Quanto guadagnano i dirigenti nei Paesi europei?

L’Italia si posiziona al terzo posto, dopo Germania e Lussemburgo, per quanto riguarda le retribuzioni dei dirigenti. La retribuzione media mensile lorda nell’Unione europea è di 4.813 euro[1], ma questo importo varia notevolmente da Paese a Paese, anche a parità di potere d’acquisto. Ad esempio, un dirigente in Germania guadagna più del triplo rispetto a uno in Lituania, mentre un dirigente in Ungheria guadagna la metà rispetto a uno in Belgio. In questo contesto, l’Italia è terza in classifica con una retribuzione di 7.016 euro: solo in Lussemburgo e in Germania i dirigenti guadagnano di più.

Analizzando più specificamente la situazione per i dirigenti di età compresa tra 30 e 49 anni la posizione del nostro Paese non cambia: l’Italia mantiene il terzo posto con una retribuzione di 6.234 euro, superata da Lussemburgo (6.502 euro) e Germania (6.994 euro), con la Lituania che chiude la classifica con 2.610 euro. La media europea è pari a 4.389 euro.

Figura 1 – Retribuzione media mensile lorda dei dirigenti (ISCO08) – MF 30-49 anni – SES 2018 – EU27 – Euro PPS.

Fonte: ns. el. su dati Eurostat

I dirigenti italiani guadagnano di più

La posizione dell’Italia sul podio delle retribuzioni europee vale solo per i dirigenti; per l’insieme dei lavoratori dipendenti della stessa classe d’età la retribuzione mensile lorda è di poco inferiore alla media europea: rispettivamente 2.362 euro contro 2.392 euro. Per i dirigenti invece la situazione si rovescia: la retribuzione italiana è del 42% superiore alla media, con 6.234 euro contro 4.389 euro (Figura 2).

Figura 2 – Retribuzione media mensile lorda degli occupati dipendenti per professione (ISCO08) – SES 2018 – MF 30-49 anni – EU27 – Euro PPS.

Fonte: ns. el. su dati Eurostat

Ben pagati ma pochi

In Italia, i dirigenti sono relativamente ben pagati, sia rispetto agli altri Paesi europei sia rispetto alle altre qualifiche professionali. Tuttavia, il loro numero è esiguo: rappresentano infatti solo lo 0,6% dei dipendenti, nella fascia d’età 25-49 anni, contro il 2,5% della media europea. È la percentuale più bassa tra i Paesi membri: in Spagna è più del doppio, in Francia è più del quintuplo, in Polonia si avvicina al 5% e in Irlanda raggiunge il 5,2%.

Una spiegazione può risiedere nella struttura produttiva italiana, caratterizzata dalla predominanza di piccole imprese. Tuttavia, anche in Paesi con una presenza di piccole imprese uguale o maggiore a quella italiana la quota di figure dirigenziali resta comunque elevata. Ad esempio, in Francia la percentuale di piccole imprese è superiore a quella italiana (96,1% contro 95,8%), ma i dirigenti (25-49 anni) sono più di cinque volte tanto (3,4% contro 0,6%). Anche il Belgio e la Polonia hanno una quota di imprese di piccola dimensione pari a quella italiana, ma i dirigenti sono sette-otto volte tanto (rispettivamente 4,1% e 4,7% contro 0,6%).

Cosa determina l’alta retribuzione dei dirigenti italiani?

Capire le ragioni della esigua presenza e della elevata retribuzione delle figure manageriali in Italia potrebbe aiutare a spiegare sia la sottorappresentazione femminile sia il notevole divario retributivo di genere tra i dirigenti nel nostro Paese. In Italia infatti, nella classe d’età 25-49 anni, la componente femminile rappresenta solo il 36,6% dei dirigenti pur rappresentando il 44,9% degli occupati dipendenti; in Europa le percentuali sono rispettivamente 41,2% e 48,1% (Eurostat 2023). Ma soprattutto questa presenza femminile minoritaria nei ruoli apicali si somma per le dirigenti italiane al più alto divario retributivo di genere d’Europa, pari al 33,2% (Eurostat 2018).

In conclusione, l’Italia si distingue in Europa per l’elevata retribuzione dei suoi dirigenti, posizionandosi al terzo posto dopo Germania e Lussemburgo. Tuttavia, il numero di dirigenti è significativamente inferiore rispetto ad altri Paesi europei, e la struttura produttiva dominata da piccole imprese spiega solo in parte questa peculiarità. La disaggregazione dei dati per sesso evidenzia la scarsa presenza femminile nei ruoli apicali e il forte divario retributivo di genere, ma la relazione tra queste dinamiche non è evidente al primo sguardo, e richiede ulteriori indagini per essere compresa.

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[1] Eurostat, Structure of Earnings Survey 2018. Retribuzione media mensile lorda degli occupati dipendenti a parità di potere d’acquisto (PPS). La rilevazione quadriennale esclude gli occupati del settore agricolo, le imprese con meno di 10 addetti e tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. Per retribuzione si intende quella pagata in contanti, al lordo di eventuali detrazioni fiscali e contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti e trattenuti dal datore di lavoro.

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