Come promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo a tutela del benessere dell’uomo e del pianeta, sfruttando la grande accelerazione tecnologica a cui assistiamo? A questa domanda ha cercato di rispondere la tre giorni della Romecup, l’evento dedicato all’ecosistema dell’innovazione promosso nella Capitale dalla Fondazione Mondo Digitale e realizzato con il Gruppo editoriale GEDI e Italian Tech, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Con 4mila partecipanti, di cui oltre 3mila studenti, 109 team impegnati in gare di robotica e 23 in contest con le università, 35 organizzazioni con prototipi innovativi in ambito tecnologico, l’iniziativa continua, dal 2007, nell’intento di avvicinare i giovani allo studio e alle carriere in ambito Steam, proponendosi di sviluppare competenze e profili professionali molto richiesti nel mercato del lavoro, come robotica e intelligenza artificiale, senza tralasciare etica e sostenibilità.
Nell’Ict solo il 16% è donna
I numeri sul gender gap in ambito Stem sono chiari e ormai noti: 23,8% dei giovani adulti (25-34enni) con un titolo terziario ha una laurea Stem. La quota sale al 34,5% tra gli uomini (un laureato su tre) e scende al 16,6% tra le donne (una laureata su sei), mentre tra gli specialisti Ict le donne sono il 16% e gli uomini l’84%. Questo è il quadro che emerge dall’Istat e dal Women in Digital ScoreBoard 2021 e che da anni spinge Mondo Digitale a promuovere iniziative che mirano ad arginare il divario di genere nelle materie scientifiche, attraverso percorsi mirati come Coding girls, laboratori e hackathon. Ed è proprio con sfide e contest in ambito tecnologico che Mondo Digitale ha incentivato, durante la Romecup, studentesse e studenti di vari ordini e gradi scolastici, a mettersi in gioco con la tecnologia.
Pubblicità progresso attraverso ChatSpot: la sfida sull’AI generativa
L’intelligenza artificiale generativa (AIGen) sta rapidamente emergendo come uno dei più affascinanti e rivoluzionari campi della tecnologia moderna, in grado di modificare profondamente il modo in cui lavoriamo, impariamo e creiamo. Non si tratta più soltanto di una semplice automazione delle attività umane, ma di un’intelligenza in grado di emulare e ampliare le capacità produttive dell’uomo, generando contenuti originali con un grado di realismo e creatività senza precedenti.
È stato questo il tema al centro dell’hackathon “ChatSPOT: AI in social advertising” che ha visto oltre 100 studentesse e studenti di scuole secondarie di secondo grado del Lazio sfidarsi nella creazione di storie interattive prodotte con applicazioni di AI generativa seguendo un approccio critico, etico e responsabile. L’evento si inseriva nell’ambito del programma Ital.IA Lab con Microsoft Italia, nato per diffondere le opportunità dell’intelligenza artificiale generativa e in sinergia con il progetto Coding Girls, da dieci edizioni in prima linea per contrastare il divario di genere nel settore delle Stem.
Uno spot dei giovani per i giovani ha vinto la competizione, guadagnando il primo posto con il messaggio che l’AI ha il potenziale di rivoluzionare molti campi, come la medicina, l’agricoltura, il lavoro, l’economia e l’istruzione e che i giovani possono essere parte di questo importante cambiamento, mantenendo la consapevolezza di farlo in modo etico e sociale.
cIAo! Parli con me? Quanto l’algoritmo incontra l’empatia
C’è Giorgia che risponde ai clienti della banca presentandosi e chiedendo subito in cosa può dare una mano; e poi c’è un chatbot che scrive e parla con la voce di una ragazza per essere accessibile a tutti e ciò che desidera è metterti a tuo agio, proponendo la lingua che preferisci e usando immagini a corredo del testo. Denominatore comune? Un approccio amichevole che annulli le distanze e che permetta, a chi è dall’altra parte di uno schermo, di sentirsi accolto e ascoltato. Un’altra sfida lanciata alla generazione Z di appassionati tech, durante la Romecup, ha riguardato l’Intelligenza artificiale e l’empatia, ossimoro o possibilità?
I risultati dei progetti vincitori dell’hackathon hanno dimostrato che sono solo è possibile, ma che ci sono diverse vie per ottenerlo. Cento studenti e studentesse divisi in team si sono sfidati per superare bias e pregiudizi della tecnologia, mettendosi alla prova attraverso applicazioni di intelligenza artificiale su casi reali, lavorando a prototipi di assistenti virtuali vicini alle esigenze e aspettative delle persone. La sfida è stata quella di progettare un servizio di assistenza efficace ed efficiente, ma allo stesso tempo più “umano”, personalizzato, inclusivo, accessibile, capace di restituire autenticità e fiducia alla relazione con il cliente.
La discussione iniziale, moderata da Celia Guimaraes, ha posto le basi per un dialogo costruttivo sull’importanza di un approccio umanizzato alla tecnologia. L’esperienza dell’hackathon non solo ha fornito agli studenti una piattaforma per esprimere le proprie idee, ma ha anche offerto spunti di riflessione sull’evoluzione dei servizi digitali in direzione di una maggiore empatia e inclusione.
I giovani vogliono umanità: la carta dei diritti firmata da 800 studenti
“Umani digitali” è un progetto nato dalla collaborazione tra Intesa Sanpaolo, Tim Enterprise e Google Cloud, nell’ambito dell’iniziativa Opening Future, che ha visto più di 800 studenti di Lombardia, Lazio e Piemonte che hanno aderito all’iniziativa, presentando ai partner la Carta dei Diritti.
Il documento, costruito in modalità collaborativa da tutti gli studenti, a seguito di momenti di confronto con i formatori della Fondazione Mondo Digitale, è il risultato delle riflessioni e delle preoccupazioni dei giovani che hanno accolto con entusiasmo e curiosità la sfida lanciata da Opening Future, rispondendo alla domanda: quali sono i diritti dell’essere umano che vorresti fossero tutelati nel momento in cui interagisce con l’umano digitale, l’Intelligenza Artificiale con sembianze umanoidi? Nonostante le differenze e la distanza territoriale, gli studenti si sono trovati concordi su 10 punti fondamentali che sono racchiusi nella carta: tra cui l’umanità, la necessità di privacy e trasparenza, sicurezza e controllo della propria identità digitale, tutela della dignità umana.
Il messaggio finale
L’incontro si è concluso con un forte messaggio degli studenti: “Ci impegniamo, come giovani custodi del domani, a preservare questi principi e a sostenere una crescita tecnologica che celebri l’umanità, la protegga e la promuova. In un mondo in cui l’intelligenza artificiale si affiancherà sempre più alle attività umane, noi chiediamo che questa sia un’estensione dei valori che ci rendono umani, e non un loro sostituto. UMANITÀ è ancora la parola che amiamo di più.”
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