Libri, l’Italia tra i peggiori d’Europa nonostante la crescita della lettura fra i giovani

Gli italiani leggono poco. A confermarlo l’ultima raccolta dati di Eurostat, che vede l’Italia al terzultimo posto sui 27 membri dell’Unione europea. Secondo la lista pubblicata il 9 agosto in occasione della ricorrenza, non ufficiale, del Book Lovers Day 2024, per numero di lettori il bel Paese precede solo la Romania (ultima) e Cipro.

Entrando nel dettaglio, la percentuale di italiani che nei 12 mesi presi in considerazione* hanno letto almeno un libro raggiunge il 35,4%. Appena un paio di punti sopra la penultima posizione occupata da Nicosia (con il 33,1%) e solo una manciata in più rispetto al minimo UE registrato da Bucarest (29,5%).

Guardando al quadro generale dell’Unione, se appare lontana la media europea del 52,8%, sono lontanissimi i massimi di Lussemburgo (75,2%), Danimarca (72,1%) ed Estonia (70,7%).

Donne e giovani

Andando oltre le liste e le percentuali registrate dalle diverse nazioni, due caratteristiche definiscono un po’ ovunque le caratteristiche più comuni. Secondo l’analisi di Eurostat, infatti, i lettori europei sono soprattutto donne e giovani tra i 16 e i 29 anni.

Volendo poi dare un quadro dettagliato, sono il 60,1% gli under 30 che hanno letto almeno un libro nel 2022, mentre, all’opposto, solo il 47,2% nella fascia di età dai 65 anni in su. In tema di genere, le lettrici superano i lettori, con una quota rispettivamente del 60,5% e del 44,5%.

Le donne sono anche quelle che mediamente registrano i più alti numeri di libri letti. Se sono abbastanza simili le percentuali di quanti non superano la soglia dei 5 titoli all’anno (28,8% le donne e 24,8% gli uomini), la forbice si allarga salendo al gradino successivo, tra i 5 e i 9 libri – erano il 14,3% le lettrici, sotto il 10% i lettori.

E la differenza di genere diventa poi massima tra quelli che leggono oltre la decina di volumi annuali: nel 2022 sono state infatti un numero quasi doppio le donne che rientravano in questo gruppo (17,4%) rispetto agli uomini (il 9,9%).

L’Italia

Nel quadro europeo, accennavamo, l’Italia non è un modello virtuoso, per quanto cresca l’offerta di libri, calano i lettori. Nonostante tutto, però, restano simili all’immagine tracciata nell’Unione le caratteristiche specifiche di chi legge – anche per gli italiani, soprattutto donne e giovani.

L’Istat segnalava che nel 2023 è «aumentata lievemente la quota di lettori di libri» dai 6 anni di età, passando in un anno dal 39,3% al 40,1% (comunque ancora sotto il 40,8% del 2021). L’istituto italiano conferma poi che «la lettura di libri è soprattutto prerogativa dei giovani (fascia d’età 11-24) e delle donne».

Per quanto riguarda il formato, in Italia si continua a preferire il cartaceo con il 69,8% che legge solo volumi “fisici” contro il 12,4% che invece consuma esclusivamente e-book o libri online e lo 0,5% che ascolta solo audiolibri. La voce specifica del tipo di prodotto consumato, guardando ai giovani che generalmente sarebbero più abituati allo strumento digitale, mostra un’altra differenza di genere: sarebbero il 30,4% le lettrici tra i 20 e i 24 anni ad aver “utilizzato internet negli ultimi tre mesi per leggere o scaricare libri online o e-book, rispetto al 22,3% dei coetanei maschi”, conferma Istat.

Chi legge di più al mondo

Per quanto alcuni Paesi europei registrano alti numeri di lettori, non è il vecchio continente il luogo al mondo dove si passa più tempo con il naso tra le pagine. Questo primato va infatti all’India. Qui gli abitanti in media trascorrono 10 ore e 42 minuti alla settimana con un libro in mano. Secondo alcuni, questo risultato sarebbe in parte dovuto allo sforzo importante a partire dagli anni della scuola, unito alla ricca e vitale cultura letteraria locale. Inoltre, nella nazione più popolosa del mondo, leggere non sarebbe solo un hobby, ma un’attività radicata nelle abitudini sociali.

A parte le abitudini culturali specifiche, comunque la lettura da tempo è ritenuta un’attività che aiuta sulla via verso il successo – un percorso, non illudiamoci, comunque influenzato grandemente da moltissime altre variabili. Scriveva, per esempio, Roald Dahl che «se vuoi andare da qualche parte nella vita, devi leggere molti libri».

Questo punto di vista, di certo non nuovo, è confermato, tra gli altri, da uno studio di NeuroReport. Dato che leggere attiva una complessa rete di circuiti e impulsi mentali, perfezionando questa capacità attraverso un esercizio costante, questi collegamenti si rafforzano e diventano più sofisticati. Ecco allora intervenire positivamente nell’aiutare a comprendere meglio come districarsi nelle situazioni quotidiane. D qui, di conseguenza, ne beneficerebbe anche l’efficacia con cui si effettuano scelte e decisioni personali e professionali.

Quante ore? E quanti libri?

Torniamo, per chiudere, ai numeri.

Nella classifica dei lettori che trascorrono più tempo leggendo, secondo diverse raccolte dati, le prime cinque posizioni sono quasi tutte occupate da paesi asiatici. Stando al portate World Population Review, tra il 2017 e il 2022, al secondo posto dopo l’India, si collocano gli abitanti della Thailandia, con 9 ore e 24 minuti. Sul gradino inferiore del podio, la Cina, con 8 ore, e, appena, sotto le Filippine, con 7 ore e 36 minuti. La prima nazione non asiatica è l’Egitto che, con 7 ore e 30 minuti a settimana, occupa la coda di questa cinquina.

Andando a contare, il numero di libri letti**, in India si arriva mediamente a un libro ogni due settimane (National Youth Readership Survey). I lettori adulti in Germania invece “consumano” circa 4 libri al mese (Statista), in Canada 17 all’anno (BookNet Canada), negli  Stati Uniti 12 (Pew Research Center) e in Cina 8 (Global Times).

* L’analisi si basa sugli ultimi numeri che risalgono al 2022.

** È importante segnalare che questi risultati sono ricavati da sondaggi effettuati da istituti di ricerca diversi.

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  • SAMIRA DROUBI |

    Sicuramente è cosi, l’avevo notato anch’io nel 2002 quando avevo appena messo il piede in Italia. nessuno legge i libri. La scoperta di oggi doppo 11 anni è che non è l’errore dei giovani ma è l’errore della scuola, mio figlio nella prima media dell’anno scorso , non ha mai ricevuto una chiesta dalla sua Pro di leggere un libro. sono stata io a fargli leggere dei libri dalla mi scelta personale, ma nulla dalla scuola di primo grado. diverso è l’elemnetare, dove le mastere obbligavano i bambini di leggere, per cui io cone semplice cittadino riguardo la metodologia seguita enlle scuole di primo grado e non dare la colpa ai giovani che non leggono. grazie

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