L’Italia si conferma primo Paese europeo per adozioni internazionali (Dati Cai 2014/2015)

images497h7ub6Finalmente negli scorsi giorni è stato pubblicato sul sito della CAI il report statistico riguardante le adozioni concluse negli anni 2014-2015, dati importanti che si attendevano da tempo, dal momento che l’ultimo rapporto pubblicato dalla Commissione Adozioni Internazionali risaliva alle adozioni concluse nel 2013. Il report ha avuto fino a quell’anno carattere annuale ma, come viene precisato nell’introduzione del presidente Silvia della Monica “è stata apportata una significativa modifica nelle linee di studio e rielaborazione dei dati in modo da renderla maggiormente utile e finalizzata al supporto dell’attività dell’Autorità centrale, modificando intanto, il range temporale da annuale a biennale.

Ma qual è la fotografia che emerge dal nuovo rapporto?

L’Italia primo paese in Europa
Il nostro Paese nel 2014 (con 2.206 minori adottati) e nel 2015 (con 2.216) si conferma come il primo Paese di accoglienza in Europa per numero di minori adottati e secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti. A seguire, con un significativo distacco, figurano: Spagna (824 minori adottati nel 2014 e 799 minori adottati nel 2015), Francia (1.069 minori nel 2014 e 815 nel 2015), Canada (905 minori nel 2014 e 895 nel 2015), Svezia (345 minori nel 2014 e 333 nel 2015), Olanda (354 minori nel 2014 e 304 nel 2015), Germania (227 minori nel 2014 e 200 nel 2015), Danimarca (124 minori nel 2014 e 97 nel 2015) e Svizzera (226 minori nel 2014 e 197 nel 2015).

Il calo delle adozioni a livello mondiale
A partire dal 2004, si è verificato un calo progressivo delle adozioni in tutti i Paesi, registrando un meno 73,5% nel mondo nell’arco di dieci anni. In dettaglio, si è passati dai 45.383 minori adottati nel 2004 ai 12.001 nel 2015. Con riferimento ai primi dieci Paesi di accoglienza, la diminuzione è stata del 85,6% per la Spagna, del 81,6% per la Danimarca, del 80,0% per la Francia, del 75,3% per gli Stati Uniti, del 73,3% per la Germania, del 72,9% per l’Olanda, del 68,9% per la Svezia, del 65,2% per la Svizzera, del 53,6% per il Canada e del 34,9% per l’Italia.

E specularmente, nei quindici principali Paesi di origine, nel 2004 il numero di minori adottati risultava pari a 39.330 unità ed è sceso nel 2014 a 9.306 unità, con una contrazione media del 76,3%.

Nel biennio 2014-2015 le famiglie lombarde hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso a scopo adottivo di 762 minori, valore assoluto più alto tra le regioni italiane, seguono la Toscana (469 minori), il Lazio (397 minori), la Campania (393 minori), il Veneto (378 milka); la Lombardia si conferma la prima regione per numero di minori adottati.

I Paesi di provenienza
La Federazione Russa si conferma il primo Paese di provenienza, con 1.060 minori adottati. Seguono Polonia (365 minori), Repubblica Popolare Cinese (360), Colombia (293), Vietnam (225), Bulgaria (219), Brasile (204), Etiopia (200), India (186) e Cile (153).

L’età media dei bambini e dei genitori
Relativamente all’età dei bambini autorizzati all’ingresso nel biennio 2014-2015, l’età media è di 5,9 anni. Nel dettaglio, il 41,2% dei bambini ha un’età compresa fra 1 e 4 anni, il 44% fra 5 e 9 anni, l’11,9% pari o superiore a 10 anni, mentre solo il 2,9% dei bambini è sotto l’anno d’età. Il 25,2% dei minori adottati viene segnalato come bambini con bisogni speciali e/o particolari (i primi indicano bambini con patologie gravi e irreversibili, contrariamente ai bisogni particolari, che invece presumono un recupero nel corso del tempo). La maggior parte proviene dall’Asia, circa 2 su 3 (66,8%), gli altri da Paesi dell’Europa (21,9%), da America Centrale e Meridionale (5,5%) e dall’Africa con l’1,7% dei casi.

L’età media dei coniugi, alla data dell’autorizzazione all’ingresso, nel 2015 è di 45,8 anni per i padri adottivi e di 44,1 anni per le madri (nel 2014 era rispettivamente di 45,9 anni per i padri e di 44,2 anni per le madri); nel 2015 il 54,7% degli uomini e il 42,8% delle donne hanno un’età superiore ai 45 anni alla data dell’autorizzazione all’ingresso dei minori.
Per quanto riguarda le coppie adottive, vengono confermate le tendenze già manifestatesi negli ultimi anni: la stabilizzazione del maggior peso delle regioni meridionali sul totale delle autorizzazioni all’ingresso, il consolidarsi di un’età media elevata dei genitori, l’elevato livello di istruzione dei genitori.

Limitando l’analisi del percorso adottivo delle coppie in possesso di decreto di idoneità, emesso nel periodo 2006-2014, le coppie che hanno completato l’iter adottivo sono state 18.184, pari al 66,4% di tutte quelle che avevano conferito l’incarico agli enti autorizzati.

La durata dell’iter adottivo
Dividendo in due fasi l’iter adottivo, la CAI rileva che, in riferimento al periodo 2014-2015, le coppie hanno impiegato in media 18 mesi dal momento della dichiarazione di disponibilità al Tribunale dei Minorenni competente fino al rilascio del decreto di idoneità, cui si aggiunge il periodo impiegato per la scelta dell’ente autorizzato da parte degli aspiranti genitori adottivi; 25 mesi per portare a termine la procedura adottiva, a partire dal conferimento di incarico all’ente sino al ricevimento dell’autorizzazione all’ingresso.

Questi i dati da cui si parte (mancano comunque quelli relativi al 2016) per un nuovo corso, che vedrà alla vicepresidenza Laura Laera, magistrato e presidente del Tribunale dei Minori di Firenze. Molti i fronti aperti, su cui i nuovi vertici della Commissione saranno chiamati a misurarsi.