Arte, realtà virtuale e inclusione nella mostra “Rumore dell’umore”di Beatrice Sancinelli

Una stanza bianca, un mondo chiuso come uno schermo digitale aspetta e raccoglie gli infiniti e discordanti umori di una donna nelle sue oscillazioni vitali. Ne emerge un racconto al tempo stesso personale e universale, in cui i sentimenti sono indagati nella loro oggettività. Eppure, anche grazie alla tecnologia immersiva si condivide l’idea che tutti i rumori che ci circondano fanno meno strepitio di noi stessi, perché “il vero rumore è l’eco delle emozioni che vibrano in noi”.

Sono rivelazioni che prendono forma a Bergamo dove, all’interno delle stanze oscurate del Chiostro del Carmine, si fruiscono in modo innovativo nove performance audiovisive in cui Beatrice Sancinelli dirige Emanuele Algeri, ballerino e performer che sposa la ricerca dell’artista e contribuisce con la sua interpretazione alla creazione delle opere.

Mondo digitale e reale si confondono

“Rumore dell’Umore” è un’opera d’arte, ma anche un percorso esperienziale dove i confini tra il mondo digitale e il reale si assottigliano e confondono. Abbattono anche le disabilità, creando un mondo nuovo governato da colore, movimento e suono che coinvolge la fisicità di tutto il corpo.E’ il titolo dell’ultima opera di Beatrice Sancinelli, giovane artista con una formazione nel mondo del cinema: un percorso multisensoriale ed immersivo realizzato grazie alle recenti innovazioni di realtà virtuale.

L’artista ha scelto per questo esordio Bergamo, sua città natale che è anche, insieme a Brescia, la Capitale italiana della Cultura 2023. La mostra a cura di Maria Vittoria Baravelli è ospitata nel Chiostro del Carmine, un luogo affascinante e tesoro nascosto di Bergamo Alta, un monastero cinquecentesco di solito chiuso al pubblico che apre le sue porte per accogliere i visitatori alla scoperta di un’opera inedita.

E’ la prima mostra personale dell’ artista Beatrice Sancinelli (1995), un viaggio multisensoriale profondamente emozionale, fisicamente coinvolgente e completamente inclusivo. Può essere fruito da ipovedenti, ipomotori e sordi.
Un’esperienza che fa vivere ai visitatori in modo innovativo l’opera d’arte, in cui reale e digitale si uniscono.

L’idea per “Rumore dell’Umore” nasce nella primavera del 2020 quando, come tutti, l’artista era costretta al primo lockdown. L’esperienza solitaria e silenziosa si trasforma in un dialogo con Emanuele Algeri e in un’occasione per riscoprire il mondo che li circonda, troppo spesso ignorato dalla routine. Si concentrano sulle proprie percezioni e umori che rivelano un loro rumore specifico, che dà voce al corpo stesso e  si accompagna ai suoni della natura, riscoperta con occhi nuovi e consapevoli.


Questo viaggio sensoriale può essere interpretato dai visitatori come una contemporanea via crucis che illustra la ricerca di fede e speranza, da sempre una costante nella vita e nel lavoro dell’artista che ritrova nella natura, nei rapporti umani e nella propria libertà di espressione.

“L’opera di Beatrice parte da un viaggio emotivo interno alla propria camera, nel periodo della quarantena – racconta Maria Vittoria Baravelli – Il punto nevralgico della sua ricerca si sviluppa attorno al concetto della stanza. Stanza in architettura come porzione minima dell’abitare, oppure la stanza intesa nel mondo della poesia come porzione di una composizione più poderosa. Quello che intriga sono i confini da cui si può sconfinare. E allora le mura diventano la soglia. E la stanza si apre e da ambiente chiuso permette di far entrare il cielo”.

Un dispositivo immersivo

La fruizione di “Rumore dell’Umore” può essere fruita anche da non vedenti e non udenti: si entra in mostra in gruppi di dieci visitatori alla volta e ognuno è dotato di cuffie e dell’innovativo Vest3, un giubbotto tecnologico aptico realizzato dall’azienda americana Woojer, in grado di far percepire il suono attraverso la cassa toracica che diventa cassa sonora. L’esperienza sonora inedita è stata ideata attraverso la collaborazione dell’artista con il sound designer Nicola Gualandris.

Il Vest3 nasce come accessorio per i gamer, per vivere fino in fondo l’esperienza di gioco provando la sensazione di essere quasi dentro allo schermo, di sentire i movimenti prima ancora di vederli. Sfruttando la tecnologia aptica con il Vest3 i suoni vengono percepiti in tutto il corpo, in un coinvolgimento fisico multisensoriale completamente nuovo dove le percezioni si amplificano a 360 gradi.

Dopo essere stato apprezzato dal mondo del gaming, della musica e del cinema ora il prodotto di Woojer entra nel mondo dell’arte grazie all’installazione visiva di Beatrice Sancinelli. L’artista  porta per la prima volta in Italia questo esperimento multisensoriale, in cui l’innovazione tecnologica della realtà virtuale incontra la video arte per creare un grande spazio multi-narrativo al quale i visitatori partecipano in modo totale .

Chi è Beatrice Sancinelli

Beatrice Sancinelli è una regista, autrice e produttrice artistica. Specializzata in ripresa analogica 16-35mm alla “The National Film and Television School” e diplomata in cinema sperimentale alla Cineteca di Bologna, ha lavorato nel campo dell’arte come produttrice indipendente, video artista, filmmaker, critica cinematografica e conduttrice radiofonica.

Photographer assistant e producer di Alessandro Treves nel 2018. Sotto la guida di Silvio Soldini, nel 2019 ha realizzato il cortometraggio “Point of view” sulla Design Week, con il patrocinio del comune di Milano. Nello stesso anno produce “Ossigeno”, un cortometraggio d’animazione a tema ecologico in concorso al Giffoni Film Festival 2020, PitchMe! a Cartoons on The Bay 2020, Sardinia Film festival 2021 e alla sezione parallela Young and Short Award della 78esima Mostra del Cinema di Venezia. Vincitore del premio “Visioni Ambientali” a Visioni Italiane 2020 e il premio “Cartoon Kids Award” a Cartoon Club Rimini 2020. Tra il 2020 e 2021 farà parte della giuria di diversi Film festival nazionali e inizia la sua ricerca video artistica. Gira in pellicola 35mm “Chi salverà le spine?”, opera inedita girata a Catania, prossimamente in mostra.

L’esposizione è aperta fino al 28 maggio. È consigliata la prenotazione e l’acquisto online su https://rumoredellumore.com/

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