L’Ue stanzia 500 milioni per la violenza sulle donne ma l’impatto è modesto

Una donna su tre al mondo è vittima di violenza. Sono i dati Oms, che fotografano un’emergenza non solo italiana ma europea e mondiale. Per affrontare il problema l’Ue nel 2017 aveva annunciato un impegno da 500 milioni di euro nell’ambito di un programma, in collaborazione con l’Onu, denominato Spotlight. Ma l’impatto dell’ambiziosa iniziativa contro la violenza sessuale e la violenza di genere è “finora modesto”. Il giudizio tranchant è della Corte dei Conti europea che raccomanda “una maggiore efficienza nell’impiego delle risorse e rileva un rischio per la sostenibilità delle attività”.

50mila donne vittime di femminicidio

Il quadro globale della violenza sulle donne, su cui è intervenuto il programma Spotight, è fatto di  numeri impressionanti. La forma di violenza prevalente resta quella domestica; nel 2019, circa 50 000 donne nel mondo sono state vittima di assassini per motivi legati al genere, ovvero di femminicidio. Recenti studi mostrano che la pandemia di COVID-19, che ha chiuso in casa le donne con i loro aggressori, ha esacerbato la violenza contro le donne e le ragazze in tutto il mondo.

Allo sesso modo sono diffuse a livello globale anche le pratiche dannose contro le donne e le ragazze. Non si conosce il numero esatto di ragazze e donne al mondo che hanno subìto mutilazioni genitali femminili, ma si stima che raggiunga almeno i 200 milioni. Ogni anno, oltre 4 milioni di ragazze sono a rischio di mutilazioni genitali femminili. Il numero di matrimoni infantili è altissimo. Nei Paesi meno sviluppati, il numero raddoppia; il 40% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni ed il 12% prima dei 15 anni.

Non ci sono prove che la violenza sia diminuita

L’iniziativa Spotlight, frutto di un partenariato strategico mondiale tra l’Ue e l’Onu per eliminare tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze nei Paesi partner in Africa, Asia, America latina, nel Pacifico e nei Caraibi, che avrebbe dovuto avere una durata di 4 anni, ma ritardi e intoppi hanno fatto sì che fosse prorogato fino alla fine del 2023.

A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, ci sono state alcuni risultati positivi del programma Spotlight. Ad esempio, l’iniziativa ha sostenuto attività per prevenire la violenza contro le donne e le ragazze, come corsi di formazione e campagne di sensibilizzazione, nonché servizi alle vittime di violenza in tutti i paesi dell’Africa e dell’America latina, sia pur in misura diversa e con livelli di successo variabili.

L’impostazione stessa dell’iniziativa consente però di valutarne la performance solo in misura limitata. Non esistono prove che la violenza contro le donne e le ragazze sia diminuita nei diversi Paesi interessati. In particolare, in base ai dati raccolti dall’iniziativa, in alcuni Paesi la percentuale di persone che ritiene giustificabile che un uomo picchi la propria partner è diminuita in generale nel 2021, ma in realtà se si va a guardare lo spaccato per singole regioni è aumentata in alcuni Paesi dell’America latina e dell’Africa.

Per quel che riguarda l’Italia basti pensare all’ultimo caso di cronaca giudiziaria: un magistrato della procura di Brescia che ha chiesto l’assoluzione per l’ex marito di una donna nata in Bangladesh ma cresciuta in Italia, che nel 2019 ha trovato il coraggio di denunciare. La motivazione: “I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine“. Richiesta di assoluzione contro cui si è levata la voce delle associazioni e di diverse parti politiche.

Risorse “sprecate” per la gestione da parte dell’Onu

Il parziale successo dell’iniziativa, spiega la Corte, è legato a fattori interni ed esterni che hanno causato difficoltà e ritardi nell’attuazione: non solo la pandemia di Covid-19, ma anche le catastrofi naturali e i cambiamenti politici interni, i complessi dispositivi di governance dovuti al gran numero di organizzazioni delle Nazioni Unite coinvolte hanno giocato a sfavore.

La scelta della Commissione di avere l’Onu come partner attuatore è stata una decisione politica a sostegno del multilateralismo. Tuttavia, nota la Corte, la gestione dell’iniziativa da parte dell’Onu è costata in totale 155 milioni di dollari (ossia il 31 % della sua dotazione totale), per cui ai partner attuatori ed ai beneficiari sono rimasti solo 351 milioni di dollari. Benché l’esecutivo dell’Ue fosse consapevole che il coinvolgimento dell’Onu avrebbe comportato costi più elevati, non ha condotto un’analisi comparativa approfondita delle diverse alternative possibili.

In più, nonostante fosse l’unico finanziatore, l’Ue non ha sempre ricevuto adeguato riconoscimento in termini di visibilità dei finanziamenti. Inoltre, sebbene il contributo dell’Ue dovesse fungere da capitale di avviamento per attrarre altri investitori, non è stato trovato alcun nuovo donatore, per cui la sostenibilità dei risultati è a rischio.

Nessuna donna va lasciata indietro

Tirando le somme, la Corte sottolinea che il programma non ha una durata sufficientemente lunga da indurre cambiamenti duraturi su una questione complessa che richiede interventi a lungo termine e risorse aggiuntive. L’iniziativa Spotlight, ad esempio, ha generato notevoli conoscenze riguardo alle attività per affrontare la violenza contro le donne e le ragazze, ma tali conoscenze sono attualmente disperse e difficilmente accessibili per gli interessati.

Le relazioni annuali contengono esempi di quello che l’iniziativa Spotlight considera buone pratiche, ma queste non sono analizzate da esperti esterni né raccolte a livello mondiale, e non c’è alcuna valutazione su come far continuare le attività promettenti in futuro.

La Corte, alla luce di tutto ciò, raccomanda, tra l’altro,  che vengano predisposte strategie di sostenibilità e strategie di uscita per tutti programmi dell’iniziativa Spotlight, individuando azioni specifiche per continuare la lotta alla violenza contro le donne e le ragazze dopo la fine dei programmi. Inoltre, le conoscenze generate dalle attività dell’iniziativa Spotlight a livello mondiale e di programma vanno adeguatamente archiviate, conservate e messe a disposizione della Commissione e di altri portatori di interessi in un formato strutturato, facilmente utilizzabile ed accessibile.

Non c’è posto nel mondo per la violenza contro le donne e le ragazze e nessuna donna o ragazza dovrebbe essere lasciata indietro”, ha dichiarato Bettina Jakobsen, membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Attraverso l’iniziativa Spotlight, l’Ue ha stanziato importi mai visti prima per porre fine questi abusi: maggiori risorse dovrebbero però raggiungere i beneficiari finali e dovremmo ancora registrare un maggiore impatto”.

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