Quando il sociologo Francesco Morace lanciò nel 2015 il Festival della Crescita, parlò di un appuntamento itinerante, che si sarebbe concretizzato in un tour fisico in giro per l’Italia, coinvolgendo attivamente i territori. Che non significava portare il verbo delle grandi città in periferia, ma dare voce a cittadini, istituzioni, imprese, professionisti e studenti per far emergere e connettere l’intelligenza collettiva di cui è innervato il paese.
E così è stato per le quattro edizioni che si sono susseguite. Per fortuna, c’è ancora qualcuno che crede nel significato delle parole e le usa con cura! Il Tour 2018 del Festival, che è andato su e giù per l’Italia toccando – tra febbraio e ottobre – Lecce, Rovereto, Trento, Siena, Roma, Castelfranco Veneto, Napoli, Rimini, Piacenza, Parma, Vicenza, si conclude in questi giorni nella grande kermesse in corso al Palazzo delle Stelline di Milano (18-21 ottobre 2018). Il titolo prende spunto dal saggio appena pubblicato di Francesco Morace Futuro + Umano, che ci ricorda – nell’era dell’intelligenza artificiale – il valore unico dell’umano: la tensione utopica verso un futuro che si desidera.
A dare forza ed energia al Festival della Crescita c’è una visione di crescita sostenibile e felice – che non ha nulla a che fare con la decrescita – basata sulla generatività del saper fare italiano potenziato dalla nuove tecnologie, in un’ottica internazionale. Punto d’arrivo, la catalizzazione delle esperienze virtuose in tutti i campi da cui trarre nuovi strumenti di social innovation e la raccolta delle migliori progettualità, per dare piena espressione alla creatività del paese. In un’ottica – vincente – di condivisione, pur nel rispetto delle responsabilità di ciascun attore.
E i risultati, importanti, iniziano a vedersi. «Il bilancio di questa ultima edizione è particolarmente positivo – racconta Morace – perché ha raccolto il risveglio della Pubblica Amministrazione. Un risveglio inaspettato, in verità, ma molto incoraggiante perché ci dà il polso di un paese che sta finalmente reagendo all’immobilismo attivando progetti e sinergie». Dopo il mondo del lavoro – fatto di imprese, manager e professionisti di ogni campo – e il mondo accademico, presenti sin dalla prima edizione, il 2018 ha visto quindi il contributo fattivo di chi governa i territori. Soggetti chiave non solo per la buona gestione amministrativa, https://youtu.be/_-o3b66fb-Mma anche per la promozione di quelle partnership pubblico-private così importanti per accelerarea il cambiamento.
Tra le più innovative Parma, Napoli e Torino, che hanno presentato esperienze virtuose già realizzate o in corso, dimostrando con i fatti le migliori intenzioni. Da notare che l’appartenenza politica non c’entra nulla. Prova ne è il progetto Destinazione Emilia 2020, che vede protagoniste tre province – Parma, Piacenza e Reggio Emilia – governate da tre partiti diversi. Un esempio che potrebbe innescare un circolo virtuoso tra campanili, che suonano all’unisono. «Secondo la mia visione sociologica – commenta Morace -, in questo momento di disorientamento politico, è la dimostrazione che è la forza delle persone e dei governi delle città a trainare lo sviluppo del paese».
La responsabilità per la prossima edizione del Festival alle porte – sono già in calendario entro l’anno due tappe, a Sassuolo e a Messina, per lanciare l’anteprima del 2019 – è dunque alta e si confronterà con la sfida lanciata in queste giornate: il nostro futuro dipenderà dalla qualità dei nostri desideri, dalla capacità di attivare la nostra intelligenza più profonda, dalla valorizzazione dell’affettività e di ciò che ci rende così profondamente umani: lo sguardo, il sorriso, la carezza, l’esitazione…Non in contrapposizione all’innovazione, anzi! In funzione del miglior governo delle tecnologie.