Li Rong Mei, la “ragazza con la spada” che ha portato il Wushu in Italia

Le basi solide e il fusto forte e resistente come quello del bambù. Eppoi la diligenza, la sincerità, il rispetto e la perseveranza. Valori che accompagnano la vita di chi ha deciso di dedicare l’esistenza alle arti marziali. Li Rong Mei, artista marziale cinese, in Italia dal 1989, lo sa bene: «Le arti marziali non sono solo uno sport ma anche un modo di vivere, uno stile di vita in salute alla ricerca del benessere, dell’armonia e quiete e della serenità».

In Italia

Prima ad aver portato il Wushu in Italia, arte marziale cinese in cui il combattimento si alterna alle forme e all’uso delle spade e delle lance, è un punto di riferimento nello scenario sportivo marziale internazionale. «Quando sono arrivata, nel 1989 e parlavo di Wushu – racconta – tutti mi chiedevano se fosse qualcosa da mangiare, e diciamo che all’inizio non è stato molto facile far capire cosa facevo».

Accanto alla non conoscenza dell’arte marziale, anche un po’ di pregiudizio. Come quello che si sentiva, ai primi del ’90, negli spalti dei palazzetti quando saliva sul tatami con le sciabile Li Rong Mei. Perplessità cancellate nell’arco di pochi secondi, non appena la velocità e le evoluzioni di Li Rong Mei prendevano forma, conquistando anche gli spettatori più diffidenti.

«C’è voluto un po’ di tempo – racconta – quando sono arrivata non ho insegnato ma ho girato l’Italia per fare conoscere Taiji e Wushu». Dalle manifestazioni sportive (la celebre Pasqua del Budo) all’iniziativa delle 25 città italiane. Luoghi in cui ben presto la “ragazza con la spada”, come veniva ripetuto dal pubblico è diventata “la campionessa e il gran maestro”. Quindi le copertine e prime pagine dei giornali specializzati in discipline sportive, sport da combattimento e arti marziali. E la manifestazione con 14 mila spettatori al Palaeur.

Arrivare al pubblico

E poi le partecipazioni: dal festival di Sanremo con Franco Battiato ai film di qualche anno più tardi. Il trionfo di quella bambina folgorata sulla via di casa dalle arti marziali. «Mio papà era un grande campione di nuoto in Cina – racconta – decise quando ero molto piccola di portarmi a nuotare perché il mio fisico era debole. Un giorno ho visto dei bambini che si allenavano con la spada e mi sono innamorata delle arti marziali». Il resto è arrivato con la «costanza e perseveranza».

L’ammissione nella nazionale «superando selezioni che vedevano partecipare oltre 500 bambini» e l’ingresso all’istituto superiore di educazione fisica di Shangai. E dopo il diploma le rappresentazioni con la nazionale in giro per il mondo, sino ad arrivare in Italia. «Un giorno Mino d’Amato mi ha chiesto cosa sognassi – racconta -, gli ho risposto che mi sarebbe piaciuto vedere tutte le persone praticare Taiji la mattina sotto i propri palazzi come capita in Cina. Il giorno dopo la trasmissione, all’appuntamento dato a Villa Borghese, una folla numerosissima occupava il grande galoppatoio, e pensavo fosse lì alla maratona per la festa della terra, invece attendeva l’arrivo della “ragazza con la spada”».

Gran maestro

Oggi Li Rong Mei (www.lirongmei.it) si divide tra l’Italia e la Svizzera dove continua a insegnare , dopo 35 anni «e senza stanchezza» il Taiji e il Wushu.  Il suo prossimo appuntamento in Italia sarà a Modena il 9 e 10 novembre. Un evento che prevede stage ed esibizioni, aperto a tutti gli appassionati di Taiji e il pomeriggio della domenica, ospite d’eccezione proprio Li Rong Mei che si esibirà in una performance con la spada.

Nel 1993 Li Rong Mei ha ricevuto la responsabilità europea da Zhongwen di cui è discendente. Un segno di stima ma anche il riconoscimento per la dedizione e perseveranza nella disciplina. Perché “la ragazza con la spada”, alla fine, è diventata “Gran maestro”.