Domani inizianogli esami di maturità 2023. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito saranno 536.008 ragazze e ragazzi che mercoledì 21 affronteranno in tutta Italia la prima prova. Quest’anno i maturandi torneranno a confrontarsi con una commissione mista di commissari interni ed esterni. Con la fine dell’emergenza sanitaria si torna, quindi, alla normalità: lo scorso anno già la prima prova scritta di italiano era tornata ministeriale, affiancata da una seconda prova invece preposta dalla scuola. Da quest’anno il ministro dell’Istruzione e del Merito riporta in auge le due prove ministeriali con presidente e tre commissari esterni.
Sfidarsi nel colloquio
La prova più temuta rimane forse il colloquio, che come cita l’ordinanza n. 45 del 9 marzo 2023 tra i vari punti prevede che: “il candidato dimostri, nel corso del colloquio: di aver acquisito i contenuti e i metodi propri delle singole discipline, di essere capace di utilizzare le conoscenze acquisite e di metterle in relazione tra loro per argomentare in maniera critica e personale”. In sostanza prende sempre più piede la scuola delle competenze. Ma cosa vuol dire: “ragazze e ragazzi verranno misurate le vostre competenze e non solo le conoscenze?”
Le competenze non sono nozioni congelate: chi è competente non si limita a sciorinare delle informazioni spesso catalogate in modo mnemonico. Al contrario analizza un database sì di conoscenze ma in modo critico speculativo: diventando davvero competente solo quando riesce a collegare queste conoscenze e a trovare soluzioni a problemi, logiche meno apparenti, risposte a domande anche non direttamente connesse allo studio. Insomma unisce i puntini come nella settimana enigmistica e scopre una gran bella immagine. Si fa domande e si da risposte in base a ciò che ha studiato.
Capire il presente
Chi fa proprie le nozioni, le sa rielaborare e usare per il proprio pensiero, scopre ad esempio il miracolo della storia che si ripete. Chissà se osservando le donne che manifestano in Iran a qualcuno venga in mente il movimento delle suffragette inglesi oppure le donne durante la rivoluzione d’ottobre.
Studiando gli scrittori dissidenti del ‘900 russo, si accorge che la giornalista Anna Politkovskaja è morta pochi anni fa proprio perché a qualcuno ha dato fastidio il suo dissenso.
Ma saper dire no ti può rendere speciale e andare contro corrente a volte ti fa onore. Se andiamo oltre le discipline scolastiche e pensiamo alla cronaca dei femminicidi: dire di no può salvare la vita. Quindi dissenso non è più una parola nel libro di letteratura russa o di storia ma una realtà attuale.
Battere la noia
Chi è competente non si annoia quando studia ma è curioso e riesce ad andare al di là delle grigie pagine del libro di testo. La competenza è un ‘sapere dinamico’ che finalmente si libra da quelle stesse pagine e prende vita in ciò che osserviamo. Una legge di fisica diventa la ragione di un fenomeno osservato dal finestrino dell’aereo e una reazione chimica un segreto in cucina.
Ragazzi, siate competenti, perché esserlo significa non solo capire e sapere ma anche poter essere liberi di scegliere scientemente e autonomamente.
Tra qualche giorno poi, davanti a quella commissione fatta anche di sconosciuti, indossate la migliore immagine di voi stessi. Non è facile, ma anche se nel decreto non è scritto, essere maturi significa anche saper essere attraenti e interessanti. Sarà il primo banco di prova, ma se quel vestito funziona, che sia all’università o a qualche colloquio di lavoro, converrà indossarlo di nuovo.
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