Una sfilata di modelle “inusuali”. Cinquanta donne che, nella loro vita, hanno fronteggiato sfide e battaglie durissime, come abusi fisici e psicologici, malattie, disabilità, lutti e discriminazioni per il colore della loro pelle o per l’appartenenza alla comunità Lgbtq+. Donne che mostrano le loro cicatrici fisiche e mentali, in una performance di moda che accoglie ogni corpo così com’è, distruggendo le linee di demarcazione tra ciò che è conforme e non per gli standard di questa nostra società dell’apparenza.
E’ il progetto Party Girl, che sabato 12 aprile vedrà una nuova tappa a Prato. «In un momento storico e sociale che vede il moltiplicarsi di episodi di violenza sulle donne, io ho voluto puntare sul creare una comunità di donne che prendesse forza, orgoglio, coraggio, autodeterminazione dalle loro condizioni di difficoltà e di disagio» commenta Elisa Bardazzi, danzamovimentoterapeuta e presidente dell’associazione T-Essere Incontri, che ha ideato e organizzato l’iniziativa.
Il laboratorio
«Party girl è una festa di corpi non conformi – spiega Bardazzi -. Quello che voglio è far emergere la donna in tutta la sua complessità. Non si parla di una semplice sfilata di moda, ma di un lungo percorso di accettazione e autoaffermazione di donne provenienti da contesti sociali eterogenei e con storie di vita apparentemente lontane tra loro».
La sfilata, infatti, è solo il punto di arrivo: da gennaio 2024, Elisa Bardazzi, insieme alle dottoresse Giulia Cavallini e Stefania Conversano, tiene un laboratorio psicoterapico di due incontri mensili per aiutare le donne, attraverso la creatività di diverse forme artistiche, a prendere consapevolezza della loro forza e resilienza. «Una crescita personale condivisa che porta a un empowerment femminile e all’accettazione di chi si è davvero» lo descrive Bardazzi.
Questo laboratorio è il vero motore e la novità dell’edizione 2024/2025 di Party Girl. Un primo tentativo, come spiega la presidente di T-Essere Incontri, era già stato fatto nel 2019, proponendo però solo la sfilata come momento di aggregazione e inclusione. «Ho pensato che non fosse abbastanza. Volevo fare di più, dare gli strumenti al gruppo di donne partecipanti di non sentirsi mai più sole, e di sostenerle nel loro percorso di autoaffermazione». Un simile lavoro ha richiesto tempo, fiducia e sostegno, soprattutto dal territorio. Ecco perché il tessuto pratese diventa simbolo di rinascita.
Artigiani e aziende tessili pratesi
Nel 2019 le aziende tessili pratesi si sono portate a casa due nomination sul palco più prestigioso del cinema, gli Academy Awards, per la sezione “miglior costumi”. Il tessuto lavorato a Prato è unico nel suo genere, per gusto, qualità, filati e colori.
«Ho una profonda ammirazione per l’arte della tessitura pratese e un legame autentico con il territorio» spiega Bardazzi, che prosegue: «Volevo che un tessuto così rinomato nel mondo, unico per l’appunto, vestisse le nostre Party girls e rappresentasse concretamente l’unicità di ciascuna di loro».
Il tessuto donato dai lanifici per la realizzazione dei capi della sfilata non è solo un materiale, diventa l’emblema di un sostegno tangibile da parte della comunità, legando a doppia mandata l’aspetto sociale di un progetto al suo lato economico. L’obiettivo è anche quello di valorizzare le risorse locali, creare delle sinergie tra realtà molto diverse tra loro e generare un impatto positivo sulla società.
«È dal 2016, quando ho fondato l’associazione, che ho chiesto la collaborazione degli artigiani e degli imprenditori pratesi per realizzare percorsi gratuiti di danza, teatro e musica, rivolti a persone con disabilità psicofisica e non solo». Elisa racconta la difficoltà di raccogliere i fondi in un momento di crisi, soprattutto dopo il periodo del Covid. «Voglio dimostrare però che la loro fiducia e il loro sostegno economico sono ben riposti». La danzamovimentoterapeuta spiega come è riuscita a coinvolgere artigiani e industrie che, con il loro lavoro, raccontano al mondo la bellezza e la tradizione della tessitura pratese.
Come vi possono aiutare le imprese?
«L’associazione si impegna attivamente a collaborare con le imprese e le realtà artigianali del territorio, attraverso sponsorizzazioni, anche piccole o piccolissime, per finanziare i nostri progetti» dice Bardazzi. È proprio grazie alla stratificazione della raccolta fondi che possono partecipare tutti, piccoli artigiani o grandi aziende, a seconda delle proprie possibilità. Per loro è un’occasione di far conoscere i prodotti e rafforzare il legame tra il mondo produttivo e la comunità.
«Vogliamo un benessere collettivo, lavoriamo tutti i giorni per ottenerlo» conclude Bardazzi. Per questo, la donazione dei tessuti per la sfilata che si terrà a Prato sabato 12 aprile non è solo un gesto di generosità: è anche una partecipazione attiva a un progetto che celebra la forza femminile e umana. E, di questi tempi, quando quotidianamente sale il numero delle vittime di femminicidio e i diritti delle donne vengono minacciati in tutto il mondo, ne abbiamo proprio bisogno.
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