A Pistoia c’è una bottega dove si va all’Incontrario

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«L’importante è non autofraintendersi». «Al cuore non si comanda mai, ma ai piedi sì». «Chi dorme non piglia né carne né pesce». «Il cuore è uno strumento col singhiozzo».

Se è vero, come diceva Nanni Moretti, che le parole sono importanti, quelle pronunciate alla bottega L’Incontrario di Pistoia valgono di più. Nel centro storico della città toscana, infatti, ci sono artisti, artigiani e ragazzi con diverse abilità e sensibilità che creano oggetti e manufatti che hanno una marcia diversa. È una di quelle storie belle che riscaldano il cuore da leggere per iniziare l’anno.

inc2Questi aforismi  – che si ritrovano su tanta oggettistica preparata dai ragazzi della bottega  – sono nati quasi per caso, e rappresentano nella maniera migliore e incisiva possibile un’atmosfera originale, talvolta irriverente e che va all’incontrario, appunto, e che per questo va assecondata. Qui, spesso, ci si trova a fare le cose all’incontrario: si inizia dalla fine anziché dal principio, si scambia il diritto con il rovescio. Si va all’incontrario e va bene così, seguendo felicemente il ritmo di ciascuno. E forse sarebbe il caso che lo facessimo un po’ tutti nella vita.

incintrario2Nata da San Lorenzo Hand Made, un’associazione di promozione sociale che nasce come progetto di integrazione lavorativa e inclusione sociale per persone con disabilità, in collaborazione con la Cooperativa sociale Gli Altri, la bottega l’Incontrario rappresenta il culmine di un progetto che intende valorizzare e potenziare la capacità e la creatività di ciascuno, avvalendosi di artisti che portano i talenti tra le mura di via Pacini.

incE a poco più di due anni dall’apertura del negozio al pubblico, la Bottega è un tripudio di colori, di lavori conclusi e da portare a termine, a cavallo tra sogni e possibilità sgangherate, tra piccole e grandi conquiste. Grafica, ceramica, pittura e oggettistica: gli educatori propongono diverse attività ai ragazzi e alle ragazze che, dopo il diploma, si cimentano con le proposte degli artisti, pittori, decoratori, ceramisti, graphic designer. Ai primi il compito di mediare, filtrare, spronare a sperimentare, cogliere un interesse e valorizzare una capacità. Ai secondi quello di aprire nuovi orizzonti, accendere talenti inespressi e insospettabili che emergono talvolta come un guizzo di genio talvolta più gradualmente e se con tempi diversi. Insomma, tutti si mettono in gioco per un risultato fuori dal comune e che prova a dare vita e concretezza ad una parola  – visto che anche di quello stiamo parlando – spesso utilizzata a caso: “inclusione“.

Emma, Matilde, Filippo, Ambra, Jacopo, Sara. Ognuno si ritaglia un ruolo e uno spazio. E ciascuno è orgoglioso di quanto ha realizzato. E del percorso che porta verso la conquista dell’autonomia in un delicato gioco di equilibri. E qui, in questo laboratorio fatto prevalentemente di manualità, prendono vita discorsi e dialoghi all’insegna dell’ironia e di quella filosofia spicciola che ti fa guardare al mondo con occhi diversi. Così capita di riflettere che effettivamente l’importante non è auto fraintendersi, non raccontarsi frottole oppure di comprendere che l’amore è come un bacio con lo schiocco. Sonoro e appiccicoso, in poche parole vero.

  • Franca Frosini |

    Sono interessata a quello che fate.

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