“Dalla stessa parte mi troverai”, riflessioni su fascismo e resistenza oggi

Questa storia comincia una sera d’inverno, il 7 gennaio 1978. Davanti a una sede del Movimento sociale italiano nel quartiere Appio Latino, a Roma, vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco due attivisti di destra. Da quel momento, i morti di Acca Larentia diventano icone intoccabili del neofascismo”.

Dalla stessa parte mi troverai” è l’ultimo libro di Valentina Mira finalista al premio Strega. La giornalista che aveva debuttato nel 2021 con X  è tornata con un romanzo dirompente. E divisivo: come divisivo è il 25 aprile, o la Resistenza (se solo si è fascisti).

Mira conduce, per quasi trecento pagine, il lettore e la lettrice su una traiettoria pubblica e insieme privatissima; come per una chicane, piena di tornanti, da cui si vede lo strapiombo: la violenza intima e la violenza sociale percorre il testo; e divampa sotto ai loro occhi, sbarrati e stralunati. Il piano narrativo si srotola su più livelli temporali.

“Questa storia ricomincia il 30 aprile 1987, quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra. Secondo gli inquirenti, Scrocca avrebbe fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli”.

Nelle parole di Rossella (la vedova di Mario, suicidato dallo Stato come i tanti Stefano Cucchi dei nostri anni) e in quelle di Valentina, il carnefice e il fascista condividono registri e scambiano manipolazioni. La voce narrante, che raccontando di sé racconta di noi, ci mostra esattamente come si finisce in trappola. E non teme giudizio. Durante la lettura diventa chiaro quanto semplice sia cadere dentro a una relazione tossica: mentre l’uomo dice di amare, tradisce, umilia, minaccia, violenta.

Uscire da una dinamica di oppressione, che sia individuale o collettiva, vuol dire anche analizzare come ci sei finito dentro”.

Ma nel libro c’è molto più di questo: serpeggia, vivacissima, la forza della resistenza, la sola davvero in grado di fermare l’aggressione e l’annientamento.

L’analisi è attenta e lucidissima, in filigrana traspare il ventennio, questo ventennio, e le reazioni dei detrattori non si contano; sullo sfondo, gli anni Settanta, ma anche la giustizia che non c’è. Croci celtiche e corone, a spiegarci chi sono e come agiscono i nostalgici di oggi. Le pagine trattengono a stento il morbo, pericolosissimo, del negazionismo e del revisionismo.

Quello della pacificazione imposta e del perdono estorto è il credo della cancellazione di ogni sopruso, senza assunzione di responsabilità alcuna: un’assoluzione piena, malgrado il fatto sussista e l’imputato l’abbia commesso.

Perciò l’opera di Valentina Mira è un pugno in pieno volto: come una corona di spine, ci fa sanguinare; al tempo stesso ci costringe a fare i conti con i demoni di oggi, fantasmi in carne e ossa. A lei va il merito assoluto e il coraggio d’aver ripescato domande rimaste senza risposta.

Allineare violenza delle relazioni intime e fascismo (che è violenza collettiva) serve a spiegare la normalizzazione. Ci induce a ragionare su una pratica che da troppo tempo, silenziosamente, massacra le donne e instilla veleni, ai danni di una democrazia mai stata tanto fragile e indifesa.

Ma se la normalizzazione è condanna, e può essere esilio dal nostro stesso tempo, resistere è una scelta. La sola, per ripartire da un nuovo 25 aprile di liberazione.

E, intanto, sui diritti delle donne si perde terreno. Potrebbero essere anni gravidi di conseguenze. A cominciare dall’aborto.

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Titolo: “Dalla stessa parte mi troverai”
Autrice: Valentina Mira
Editore: SEM
Prezzo: 17 euro

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