Violenza sulle donne: via libera al riparto di 30 milioni per i centri

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Passo avanti sul fronte dei fondi anti violenza, pochi giorni dopo la celebrazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Il segno positivo arriva dalla Conferenza Stato-Regioni che ha dato il via libera al riparto dei 30 milioni di euro previsti per il 2019 e destinati a centri anti violenza e case rifugio. A breve la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, firmerà il decreto per destinare alle Regioni i finanziamenti. “L’approvazione era attesa da tutto il Paese. Auspico – ha detto la ministra – che il tema del contrasto della violenza contro le donne venga d’ora in poi trattato con una centralità forte e abbia uno spazio adeguato, dal momento che dovremo definire anche un monitoraggio dell’erogazione dei fondi destinati ai centri antiviolenza. La sinergia tra il livello nazionale e regionale è fondamentale per ottenere risultati tangibili su un problema grave ed urgente. Per quanto di mia competenza, lavorerò incessantemente su questo”.

In particolare, dei 30 milioni stanziati, dieci milioni contribuiranno al finanziamento dei centri anti violenza pubblici e privati già esistenti in ogni Regione, altri 10 milioni andranno alle case rifugio pubbliche e private già esistenti in ogni Regione. I restanti 10 milioni saranno ripartiti tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano coerentemente con gli obiettivi del piano per gli interventi operativi di cui al Piano strategico nazionale sula violenza maschile contro le donne.

Centri anti violenza: “Attenzione a destinare i fondi ai veri centri anti violenza”
Positiva la reazione dei centri anti violenza che però ricordano le problematiche riscontrate in passato nella distribuzione dei fondi da parte di alcune Regioni e nella ripartizione di finanziamenti a pioggia, anche a strutture che non hanno le qualità adatte per accogliere e seguire le vittime. “Accogliamo con favore – spiega Lella Palladino, presidente di D.i.Re-Donne in rete contro la violenza – la notizia dello stanziamento dei 30 milioni confermato oggi in conferenza Stato-Regioni ma restano le criticità da sempre evidenziate nell’erogazione dei fondi: una distribuzione disomogenea tra le diverse Regioni, alcune delle quali trasferiscono le risorse direttamente ai centri anti violenza con tempi rapidi, certi e con procedure trasparenti mentre altre le affidano agli Enti locali competenti determinando intoppi e rallentamenti burocratici”. Inoltre, aggiunge Palladino, “c’è da ridefinire la mappatura dei centri antiviolenza facendo chiarezza e differenziando tra i tanti servizi che compongono l’offerta sul territorio spesso improvvisati e privi di esperienza e competenza e i centri anti violenza specializzati che lavorano secondo la metodologia della relazione tra donne così come indicato dalla convenzione di Instanbul”. Palladino denuncia anche che “l’attenzione nuova alla prevenzione e contrasto della violenza maschile ha determinato  un effetto paradossale nel nostro Paese generando una corsa ad intercettare le risorse stanziate ai sensi dell’art. 5 della 119 da parte di tanti enti del terzo settore. Chiediamo pertanto che si faccia attenzione perché i 30 milioni stanziati siano effettivamente destinati ai veri centri anti violenza”.

Tra le criticità incontrate in passato, come sottolineato anche da Simona Lanzoni, vicepresidente di Pangea Onlus, c’è proprio  la questione del “coordinamento tra il dipartimento per le Pari opportunità e le Regioni, tra le Regioni e i Comuni. E’ lì il nodo che si deve sciogliere: bisogna cioè agire sulla governance territoriale delle risorse  e sul monitoraggio delle stesse. Non possiamo aspettare che sia la Corte dei Conti a fare chiarezza”, come avvenuto in passato.

Risorse sulla carta in aumento, ma finora ritardi nella ripartizione
Ma guardiamo all’entità delle risorse stanziate negli ultimi anni. Si registra una tendenza crescente nell’entità dei fondi, anche se la reale distribuzione ai centri ha mostrato forti criticità. I finanziamenti pubblici sono saliti dai 12 milioni del 2017, che divisi per il numero di donne prese in carico secondo calcoli di D.i.re danno  76 centesimi per vittima,  ai 20 milioni del 2018 ai 30 milioni.  In genere, per le politiche anti violenza, compresi dunque anche i fondi per i centri anti violenza, nel 2015-16 sono stati stanziati 39 milioni, nel 2017 21,6 milioni, nel 2018 35,4 milioni, nel 2019 37 milioni. Nel contesto generale, dunque, per l’anno in corso le risorse destinate i centri sono aumentate parecchio rispetto al 2018 (+50%).

Secondo il recente monitoraggio di Action Aid, tuttavia, dei fondi previsti per centri anti violenza e case rifugio  nel 2018 solo lo 0,39% è arrivato nelle casse delle strutture, pari a 77mila euro. Percentuale che sale al 34% per i fondi del 2017 (12,7 milioni) e al 63% sui 17,5 milioni del biennio 2015-2016.