Violenza, così le imprese possono sostenere un “futuro sicuro” per donne e madri

ll nome è già il programma: Futuro Sicuro. Si chiama così il progetto firmato dal Gruppo Terziario Donna Confcommercio Roma, presieduto dall’imprenditrice Simona Petrozzi, con un obiettivo limpido: sostenere le donne e le madri, con strumenti concreti, perché la cultura del rispetto entri nel Dna di ogni azienda e perché le organizzazioni siano protagoniste attive nella prevenzione e nel contrasto alla violenza, a garanzia di un avvenire sereno anche per i figli. In definitiva, per la società intera.

Lanciato lo scorso ottobre, Futuro Sicuro è entrato nel vivo con un doppio appuntamento: l’avvio a giugno di un primo corso di alta formazione e la presentazione dell’iniziativa in Senato il 1° luglio, nel corso del convegno «L’intersezione tra la fragilità della famiglia e la responsabilità dell’azienda, a sostegno di donne e minori» promosso dalla senatrice Paola Binetti, in collaborazione con la commissione straordinaria per i Diritti umani di Palazzo Madama, che ha visto susseguirsi due tavole rotonde, annodando i fili di una stessa storia: i danni della violenza domestica per donne e minori, con l’importanza di una formazione adeguata per tutti gli operatori, e la situazione femminile nei contesti aziendali ed economici. Perché le dimensioni non sono separate: recuperare la visione d’insieme delle donne nella società è fondamentale non solo per aggredire le disuguaglianze e le ingiustizie, ma soprattutto per valorizzare e incoraggiare un’idea piena e contemporanea di femminilità, che non costringa le donne a rinunce mai chieste agli uomini.

Liberare la strada alle donne: le imprese possono fare molto

Il punto di partenza è chiaro: il sistema attuale fa acqua da tutte le parti. Non riesce a tutelare le donne dal rischio violenza domestica e istituzionale, non vede la via crucis che frequentemente tocca alle madri – sempre più povere, sempre più precarie – nei tribunali civili, accetta il perpetuarsi di vessazioni che mortificano il potenziale femminile, anche sui luoghi di lavoro. «Vogliamo promuovere una cultura d’impresa per dare maggiore consapevolezza alle donne rispetto al loro potere, anche in ambito professionale e autonomo di lavoratrici», spiega Petrozzi. «Le imprese, eroine del nostro tempo, possono giocare un ruolo di primo piano».

Una spinta in questa direzione è arrivata anche dal rinnovo del contratto collettivo nazionale Confcommercio per i dipendenti di aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi, sottoscritto il 22 marzo scorso, che riconosce l’importanza dei percorsi di protezione delle vittime di violenza e introduce un congedo per le lavoratrici inserite, con il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di 90 giorni, aggiuntivi rispetto alle previsioni di legge.

Proposte in sette aree, dalla violenza alla cura degli anziani

Futuro Sicuro è, dunque, innanzitutto un carnet di proposte, articolate intorno a sette aree per provare a tenere insieme tutto ciò che oggi ruota intorno alla vita di una donna e che si ripercuote sul suo vissuto quotidiano: donne, minori e violenza; educazione e intelligenza emotiva per il controllo delle emozioni; donne, cura degli anziani e familiari malati; finanziamenti alle imprese per favorire l’etica e la legalità; contributi pubblici a sostegno delle mamme imprenditrici per favorire la conciliazione lavoro-famiglia ed evitare l’abbandono delle attività; agevolazioni delle sostituzioni maternità per le imprese; donne, digitale e contrasto alla violenza online.

Contattozero, basta bigenitorialità a tutti i costi

Ecco, allora, il Codice Contattozero per riconoscere l’inadeguatezza del padre violento contro quella che l’avvocata Marina Marconato definisce «la tendenza alla conservazione dei legami familiari a prescindere dalla qualità e pericolosità degli stessi”: “Dopo l’approvazione della legge 154/2006 sull’affido condiviso, il principio della bigenitorialità viene affermato in maniera acritica nei tribunali e si premia la bigenitorialità a tutti i costi, a prescindere dalle attitudini violente e dalla presenza di procedimenti penali paralleli».

Con la violenza derubricata a conflittualità, le pressioni sulle donne perché facciano cadere le accuse penali nei confronti dei violenti, le richieste di incontri in mediazione. “Contro il buon senso”, ha sottolineato all’evento del 1° luglio il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, autore con la giudice Paola Di Nicola Travaglini del volume fresco di stampa “Il nuovo codice rosso” . «Se la violenza non viene adeguatamente riconosciuta da giudici, consulenti tecnici d’ufficio e assistenti sociali e non si realizzano interventi politici mirati all’empowerment delle donne e all’abbattimento delle disparità alla radice del femminicidio – avverte Marconato –  nulla potrà mai cambiare».

Per le imprese alta formazione #Futurosicuro dal 15 ottobre

Parte integrante del progetto promosso da Terziario Donna Confcommercio Roma è il corso di alta formazione Imprese #Futurosicuro, progettato e realizzato da Prometer Srl Confcommercio Roma e rivolto a imprenditori, manager e dirigenti, responsabili delle risorse umane e a tutte le figure che nelle aziende si occupano di benessere e welfare. Le iscrizioni sono aperte fino al 25 settembre. In programma, dal 15 ottobre, ci sono 16 ore di moduli formativi interdipendenti – organizzati in sei moduli settimanali di due-tre ore e in tre giornate full immersion in presenza dal 5 novembre – che puntano a fornire gli strumenti per gestire correttamente gli effetti di violenza di genere e situazioni conflittuali. Un modulo aggiuntivo, di altre tre ore, dal titolo Pro #Futurosicuro, dedicato specificamente a professionisti in campo giuridico, amministrativo, sociale e psicologico che presenterà una testimonianza diretta di un protocollo d’intesa in ambito giudiziario focalizzandosi sul ruolo del pubblico ministero nei procedimenti sulla violenza. I docenti, oltre a Petrozzi e Marconato, sono lo psichiatra Paolo Cianconi, l’avvocata Elisa D’Arrico, la psicologa Eloisa Manfredi e la consulente finanziaria Monica Menichelli. Perché l’educazione economica è anello chiave nella catena dell’autonomia delle donne.

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