E’ facile indignarsi – e arrendersi come se fosse un male necessario – a ogni notizia di violenza contro il genere femminile. Meno facile è agire per cambiare le cose in un paese in cui lo Stato non è in grado di varare un Piano nazionale antiviolenza efficace. Ma c’è chi non aspetta e si mette all’opera.
«Ogni volta che sentivo parlare di un tema delicato come quello della violenza sulle donne mi chiedevo cosa poter fare in quanto azienda, in primo luogo perché sono convinta che in generale le imprese non debbano vivere isolate dal contesto sociale in cui sono inserite e, in più, perché siamo un’azienda formata all’80% da donne. La risposta è arrivata grazie alla proposta di un gruppo di collaboratrici che ci hanno suggerito di organizzare un corso di autodifesa, proposta che ho accolto subito con grande entusiasmo e che ha portato in azienda più consapevolezza e attenzione sull’argomento». Del resto, Silvia Bolzoni, amministratore unico di Zeta Service, società di amministrazione del personale in outsourcing dalla reputation riconosciuta (Best Workplaces per sette anni consecutivi, Ambrogino d’oro 2013, tra le 18 storie scelte da Confindustria per la mostra “Capitani Coraggiosi” appena conclusasi) non è un’imprenditrice qualunque.
Basti dire che il 2016, in Zeta Service, è l’“Anno del Benessere”: 12 mesi dedicati alla Salute del Corpo e alla Salute della Mente, perché l’equilibrio fa bene alle persone e quindi anche ai 180 collaboratori dell’azienda. E’ in questo contesto che entra la scuola Milano Autodifesa Personale, per la prima volta assoldata da un’impresa. Obiettivo: aumentare lo standing delle donne, attraverso un lavoro sull’input generale di “non subire” e su tecniche di autodifesa per ogni tipo di eventuale attacco, non basate sulla forza fisica ma sulle leve della forza mentale. Le 45 lavoratrici che hanno partecipato alle 7 lezioni terminate poche settimane fa, conquistando l’attestato e la cintura rosa, sono pronte per il corso più avanzato in autunno, quando ripartirà quello base per le altre.
Il costo, completamente sostenuto da Zeta Service, è fatto soprattutto di tempo: i 90 minuti di ogni lezione sono formati dai 60minuti di pausa pranzo più 30 minuti investiti dall’azienda, a cui si aggiungono altri 30 minuti sempre investiti dall’azienda per permettere uno spuntino e prepararsi a riprendere il lavoro. Troppo oneroso? Per Zeta Service, che ha già largamente implementato ogni forma di flessibilità di orari e sviluppato una cultura organizzativa improntata al lavoro per obiettivi, no di certo. Per altre aziende inchiodate al “timbro del cartellino”, forse sì.
Prossimo step, un progetto ad hoc per sensibilizzare contro la violenza di genere il 20% di uomini che lavora in azienda. In fondo, non è così difficile, non credete?