Notizie, i giovani si informano sui social ma sempre meno

I social media sono la principale fonte di informazione sulle questioni politiche e sociali per quasi un giovane su due. Questo vale sia in Italia sia in Europa. Le piattaforme superano non solo la Tv – a cui però il nostro Paese resta ancora molto affezionato – ma anche la stampa e le piattaforme di notizie online specializzate, secondo l’ultima Flash Eurobarometer Youth Survey relativa al 2024.

Mentre crescono le preoccupazioni che riguardano i cambiamenti climatici e l’aumento del costo della vita si assiste però a un progressivo disinteresse da parte dei giovani al mondo dell’informazione, rischiando di aggravare le disuguaglianze esistenti.

Sempre più social

I risultati dell’indagine Eurobarometro mostrano che il 42% dei giovani europei (tra i 16 e i 30 anni) si rivolge ai social media per notizie di stampo politico e sociale. I teenager (16-18 anni) sono in testa, con il 45% che si affida alle piattaforme, contro il 39% dei 25-30enni.

La tv è la seconda fonte più popolare per chi vuole restare informato, con una preferenza evidente tra le persone di età compresa tra i 25 e i 30 anni.

Approfondendo la situazione italiana si scopre che nel nostro Paese il numero di giovani che si rivolge ai social media in cerca di notizie è più alto rispetto alla media europea (44% rispetto al 42%) ma la Tv resta la principale fonte di informazione, superando di misura la media di preferenza espressa invece dai cittadini dell’Ue (52% rispetto al 39%). Il piccolo schermo resta una fonte importante di informazione anche in Portogallo (53%), Slovenia (45%) e Francia (43%).

Si rivolgono invece direttamente alle fonti di stampa online il 26% degli europei contro il 25% degli italiani.

Fonte: Eurobarometro, Youth Survey 2024

Nell’edizione 2021 dell’indagine, se già i social media si imponevano come una delle principali fonti di notizie, grande rilevanza era comunque ancora data a siti web specializzati (compresi quelli di giornali e notiziari televisivi). Entrambe le fonti venivano infatti menzionate dal 41% degli intervistati. 

Oggi la piattaforma principale per i giovani in cerca di notizie è Instagram (47%), seguita da TikTok (39%). Chiude la classifica X (ex Twitter) che è utilizzata solo dal 21% del campione. In Italia l’utilizzo di Instagram come fonte di notizie è di ben 12 punti percentuali superiore rispetto alla media Ue (59%), ma scende l’appeal di TikTok (35%, – 4 punti rispetto alla fotografia generale).

La dieta mediatica dei giovani europei riflette anche alcune differenze legate al genere: le donne (46%) usano più i social media per rimanere informate degli uomini (38%) mentre questi ultimi usano più piattaforme video come YouTube rispetto alle donne (28% vs. 18%).

Pericolo fake news

«Il panorama dell’informazione sta cambiando rapidamente e poiché la maggior parte dei giovani si informa prevalentemente sui social media – ha commentato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola – i politici e le piattaforme hanno una responsabilità particolare nel combattere la crescente disinformazione».

Secondo Eurobarometro i giovani sono consapevoli del rischio di disinformazione. Il 76% dichiara di essere venuto a contatto con informazioni false o fuorvianti negli ultimi sette giorni ma, allo stesso tempo, il 70% è fiducioso di saper riconoscere le fake news. Malta e Croazia sono i Paesi dove gli intervistati si sentono più fiduciosi nella loro abilità di individuare le notizie manipolate, mentre quelli di Austria, Germania e Slovenia mostrano una minore sicurezza in tal senso.

In nove Paesi dell’Ue, più della metà degli intervistati dichiara di essere stata esposta a disinformazione “spesso” o “molto spesso”, con le percentuali più elevate a Malta (59%) e in Ungheria (58%), Grecia (57%), Lussemburgo (55%) e Belgio (54%). In Italia questa percentuale si attesta al 40.

Sempre secondo la ricerca, il 57% dei giovani europei nella fascia 16-30 anni ha utilizzato app basate sull’intelligenza artificiale per generare testi, immagini o video nell’ultimo anno e il dato in Italia è leggermente superiore alla media Ue, 59%.

Un rapporto del World Economic Forum ha stimato quali sono i maggiori rischi a livello globale che derivano dalla disinformazione generata dall’intelligenza artificiale. Il principale, a breve termine, è la polarizzazione sociale. Una grande quantità di false narrazioni rischia di ampliare le divisioni sociali e politiche tra le persone fino ad arrivare a influenzare gli esiti elettorali.

Il futuro dell’informazione

Secondo il rapporto Young people and the news dell’Europarlamento, fino al 96 % dei giovani nell’Ue utilizza Internet quotidianamente e l’84% di essi lo fa per accedere ai social media. Questi sono quindi il primo approdo di chi cerca o vuole approfondire una notizia.

Anche altre ricerche confermano che sempre più persone scelgono i social media per informarsi, principalmente a scapito dell’accesso diretto alla fonte, tramite un sito web o un’app di notizie. Non solo il consumo di notizie sui media tradizionali e sui formati cartacei continua a diminuire, ma anche gli stessi siti web specializzati lottano per coinvolgere gli utenti, più attratti invece dai formati video (ad esempio YouTube e TikTok) e contenuti personalizzati, spesso legati a interessi come musica, sport, moda e viaggi.

Tra le principali critiche rivolte ai media tradizionali, i giovani li trovano ripetitivi e focalizzati su temi che non li coinvolgono.

La televisione italiana rimane molto popolare, ma il suo ruolo come fonte primaria di notizie è in costante diminuzione, con un calo dall’85% del 2017 al 65% del 2024, mostra il Reuters Institute Digital News Report 2024. L’età è importante, con solo il 50% degli intervistati più giovani (18-24 anni) che utilizza la Tv per le notizie settimanali.

Anche secondo Reuters, i social media sono diventati una delle principali fonti di notizie per i nativi social, cioè coloro che sono cresciuti con l’ascesa dei social network. Internet è diventata la principale porta sul mondo dell’informazione, a cui accedere tramite un dispositivo mobile, in modo on-demand e personalizzato algoritmicamente.

Secondo il report annuale Digital 2025 di We Are Social, in Italia, il 90% della popolazione è connesso a internet con un tempo medio online di quasi sei ore al giorno. Tra le sei piattaforme più utilizzate nel corso del mese, TikTok (che in poco più di 5 anni dal suo lancio ha raggiunto un miliardo di utenti attivi mensili a livello globale) è quella su cui gli italiani trascorrono più tempo: quasi 30 ore al mese. L’accesso ai social avviene nel 47% dei casi per tenersi informati.

Disaffezione alle notizie

Secondo lo studio condotto dal Reuters Institute for the Study of Journalism, che analizza ogni anno le tendenze globali nel consumo di notizie digitali, i giovani sono sempre meno interessati alle news. E questo è un rischio per la partecipazione democratica dei Paesi.

Su un campione di 17 nazioni monitorate tra il 2015 e il 2024, la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che leggono le notizie online settimanalmente è diminuita di 13 punti percentuali, rispetto a soli -5 punti nella fascia di età 55+. La diminuzione è stata marcata, non solo tra i giovani, ma anche tra coloro che non hanno un diploma universitario, aggravando le disuguaglianze informative esistenti.

Anche il modo in cui i siti o le app dei social media funzionano può avere contributo al calo dell’interesse per le notizie, spiega Reuters: gli algoritmi dei social media sono ottimizzati per coinvolgere l’utente. L’obiettivo è tenerlo sulla piattaforma il più a lungo possibile e questo ha fatto sì che le società di social media dessero priorità a cose come l’intrattenimento in video in formato breve a discapito delle notizie.

Giovani e democrazia

Le indagini di Eurobarometro hanno l’obiettivo di “amplificare” le voci dei giovani e aumentare il loro coinvolgimento nella definizione delle future politiche europee. Eurobarometro Flash Youth è una sintesi statistica che fornisce approfondimenti in generale, toccando anche temi come le priorità politiche dei giovani e i loro atteggiamenti verso l’Unione europea, comprese le preoccupazioni, l’impegno politico e il comportamento di voto.

Lo studio mostra anche che i giovani europei vorrebbero che l’Ue mettesse in cima alle sue priorità due temi: il costo della vita e il cambiamento climatico.

L’aumento dei prezzi è fonte di preoccupazione per il 40% del campione (e del 34% degli italiani). Un terzo degli intervistati ha invece dichiarato di ritenere che l’Ue dovrebbe concentrare la propria attenzione sull’ambiente e sui cambiamenti climatici nei prossimi 5 anni. In Italia l’attenzione all’ambiente sale invece al 46% rappresentando l’esigenza più sentita dalla comunità under 30.

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com