Ucraina, i Lions club aiutano i bambini senza più scuole

Se nel centro di Odessa la vita dei bambini scorre normale e hanno tutto a parte l’acqua, in periferia non possiedono nulla. “Hanno poco cibo e scarsi medicinali, ma soprattutto sono senza scuole. Sono state distrutte e sono cadute mine antiuomo. Gli insegnanti istruiscono nelle case dove si può, abbiamo visto lezioni all’aperto e donato ai bambini colori, carte, penne, zaini”. Sono le parole con cui Rossella Vitali, vice governatore del distretto Lions 108Ib4 (città metropolitana di Milano) e avvocato lavorista, racconta l’ultima missione in Ucraina.

Tre pullman carichi di volontari e beni di prima necessità sono partiti il 28 settembre verso Odessa. Medicine da banco, prodotti di infermeria, pannolini e cibo sono stati consegnati a Padre Novak Vitalij, missionario vincenziano di nazionalità ucraina che ha gestito la distribuzione.

La missione in Ucraina

“Questa missione umanitaria in Odessa è stata concepita dal distretto di Milano – spiega Vitali – all’interno dei ‘Lions per la pace’, dove è inclusa una serie di progetti tesi ad affrontare temi importanti, come la violenza di genere. Sono compresi anche un service nel quartiere del Gratosoglio, dove aiutiamo le famiglie in difficoltà insieme a don Steffano, e servizi di screening medici gratuiti in città”.

La missione in Ucraina è stata concepita secondo due obiettivi: portare aiuti concreti, beni di prima necessità, tra cui anche materiali per la scuola; comunicare un messaggio di speranza e vicinanza alla popolazione, in un momento in cui si potrebbe ricominciare a costruire, anche se il conflitto è ancora in essere.

Siamo partiti in venti soci, di cui 9 giovani Leo tra i 18 e i 30 anni – descrive Vitali ad Alley Oop -, con pulmini carichi di materiali e un furgone. Abbiamo cominciato il viaggio il 29 settembre da Milano, percorrendo l’Ungheria e siamo arrivati alla periferia di Odessa, ospiti di una comunità vincenziana che si occupa di gestire persone in difficoltà. Abbiamo visto gli insegnanti fare lezione all’aperto nel cortile della scuola, si chiedevano quanto durerà la guerra, sono abbandonati a sé stessi. Abbiamo affrontato il pericolo di una bomba, che è scoppiata vicino a noi”.

Nel villaggio i volontari hanno dialogato con gli insegnanti, che hanno raccontato la loro esperienza. “Sono persone che hanno bisogno di parlare – prosegue Vitali – ed esprimere il loro vissuto. Hanno costruito un bunker per non allontanarsi da lì. Abbiamo conversato con le donne vicine alla comunità San Vincenzo, che si stanno dando da fare per aiutare i bambini”. In una dimensione di scambio come questa, ci si rende conto che quello che si ha è tantissimo.

Interventi Lions

Supera il milione di euro l’intervento effettuato dai club Lions italiani attraverso la raccolta fondi e distribuiti ai profughi tramite la Fondazione Lions Club International. E si attesta intorno ai 500 mila euro il valore di generi alimentari, farmaci, abbigliamento, inviati direttamente sul posto e diventati indispensabili dopo i bombardamenti che hanno danneggiato le centrali elettriche del Paese.

Aiuti consegnati sul posto con spedizioni organizzate da numerosi Lions Club in tutta Italia. La prima spedizione dei Lions di Milano risale allo scorso giugno 2022, quattro mesi dopo l’inizio del conflitto: tre pullman sono partiti alla volta di Leopoli carichi di cibo e sono tornati in Italia portando in salvo 6 profughi. Nell’agosto dello stesso anno è toccato alla città di Mycolaïv, dove con il supporto di “stop the war now”. Gli acquedotti nella città ucraina di Mykolaiv erano infatti stati distrutti dai bombardamenti lasciando la popolazione locale, donne, anziani e bambini, incapaci di reperire l’acqua necessari per i minimi bisogni quotidiani.

A dicembre sono stati spediti cibo e vestiti per l’inverno a Kolomeja e consegnati tre generatori elettrici a Mykolaiv e uno a Ivano Frankivs’k. A marzo 2023 è stato inaugurato il dissalatore a Mykolaïv.

L’accoglienza in Italia

Non solo: in Italia, i Lions continuano a riservare grande attenzione all’accoglienza di donne con bambini e famiglie che sono riuscite a fuggire dall’orrore della guerra. Un impegno costante che prosegue ogni giorno, con la solidarietà che caratterizza da sempre la grande comunità dei Lions e che in estate si è tradotto in un campo scuola per una cinquantina di bambini ucraini rifugiati, della durata di 5 settimane e organizzato appositamente per loro a Roma, presso la Basilica di Santa Sofia, punto di riferimento della comunità ucraina romana.

“In quei giorni queste persone ci hanno dato forza con le loro parole e l’ esperienza – conclude Vitali -. Una sera volevamo cantare in italiano, gli ucraini sono affascinati dalla nostra lingua. Abbiamo trovato la canzone “Felicità” di Albano e Romina, intonato le parole e loro piangevano. Ai bambini abbiamo regalato anche una macchina per lo zucchero filato nella scuola, abbiamo ballato insieme a loro, in un momento scambio che mi porterò dentro per sempre”.

E verso la città di Kherson, dove in questi giorni si sono intensificati gli attacchi russi e video mostrano corpi di alcune vittime riversi in strada, il 28 dicembre partirà un’altra missione organizzata dai giovani dei Leo club.

“Quotidianamente le cronache sono funestate da nuovi focolai di guerra, scene di orrore veicolate giornalmente dai mezzi di comunicazione: siamo costretti a un’assuefazione giornaliera al dolore, travolti da un sentimento di impotenza dinanzi a queste tragedie – dichiara Claudio Sabattini, presidente del consiglio dei governatori – Noi Lions non vogliamo soccombere e siamo determinati a non arrenderci. Ogni gesto, ogni azione può fare la differenza, seppure piccola e abbiamo il dovere di continuare a fare tutto ciò che è in nostro potere per dare un po’ di sollievo ai tantissimi civili vittime della guerra”. 

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