Superano quota 100 le donne uccise dall’inizio dell’anno: su 282 omicidi commessi, 101 vittime sono donne, di cui 82 uccise in ambito familiare o affettivo. Di queste, più della metà (53) hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Numeri ancora una volta drammatici, in crescita rispetto allo scorso anno, che continuano a fotografare la piaga della violenza sulle donne per le quali la famiglia e gli affetti continuano ad essere il luogo più pericoloso. Ma i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg di una cultura in cui la disparità tra uomini e donne è ancora troppo presente a tutti i livelli ed è il terreno di coltura di una violenza che si manifesta in moltissime forme.
Reati spia in costante aumento
Drammatici ma esplicativi in questo senso sono i dati sulle violenze sessuali e violenze sessuali di gruppo, elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale della Polizia criminale in un focus sulle violenze sessuali e violenze sessuali di gruppo pubblicato nel settembre scorso, così come molto indicativi sono quelli sui cosiddetti reati spia. Si tratta di quei delitti che sono ritenuti i possibili indicatori di una violenza di genere, in quanto verosimile espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica diretta contro una persona in quanto donna: sono ritenuti tali gli atti persecutori (art. 612-bis c.p.), i maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.) e le violenze sessuali (art. 609-bis, 609-ter e 609-octies c.p.).
Nel decennio 2013-2022 le fattispecie in esame mostrano un trend in progressivo e costante incremento. La variazione più ragguardevole attiene all’incremento del 105% conseguito nell’intero periodo per i maltrattamenti contro familiari e conviventi, seguita da quella del 48% per gli atti persecutori. Mentre per le violenze sessuali si rileva un importante aumento, pari al 40% (4.488 casi nel 2013 a fronte dei 6.291 nel 2022).
I dati contenuti nel rapporto sono quelli della Banca Dati Interforze in uso alle Forze di polizia, che non consente di poter valutare il cosiddetto “numero oscuro”, costituito da tutti quei casi che non vengono denunciati. Questa tendenza in evoluzione, si legge nel rapporto, “conferma la necessità di riservare a tale fenomenologia criminale la massima attenzione. Ciò anche se il rilevato incremento dei dati può, almeno in parte, essere interpretato quale parziale ‘affioramento di un sommerso‘, ossia la testimonianza di una aumentata sensibilità verso il fenomeno e quindi di una maggiore propensione alla denuncia da parte delle vittime e dei testimoni”. Il confronto dei primi sette mesi del 2023 con l’analogo periodo del 2022 evidenzia, invece, una diminuzione dei reati commessi: “La flessione però, deve essere letta con cautela, poiché si tratta di dati di carattere operativo e quindi suscettibile di variazione”, sottolinea il rapporto.
L’incidenza delle donne sul totale delle vittime dei reati di specie: la stessa, infatti, si mantiene pressoché costante, attestandosi, nel decennio, ad una media del 75% per gli atti persecutori, dell’81% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e del 91% per le violenze sessuali.
Violenza sessuale, donne vittime nel 90% dei casi
La violenza sessuale, declinata in tutte le sue forme negli ultimi dieci anni registra
un trend in crescita. L’incremento, significativo, si è attestato al 40%, con 6.291 eventi nel 2022 a fronte dei 4.488 del 2013. La percentuale di donne vittime di violenze sessuali presenta un’incidenza elevata, vicina al 90%, in tutti i periodi in analisi (il grafico sottostante evidenzia l’incidenza percentuale delle donne sul totale delle vittime).
Da un’analisi dei dati su base geografica emerge che essi risultino essere stati
commessi, in numero significativo, in tutto il territorio nazionale, ad eccezione di Valle d’Aosta, Molise e Basilicata, con una maggiore concentrazione nelle regioni del Nord. Un’analisi, riferita all’anno 2022, è stata quindi dedicata alle fasce d’età delle vittime e degli autori. Si rileva che un terzo delle vittime sono minorenni mentre, ampliando la
fascia da 0 a 24 anni, si supera il 50% delle vittime totali. Per quanto attiene ai presunti autori noti, il numero maggiore è di agli adulti (oltre 25 anni), cui segue la fascia dei cosiddetti giovani adulti (18-24).
Violenza sessuale di gruppo, un terzo delle vittime è minorenne
Il rapporto evidenzia nei 10 anni esaminati andamento costante per tutto il periodo in esame sul fronte della violenza sessuale di gruppo, ad eccezione del 2016 e del 2019, quando, a fronte di un incremento della violenza sessuale, anche nella forma aggravata, diminuiscono le violenze sessuali di gruppo. Tra le vittime di violenza sessuale di gruppo, circa un terzo non raggiunga la maggiore età, nell’arco temporale considerato. Ampliando l’approfondimento sulle fasce d’età si rileva come, per il reato di specie, le vittime con meno di 25 anni superino il 60% del totale sia nel 2022 che nei primi sette mesi dell’anno corrente.
Analizzando le segnalazioni a carico dei presunti autori noti del reato in analisi,
emerge come sia significativa la presenza di autori minori nei casi in cui vi sia una vittima minorenne. In particolare, per l’intero anno 2022 e per il periodo parziale 2023, si evince come i minorenni siano spesso vittime di autori di età compresa tra 14 e 17 anni (67%), seguiti da quelli tra i 18 ed i 24 anni (18%).
Numeri che mostrano quanto sia necessario sviluppare, in ogni ambito della società civile, “la capacità di prevenire in modo tempestivo eventuali situazioni critiche: in particolare, in settori chiave quali quelli della scuola, dell’assistenza sociale, della sanità e, più in generale, in tutti quei luoghi ove il minore possa essere adeguatamente supportato. La sinergia tra tutti i soggetti che si occupano della formazione e della protezione delle vittime di reato costituisce, infatti, una rete essenziale per il contrasto del fenomeno in argomento“, sottolinea il rapporto che conclude: “Fondamentale appare, inoltre, che tutti gli attori che operano nel contesto educativo di riferimento, in particolare quello familiare, operino affinché si coinvolgano gli adolescenti al fine di favorirne una crescita responsabile e consapevole e consentirgli di porre “il rispetto della persona” al centro dei propri valori”.
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Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.
Puoi rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza sul territorio nazionale, dove potrai trovare ascolto, consigli pratici e una rete di supporto concreto. La lista dei centri aderenti alla rete D.i.Re è qui.
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