Media: meno ascoltate e meno raccontate, così le donne scompaiono dall’informazione

Sono la metà della popolazione mondiale, eppure tra le persone di cui si parla nei media cartacei e televisivi, solo il 26% sono donne. Che siano protagoniste di fatti di cronaca o esperte in specifici settori, di donne si parla sempre poco e quando se ne parla, a farlo sono soprattutto loro stesse.

A dirlo è l’ultima edizione del Global Media Monitoring Project, la più ampia e longeva ricerca sulla rappresentazione di genere nei media, realizzata dall’organizzazione internazionale per i diritti alla comunicazione e sostenuta dal programma Act to End Violence against Women delle Nazioni Unite.

La discriminazione anche nei media

Nei media le voci considerate autorevoli, secondo l’indagine Onu, sono ancora prevalentemente maschili. Le donne sono più spesso citate come testimoni oculari di fatti accaduti, piuttosto che come esperte, e questo nonostante le loro qualifiche. Insomma, se si deve interpellare una persona esperta, la scelta ricade sempre su un uomo e non su una donna.

Questo 26% è un dato che è rimasto pressoché immutati negli ultimi 15 anni, ed allargando lo sguardo agli ultimi 30, ha subito una variazione di soli nove punti percentuali in 30 anni, dimostrando che la strada verso una completa parità tra uomo e donna è ancora lunga e in salita.

I risultati dell’indagine, infatti, indicano che, dopo un aumento lento e costante della presenza femminile nei media, i progressi hanno iniziato a stabilizzarsi nel 2010. Una tendenza, questa, che continua ancora oggi. Non si sono verificati cambiamenti positivi reali durante questo periodo, né si sono registrati notevoli passi indietro nella maggior parte dei settori della parità di genere
monitorate dal Global Media Monitoring Project.

A distanza di 30 anni dalla Dichiarazione e Piattaforma di Pechino, con la quale si delineavano i passaggi necessari per raggiungere l’uguaglianza di genere, quindi, poco è cambiato per i diritti delle donne a fronte, invece, di dati sconcertanti, ad esempio, sulla violenza di genere.

Di violenza di genere ne parlano soprattutto le donne

Nel mondo quasi una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Per 640 milioni l’autore era il partner o ex partner.Un problema strutturale di cui si parla solo in concomitanza di fatti di crobnaca particolarmente eclatanti.

Le varie forme di violenza di genere, infatti  sono presenti in meno di due articoli di giornale su 100 a livello globale. Ma non è tutto. La violenza di genere ha più probabilità di avere visibilità se il giornalista che scrive l’articolo è una donna. Quasi il 3% delle giornaliste, infatti, riporta notizie relative alla violenza di genere, rispetto a poco più del 2% dei giornalisti uomini.

Gli stereotipi di genere duri a morire

Un capitolo a parte è dedicato agli stereotipi di genere che nel 2025 sono più radicati che mai anche nei media. Il giornalismo che sfida apertamente i pregiudizi legati alle differenze di genere sta diminuendo in tutto il mondo a livelli mai visti prima. Secondo i dati delle Nazioni Unite, infatti, solo due articoli su 100 sono in grado di rappresentare donne e uomini in maniera tale da sfatare pregiudizi e credenze riguardanti ruoli, capacità o comportamenti basati sul genere.

«I media riflettono la realtà e sono essenziali per la democrazia e per un mondo equo e paritario per tutte le donne e le ragazze. Ma quando le donne sono assenti, la democrazia è incompleta» ha affermato Kirsi Madi, vicedirettrice esecutiva di UN Women.

Le donne sono invisibili anche tra le minoranze. La situazione nel mondo

E se la donna è appartenente ad una minoranza etnica, religiosa o di altro tipo, la situazione è addirittura peggiore. Sei persone su 100 comparse, ascoltate o citate nei media tradizionali e digitali di tutto il mondo, appartengono a minoranze. Di queste solo il 38% sono donne. Secondo l’Onu, la probabilità che una donna citata dai media appartenga a una minoranza è inferiore a una su dieci.

Nonostante il clima da caccia alle streghe fomentato dalle politiche trumpiane volte a contrastare la cosiddetta cultura woke che hanno caratterizzato fin dall’inizio questo secondo mandato, i media nordamericani sono i più vicini alla parità, con quattro donne su dieci che compaiono come fonti o sono protagoniste delle notizie. I media asiatici e mediorientali, invece, sono in coda alla classifica, con solo il 19% di donne tra le persone che compaiono, vengono ascoltate o citate nei notiziari.

«Trent’anni di dati rivelano sia la persistenza di stereotipi profondamente radicati sia la necessità di cambiare radicalmente le nostre strategie verso un giornalismo più inclusivo e rappresentativo» ha commentato Sarah Macharia, coordinatrice del gruppo di esperti Global Media Monitoring Project.

Timidi segnali nonostante tutto

Nonostante questo quadro preoccupante, in alcuni settori si sono registrati dei progressi. Ad esempio, il 41% dei giornalisti che scrivono articoli di cronaca ora sono donne. Un dato in aumento rispetto al 28% registrato nel 1995. Questo cambiamento è importante soprattutto perché, secondo l’indagine delle Nazioni Unite, gli articoli scritti da giornaliste includono costantemente più spesso soggetti femminili (29%) rispetto agli articoli degli uomini (24%). Tutto questo sottolinea l’importanza di portare la parità di genere anche nelle redazioni e le donne ascoltate, raccontate e interpellate sempre di più nei media come percorso verso una rappresentanza più equa.

«Le donne e le ragazze meritano di vedersi rappresentate nei media e di vedere raccontate le loro storie. La responsabilità di rendere reale questa uguaglianza spetta ora ai governi, agli editori, alle piattaforme e ai responsabili politici» ha affermato il vicedirettore esecutivo Madi. «Non ci arrenderemo finché le voci delle donne non saranno ascoltate in ogni redazione e in ogni notizia».

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com