Cara Alley, l’arte è un’alleata contro la violenza sulle donne: E.V.A. in mostra a Roma

Lettera di Carmen Sabbatini, curatrice della mostra “Nelle tue mani. Gesto Arte, Materia” di Matteo Pugliese fino al 6 luglio a Palazzo Merulana a Roma

La violenza contro le donne è un fenomeno davanti al quale non si può rimanere indifferenti e contro cui anche l’Arte deve e può dare il suo contributo. «L’opera d’arte provoca un urto, scuote chi la contempla», scrive il filosofo Byung-Chul Han. Il suo ruolo è proprio questo, provocare una riflessione, promuovere la consapevolezza, aprire il dialogo, rappresentare un momento storico. La visione dell’artista spesso arriva dove lo sguardo degli altri si fer-ma. Per questo motivo, insieme all’artista Matteo Pugliese abbiamo voluto fortemente la presenza della sua opera “E.V.A.: End Violence and Aggression” nella sua mostra a Roma, a Palazzo Merulana: “Nelle tue mani. Gesto, Arte, e Materia”, visitabile fino al 6 luglio.

Il contesto stesso, rappresentato dal museo che ospita la Collezione Permanente di Elena e Claudio Cerasi e che è gestito e valorizzato da CoopCulture, ci è sembrato particolarmente adatto. Sin dalla sua nascita nel 2018, Palazzo Merulana ha sempre promosso la cultura del rispetto con esposizioni, eventi ed ogni strumento di sensibilizzazione a sua disposizione. Una comunione di intenti con l’artista Pugliese che con E.V.A. ci invita a guardare in faccia la violenza, il dolore che accompagna ogni femminicidio.

E.V.A. è anche Ilaria, Sara, Isabella, Laura, Ruslana, Sabrina, Mirella, Maria, Anna, Tilde, Cinzia, Eleonora, Jhoanna, Caterina, Ștefania… un elenco lungo perché sono tante le vittime di femminicidio dei soli primi tre mesi del 2025, citati sul sito femminicidioitalia.it. E.V.A. è una di loro.

Il nome dell’opera evoca le origini bibliche, richiama la prima donna, ma vuole rappresentare tutte le donne vittime di violenza. Per darle una identità, Pugliese ha scelto Afrodite, la dea greca dell’amore. Una scelta che potrebbe sembrare paradossale, visto che l’amore non dovrebbe mai essere violento. L’amore non uccide. Lo scultore, tuttavia, sembra voler sottolineare proprio questa contraddizione: la bellezza e l’amore possono essere violentemente travolti dall’odio e dalla prevaricazione.

La testa di Afrodite, modellata in argilla con i lineamenti del viso perfettamente plasmati, viene deturpata da un brutale colpo. Il video, presente in mostra e che documenta questo momento, fa rabbrividire, perché, sebbene sappiamo che l’artista stia colpendo solo una scultura (la materia), è impossibile non sentir l’eco di quel colpo… Non è solo argilla quella che viene colpita, ma la realtà di milioni di donne in tutto il mondo.

E.V.A. non ha voce, non ha più nemmeno una bocca per urlare, per denunciare.

In questa scelta, tuttavia, c’è anche un messaggio di speranza. In età ellenistica e romana la dea divenne simbolo esclusivo dell’amore ideale e prolifico e della virtù guerriera. E.V.A. per Pugliese è anche questo, un simbolo di forza, che non si arrende. Cetty Zaccaria, mamma di Sara Campanella, una delle ultime vittime, in un post del suo profilo social ha scritto: «Aiutatemi a dare voce a Sara». E questa voce, a Messina, è risuonata forte e chiara, quando centinaia di studenti si sono riuniti per una fiaccolata in memoria della giovane. Questa è la voce che può ancora essere ascoltata: quella dei familiari, degli amici, dei figli e delle madri. È questo che dobbiamo fare tutti noi: dare voce alle donne quando sono in difficoltà, quando la paura, l’isolamento, la vergogna le hanno rese silenziose.
E continueremo a farlo attraverso l’Arte.

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