Politica, il voto delle donne svolta a destra

Se c’è un fronte su cui il divario di genere si sta assottigliando, è quello dei voti ai partiti di destra radicale. Una conferma arriva dal primo turno delle elezioni legislative francesi dove il Rassemblement National ha trionfato con il 33%. Al successo ha contribuito anche l’elettorato femminile: l’Rn di Marine Le Pen si è infatti assicurato il 30% del voto femminile, con un aumento di 10 punti percentuali rispetto alle elezioni europee del 2019. Anche altrove le donne stanno guidando sempre più le fortune politiche dei partiti nazional-populisti. Sull’altro fronte le organizzazioni femministe accusano le destre di sfruttare i diritti delle donne per portare avanti la propria agenda politica.

Proteste di piazza

Domenica 23 giugno migliaia di donne sono scese in piazza a Parigi e in altre città della Francia per protestare contro Rassemblement National e per lanciare un allarme sul potenziale arretramento nei diritti delle donne con la destra al potere.

Le manifestazioni, che hanno coinvolto circa 200 gruppi (tra associazioni femminili, ong e sindacati) e 100mila persone (34mila, secondo la polizia), sono state più di 50 in tutto il Paese e sono avvenute esattamente una settimana prima delle elezioni anticipate, con i sondaggi che davano il partito del Rassemblement National già in testa. Al centro delle proteste il “falso femminismo” del partito di Marine Le Pen e il pericolo che rappresenterebbe per i diritti delle donne, in particolare quelli riproduttivi.

Alle urne

I sondaggi non mentivano. Al primo turno delle legislative, oltre un terzo dei francesi ha votato per il Rassemblement National che è risultato il primo partito con 296 seggi, con un sostegno senza precedenti da parte delle donne.

Tra le elezioni europee del 2019 e del 2024, il partito di Marine Le Pen ha guadagnato 10 punti tra l’elettorato femminile, passando dal 20% al 30%, calcola Ipsos. Secondo un sondaggio di OpinionWay per il quotidiano Les Echos, nel 2019, il 25% degli uomini e il 21% delle donne votarono per lo schieramento, in linea con gli schemi tradizionali che vedono negli uomini con una maggiore inclinazione al voto conservatore. Quest’anno il 33% delle donne ha votato per il partito, superando il 30% degli uomini. Si tratta di un aumento di 12 punti percentuali da parte delle donne votanti in 5 anni.

I politici di estrema destra hanno cercato di collegare i diritti e la sicurezza delle donne a uno dei loro temi forti in campagna elettorale, il contrasto all’immigrazione. Una strategia che evidentemente alla fine si è rivelata efficace.

Protezione, parola d’ordine

Sicurezza e immigrazione sono due temi che la destra ha fatto propri. Il passaggio successivo compiuto da Rn è stato usare la retorica anti-immigrati per corteggiare l’elettorato femminile, commenta Politico. Durante tutta la campagna elettorale, il candidato premier Jordan Bardella e la presidente di Rn Marine Le Pen hanno concentrato gli sforzi per attirare l’elettorato femminile, proprio puntando sulla necessità di assicurare sicurezza e protezione nella società multietnica francese.

Alla vigilia delle elezioni, il 28enne leader del Rassemblement National Bardella ha pubblicato un messaggio «per tutte le donne di Francia» su X, dicendo che sarebbe stato un «primo ministro che garantisce i diritti e le libertà di ogni donna e ragazza»; ha anche detto che avrebbe espulso «delinquenti e criminali stranieri» e introdotto pene più severe per la violenza contro le donne.

Il padre di Le Pen, l’ex leader del partito Jean-Marie Le Pen, era inviso alle donne, scoraggiate dal suo atteggiamento “sessista” e “volgare”, ha detto Nonna Mayer, politologa specializzata nell’estrema destra francese, a Rfi. Ma quando la figlia Marine ha rilevato il partito, ha iniziato a rimodellarne l’immagine. La sua politica si è evoluta fortemente verso la presa in considerazione dei problemi che risuonavano nell’elettorato femminile. Candidata alle presidenziali del 2022, Le Pen pubblicò sul quotidiano Le Figaro una “Lettera alle donne francesi” in cui sottolineava la propria «sensibilità per la causa femminista». Nelle elezioni più recenti, poi, la candidatura del giovane, pop e carismatico Jordan Bardella ha contribuito a portare ancora più elettrici al partito.

Similitudini tra le sponde dell’Atlantico

Gli elettori europei di estrema destra sono stati a lungo prevalentemente uomini, ma la conquista di voti tra le elettrici è un fenomeno tanto nuovo quanto trasversale in diversi Paesi. Alle elezioni europee del 9 giugno in Germania, il Paese con il maggior numero di elettrici, l’Alternative für Deutschland ha ricevuto il sostegno del 19% degli uomini e il 12% delle donne. In Italia, dove c’è un elevato astensionismo e ancora più marcato tra le donne, gli elettori di Fratelli d’Italia nel 2022 furono per il 28% uomini e il 24% donne, con una crescita di quasi 6 milioni di voti in 3 anni.

La retorica populista e anti-immigrazione – con un sottostante di razzializzazione della violenza sessista – è un tema presente anche nella campagna elettorale degli Stati Uniti, e viene usata, anche in questo caso, nel tentativo di corteggiare il voto delle donne, fa notare la ricercatrice Rachel Smilan-Goldstein della Stanford University. Per sostenere politiche restrittive sull’immigrazione, i politici conservatori statunitensi fanno leva su una narrativa secondo cui gli immigrati provenienti dall’America Latina commettono crimini violenti nei confronti delle donne, non mancando di ricordare alcuni casi famosi di femminicidio.

Femminismo, per davvero?

Di fronte all’ascesa dell’Rn, alcuni gruppi femministi francesi hanno messo in dubbio la posizione del partito sui diritti delle donne. In una lettera aperta pubblicata sul quotidiano Liberation a maggio, il collettivo Grève féministe ha accusato lo schieramento di usare i diritti delle donne per portare avanti la propria agenda politica. E per confutare le posizioni pro donne, si ripercorrono le tappe delle scelte del partito, come sul caso del diritto all’aborto per cui Bardella si era schierato a favore:

«Il 26 novembre 2020 e nel novembre 2021, i funzionari eletti della RN si sono opposti a una risoluzione che condannava la Polonia che vietava quasi completamente l’aborto. L’11 aprile si sono astenuti sull’introduzione del diritto all’aborto nella Carta europea dei diritti fondamentali. Quando accoglie con favore la costituzionalizzazione del diritto all’aborto in Francia, Jordan Bardella lo fa per puro opportunismo elettorale» si legge, ad esempio, nella lettera.

Resta il fatot che negli ultimi anni, e non solo in Francia, si sia osservato uno spostamento a destra di parte dell’elettorato femminile. Un fenomeno di peso in un anno che registra un record di elezioni e che vede andare alle urne oltre 2 miliardi di persone in 76 Paesi al mondo. La domanda degli esperti è se questa nuova posizione di parte del voto femminile possa spostare i baricentri delle elezioni politiche e quindi delle agende di molti Paesi. E se sì, davvero a loro favore?

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