Amnesty International, urge una legge sul consenso per combattere la violenza di genere

Il sesso senza consenso è sempre stupro. Prosegue la campagna di Amnesty International Italia, che in vista dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna,  ha realizzato un video in collaborazione con attori e attrici italiani per ribadire l’importanza del concetto di consenso al fine di compiere un primo passo in avanti per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.

Claudio Santamaria, Veronica Pivetti, Massimiliano Gallo e Beatrice Bruschi hanno prestato i loro volti e le loro voci per ribadire un concetto semplice, che dovrebbe mettere tutti d’accordo: “il sesso senza consenso è stupro”.

Con la campagna #IoLoChiedo, Amnesty International Italia ribadisce da anni la necessità di un adeguamento della legislazione italiana e l’introduzione del principio del consenso nei reati di stupro. In Italia il codice penale fa riferimento ad una definizione di stupro basata esclusivamente sull’uso della forza o della coercizione: l’articolo 609-bis punisce solo chi “con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”. Non vi è alcun riferimento al principio del consenso, così come previsto dall’articolo 36 della Convenzione di Istanbul, ratificata dal nostro paese nel 2014.

“La violenza sessuale contro le donne è endemica e le definizioni basate sul consenso sono cruciali per garantire maggiore protezione e accesso alla giustizia, facilitare le segnalazioni e punire i responsabili. Continueremo a portare la nostra campagna nelle scuole e nelle piazze, oltre ad esercitare pressione sulle istituzioni italiane, affinché vengano abbattuti tutti gli stereotipi legati alla violenza di genere e sia chiaro il concetto che il consenso al rapporto sessuale si debba basare su un atto necessario e insostituibile: comunicare la propria volontà”, ha dichiarato Tina Marinari dell’ufficio campagne di Amnesty International Italia.

La situazione non migliora a livello europeo se si fa riferimento all’accordo raggiunto, lo scorso 6 febbraio, dal Consiglio e dal Parlamento europeo sulla Direttiva per contrastare la violenza sulle donne e la violenza domestica; dal testo definitivo è stato eliminato l’articolo 5, il quale, originariamente, conteneva la contestata definizione di stupro come “rapporto sessuale senza consenso”. Tra gli stati favorevoli a non menzionare lo stupro nella Direttiva ci sono Ungheria, Francia e Germania.

Lo stupro è definito sesso senza consenso, come chiarisce l’articolo 36 della Direttiva che obbliga gli stati membri a sensibilizzare l’opinione pubblica proprio su questo aspetto, ma allo stesso tempo non rientra tra i reati europei, alla stregua dello sfruttamento sessuale di donne e bambini.

“Tramite una lettera aperta, firmata da Amnesty International Italia  e 11 organizzazioni per i diritti umani e della società civile, avevamo chiesto ai negoziatori della presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea, agli stati membri, al Parlamento europeo e alla Commissione europea, di adottare una Direttiva solida e di garantire misure efficaci in materia di prevenzione, protezione, sostegno alle vittime e procedimenti penali per affrontare una serie di reati, inclusi quelli legati a forme di violenza di genere. Sebbene ci siano degli elementi positivi, la Direttiva europea avrebbe dovuto contenere misure forti e vincolanti in materia di stupro e violenza sessuale domestica, come il concetto di consenso e percorsi sicuri di denuncia per le donne in condizione di irregolarità; così non è stato. Non ci resta quindi che appellarci agli stati membri dell’Unione europea affinché si diano obiettivi molto più ambiziosi e concreti nell’attuazione di questa Direttiva”, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

La situazione in Europa e in Italia evidenzia sfide significative. I femminicidi hanno purtroppo dominato le notizie durante tutto il 2023. Secondo i dati del ministero dell’Interno, in Italia sono state 118 le donne vittime di omicidio nel 2023, con 96 di questi casi riconducibili a contesti familiari o affettivi. Da gennaio 2024 ad oggi, sono già nove le vittime di femminicidio in Italia. È questo il motivo per il quale Amnesty International Italia continua a portare avanti una campagna di sensibilizzazione volta a rafforzare la consapevolezza nelle giovani generazioni sul tema dello stupro, sugli stereotipi di genere da combattere e chiarire il concetto del consenso. Lo stupro e gli altri reati sessuali rappresentano una violazione dei diritti umani.

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