardo diverso sul mondo, pensare che non vi sareste lasciati mai, amarlo più intensamente dell’amore, per poi lasciarlo andare a qualcun’altra con cui si sarebbe sposato felicemente, e magari pure per tutta la vita, come accade in Piccole Donne?

Io ricordo dov’ero quando, naso incastrato fra le pagine e lettura a perdifiato, ho divorato Piccole Donne un volume dopo l’altro. Ero in montagna in Valsesia, avevo 8 anni, era il 1985: ero una pacioccona che non sapeva nulla dell’amore, ma che già era innamorata. Ogni primo giorno di vacanza per me equivaleva all’acquisto di un quaderno su cui appuntare, almeno per la prima settimana, i miei pensieri e le mie idee nate da quella commistione di ozio e noia a tratti.

Ho visto Piccole Donne all’Anteo a Milano la sera dell’uscita italiana: ho scelto un cinema d’altri tempi, convinta che l’esperienza venga molto influenzata dal setting, decidendo di avere compagne di avventura con cui condividere il momento. Le ho invitate il mattino per la sera al grido: “Occupiamo un cinema e andiamo a vedere Piccole Donne?”.

Piccole Donne è stato scritto dall’autrice americana Louisa May Alcott nel 1868 ed è un romanzo semi autobiografico che racconta la vita di quattro sorelle nella transizione fra l’infanzia e la vita adulta, in un continuum che parla di sorellanza e autenticità, cultura, educazione, arte. È un manifesto femminista ambientato nell’America dell’Ottocento, che esprime tutto il desiderio di autodeterminazione ed espressione autentica di sé femminile, condito da una capacità di fare squadra senza eguali.

piccole-donne8Uscito nel 2019 in America, il film della regista Greta Gerwig – classe 1983 – è la settima trasposizione cinematografica del libro, che concorre quest’anno a sei premi Oscar e viene citato da Obama come uno dei sui film preferiti del 2019. Imperdibile è il personaggio della zia March che, interpretata da Meryl Streep, dispensa perle di saggezza che si colgono anche solo osservando i suoi occhi che roteano con disappunto. Per una preview si può seguire l’account Instagram ufficiale del film.

piccoledonne_2019Durante la proiezione sono stata catapultata in una rilettura di un fenomenale testo letterario e, insieme, della mia vita, perché quello che leggi da bambino condiziona la tua lettura della vita in divenire, e perché quando riprendi in mano quanto hai letto con una ancora acerba esperienza di vita, dopo anni di avventure vissute veramente, riesci a leggere quello che è accaduto con gli occhi della protagonista che sei stata.

Sono uscita dal cinema solo perché dovevo: la verità è che non sarei voluta andare via tanto ero avvolta nell’emozione dei dialoghi, nell’attivismo – quasi contemporaneo – di quelle scene e nella poetica bellezza delle immagini e dei costumi. Piccole Donne è un racconto di formazione che si inserisce perfettamente nella contro narrazione dell’Italia in cui ci troviamo, ancora oggi, a dover rivendicare i ruoli da protagonista che ci appartengono.

Portateci tutti a vedere Piccole Donne, perché solo così nessuno si dimenticherà di Jo March e di cosa voglia dire avere il temperamento di una donna libera.