«In fondo la mia vita è la storia dei tentativi che ho fatto di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo». In questa frase di Massimo Gramellini c’è tutta l’essenza di Cristiana Girelli, 29 anni, nata in provincia di Brescia, attaccante della Juventus e della Nazionale italiana.
«Fai bei sogni» è il suo libro preferito e di sogni stupendi ne ha fatti eccome. Anche quando da bambina colpiva con i piedi tutto ciò che trovava per terra. «Per casa cercavo sempre qualcosa da calciare e poi passavo tutti i pomeriggi all’oratorio a giocare a calcio. È sempre stata una passione, mai un’ossessione. Giocavo e mi divertivo, tutto qua».
Piedi per terra, appunto, e sguardo al cielo. Intanto gli anni passavano, quelli dell’adolescenza, tra studio e pallone con un diploma al liceo scientifico. Ma i libri no, quelli non si potevano calciare in porta. E allora la palla sempre stretta tra i suoi piedi: l’esperienza sensoriale delle parti del suo corpo attaccate alla sua grande passione. Perché Cristiana ci ha sempre creduto. Lo ha fatto con il Bardolino Verona con cui ha vinto 4 scudetti, il primo nella stagione 2004/2005 quando aveva soltanto 15 anni. E poi con il Brescia, squadra della sua città, dove ha conquistato per due volte il campionato italiano.
Fino al sogno che si avvera, quello di vestire la maglia numero 10 della Juventus e di vincere subito alla prima stagione: scudetto e coppa Italia. Questa era l’estate che Cristiana attendeva da tutta una vita. Si sentiva come i suoi grandi idoli: Roberto Baggio e Alessandro Del Piero. Con la Juve e con la Nazionale. «Dopo i 3 gol che ho segnato contro la Giamaica, mi è arrivato il videomessaggio di Del Piero. Mi sono dovuta sedere per l’emozione e l’ho rivisto 20 volte perché non ci credevo che dicesse proprio il mio nome».
Quel nome abbinato a un sorriso contagioso e alla facilità del suo eloquio, liquido come l’acqua che scorre imprendibile. Inafferrabile. Come Cristiana nella seconda partita dello splendido Mondiale azzurro: «L’entusiasmo dopo la prima vittoria contro l’Australia ci ha dato una scossa mostruosa. Dall’Italia ci spingevano a fare meglio. Abbiamo capito che stavamo facendo qualcosa di molto importante per il nostro Paese. Ricordo bene quando mi sono presentata sul dischetto contro la Giamaica. Sentivo la responsabilità e in un attimo sono passata dal baratro alla gioia più assoluta. Il primo rigore mi era stato parato, ma l’arbitro, grazie alla Var, ha fatto ripetere e mi ha dato l’occasione di esplodere. Ero tranquilla, ho cambiato angolo e ho potuto esultare».
Lì è nata la sua stella. Come nel film di Bradley Cooper e Lady Gaga, a cui Cristiana è molto legata: «Mi ha emozionato, soprattutto nella colonna sonora entusiasmante». Anche se lei preferisce ascoltare musica latina: «Mi carico così prima di una partita, ma non dirò qual è la canzone che mi accompagna ai match perché sono scaramantica».
L’intera intervista a Cristiana Girelli è contenuta nell’ebook Donne di Sport 2019, disponibile gratuitamente sul sito del Sole 24 Ore, cliccando sulla copertina qui di seguito.