Perché mentiamo ai nostri figli?

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In quasi tutte le famiglie che conosco, i genitori mentono ai propri figli. Si tratta di “bugie bianche”: ossia dette a fin di bene.

Per qualche oscuro motivo culturale, ci sentiamo autorizzati a fare con i nostri figli qualcosa che in società consideriamo sbagliato: con un’incredibile frequenza, ai figli diciamo verità parziali, diciamo bugie, non sveliamo intere parti di noi e della nostra vita.

Alcuni esempi:

1) coppie in crisi al punto da non toccarsi più da anni mantengono le apparenze con i figli, come se si trattasse di notai e non di persone che “sentono” ogni giorno quel che sentono loro, e che dalle modalità di rapporto dei propri genitori ricevono la prima scuola fondamentale sul senso e il modo delle relazioni.

2) Genitori separati nascondono di avere nuovi compagni perché non vogliono “illudere” i figli, “metterli in ansia”: e se poi il rapporto va male, se finisce? Finirebbe come tutti i tentativi possono finire: altro insegnamento fondamentale che i nostri figli possono apprendere da noi o direttamente dalla vita, e il modo in cui lo vivranno dipenderà anche da come lo hanno visto (se lo hanno visto) vivere da noi…

3) Madri e padri dicono ai figli di dover uscire per lavoro quando invece vanno a vedere degli amici o a fare uno sport, come se non si sentissero legittimati ad avere anche “del tempo per sé”, perché è legittimo solo dedicarsi al lavoro o ai figli, e la terza dimensione rubasse tempo al resto e non servisse a nessuno… salvo essere poi il luogo in cui ci ricordiamo quante altre cose siamo e ritroviamo un equilibrio che fa stare meglio tutti quanti. E quanto è importante che un figlio sappia che anche i genitori (come loro) sono persone!

Ma no, i figli:

Sono sempre troppo piccoli
Devono essere protetti dalla vita
Non possiamo chiedergli di capire

E poi succede che compiono vent’anni e scopriamo di aver mancato “l’attimo” in cui cominciare a considerarli in grado di comprendere e di comprenderci. Ma, in questo modo, dove altro li mandiamo a sviluppare quel tipo di comprensione, a scoprire la complessità del mondo, delle emozioni, della vita? Che comunque sono già anche nella loro vita, da subito?

Che chance stiamo dando ai nostri figli di essere in grado di capire sé stessi, la propria stessa complessità e le proprie emozioni, se le persone più importanti della loro infanzia recitano per loro un ruolo a due dimensioni? Mi aiutate a capire perché lo facciamo?