“Nessuno può volare”, ovvero come convivere con una malattia come la sclerosi multipla

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Non è un libro come tutti gli altri “Nessuno può volare”, l’ultimo in ordine di arrivo prodotto dalla penna della scrittrice siciliana Simonetta Agnello Hornby.

É un diario, un racconto intimo che scorre tutto d’un fiato. Sono pagine di quotidianità familiare in cui ci sentiamo parte anche noi. Questo libro nasce, evidentemente, da un’esigenza diversa, sicuramente sofferta, eppure necessaria: quella di condividere la notizia della malattia di George, suo figlio primogenito, affetto dal 2002 da sclerosi multipla, una forma rara, incurabile e irreversibile. Ed ecco che George interferisce amabilmente tra le pagine della madre, appare, scompare e poi riappare, a fare da contrappunto alla voce materna.

Ma com’è la voce di una madre che racconta una verità così tremenda? Come si può raccontare – e prima ancora serenamente accettare – una notizia destinata a sconvolgere le loro vite per sempre?

Abbiamo conosciuto George per la prima volta in un programma televisivo di Rai3 “Io &George”, un viaggio insieme alla madre da Londra alla Sicilia, tra difficoltà logistiche e di trasporto. L’Italia venne mostrata con le sue innumerevoli bellezze artistiche e le altrettante problematiche di accessibilità: strade, marciapiedi, edifici storici, ristoranti, persino bagni talvolta erano interdetti ad uno che si sposta sulla sedia a rotelle. A Londra poteva farlo in autonomia. In Italia, no.

L’incontro con la malattia e, in un certo senso, la “diversità” arriva subito nella vita di Simonetta, sin dall’infanzia. «Nel mio mondo, tutti i disabili sono diversidiversi per fattori fisici, come i ciechi e i sordi, o psichici, come i ritardati mentali – e i diversi fanno tutti parte della nostra normalità, non devono mai essere emarginati». E così, personaggi come Giuliana, anziana e zoppa, zia Rosina, con la sua cleptomania giovanile, l’irosa Maruzza, o Totò Signa: tutti con le loro caratteristiche, tutti accettati e assimilati alla normale varietà di cui é fatta l’umanità. Il messaggio con cui cresce Simonetta da ragazzina é chiaro e forte: nessuno va escluso. Il lettore si immerge da subito nella narrazione di una famiglia allargata ai quei gradi di parentela che oggi scarsamente consideriamo: zii, prozii e cugini di vari gradi, insieme anche ai collaboratori domestici, tate e aiutanti, nelle suggestive ambientazioni siciliane che talvolta possiamo gustare direttamente, altre volte possiamo semplicemente intuire.

L’autrice non cede mai nella disperazione. Qualche volta vacilla, semmai. Ma è un momento. La forza della famiglia, il legame con la Sicilia mai spezzato, un po’ di sano pragmatismo da anni di avvocatura fanno considerare tutto da un altro punto di vista. La voce di questa madre, che ad un certo punto vorrebbe rifiutare il talento di scrittrice (ai tempi dell’uscita della Mennulara) in cambio di un figlio sano, esce più potente e saggia che mai.

Tutto parte dall’osservazione di un piccione bianco e marrone appollaiato su un ramo alto, nel giardino di casa, appena ricevuta la notizia e con la nipotina Elena di pochi mesi fra le braccia.

«Pian piano accettavo l’enormità di quello che ci era successo: un’orribile malattia in famiglia. Ma era anche una sfida. Come noi non possiamo volare, così George non avrebbe più potuto camminare: questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita in altri modi. Mio padre era stato un formidabile esempio. Nella vita c’è più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato quel di più».

In queste poche frasi è racchiuso il senso di questa testimonianza. È questa la normalità. Simonetta Agnello Hornby è impegnata personalmente nella campagna di sensibilizzazione per rendere il mondo un posto più accessibile ai diversamente abili. Lo scorso luglio ha partecipato al Disability Pride a Roma.


Titolo : Nessuno può volare

Autore  Simonetta Agnello Hornby

Casa editrice  Feltrinelli

Anno di uscita  2017

Prezzo  16,50 euro