“E se suo fratello gli aveva tagliato la coda di cavallo, cosa avrebbe potuto fargli qualcuno che non conosceva?”.
“Mio fratello si chiama Jessica” di John Boyne (l’autore de “Il bambino con il pigiama a righe”) è un libro potente. Un piccolo libro potente. La storia di un amore profondo tra due fratelli, raccontata da Sam – tredicenne, il più piccolo – che vede Jason, il suo idolo – 17 anni – diventare Jessica. Un racconto scritto in minuscolo, spesso non avendo le parole per raccontare qualcosa di così grande e anche complicato come la vita, la libertà, la cattiveria di chi non vuole accettare, e l’amore a qualunque condizione. A qualunque costo.
Sullo sfondo il micro e macrocosmo di una Londra borghese e crudele dove non tutte le diversità sono politicamente e socialmente degne di rispetto; e una famiglia incapace di comprendere quello che le sta accadendo di straordinario, troppo impegnata con la propria diversità ordinaria da nascondere e normalizzare agli occhi del “pubblico”.
“Io non so come sia essere un transgender, ma so com’è essere diversi dagli altri… All’età di Sam, ho cominciato a capire che ero gay, e l’idea mi ha spaventato a morte.
…Se non ci schieriamo al fianco degli oppressi, allora, in un modo o nell’altro diventiamo oppressori, complici dei bulli.
…Spero che Mio Fratello Si Chiama Jessica possa illuminare i giovani lettori sul coraggio straordinario dei loro coetanei transgender e li aiuti a capire, ed eventualmente a celebrare, quella che è solo un’altra sfaccettatura della natura umana”.
Boyne lo scrive nella sua postfazione. Emozionante come il resto del romanzo.
Ieri alla Feltrinelli ho chiesto dove poter trovare il libro, perché non lo vedevo tra le novità. – Nel reparto Letteratura Per Ragazzi – mi ha risposto l’addetta.
Io ho sorriso. Felice. Sì, perché c’è speranza. Che tutti possano esserlo: felici.
Titolo: Mio fratello si chiama Jessica
Autore: John Boyne
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 13,60 euro